Il Fisco ha adottato una nuova misura per combattere l’evasione fiscale: da qualche mese sono iniziati i controlli sui conti correnti dei contribuenti. Si tratta di un provvedimento entrato in vigore con la legge di Stabilità 2015. Ecco come funziona.
Il Fisco ha adottato una nuova misura volta a combattere l’evasione fiscale.
I conti correnti degli italiani sono monitorati periodicamente, attraverso l’analisi dei movimenti, dei saldi e della giacenza media.
Queste informazioni sono state inviate all’Agenzia delle Entrate il 30 giugno: da quasi un mese il Fisco ha iniziato i controlli sui conti correnti dei contribuenti in riferimento al 2014, grazie ai dati rilasciati da banche e operatori finanziari.
Banche, Poste e operatori finanziari già dagli scorsi mesi hanno iniziato a trasmettere i dati relativi ai conti correnti, sotto esame sono finiti anche gli anni precedenti al 2014, e precisamente il 2011, il 2012 e il 2013.
Questi controlli vengono fatti in seguito all’entrata in vigore della nuova legge di Stabilità, resa operativa attraverso un provvedimento dell’Agenzia.
Conti correnti: cosa controlla il Fisco
Indipendentemente dal periodo in cui il conto o il deposito sono stati attivi, vengono conteggiate le somme a credito durante l’ultimo anno. Sotto controllo sono anche:
- prelievi;
- versamenti;
- certificati di deposito;
- carte di credito e debito;
- accessi alle cassette di sicurezza;
- compravendita di oro, argento e altri metalli preziosi;
- buoni fruttiferi;
- rapporti fiduciari.
Ogni singolo movimento fatto attraverso il proprio conto corrente passa sotto l’attenta lente di ingrandimento del Fisco.
Controlli sui conti correnti: un deterrente per gli evasori
L’abitudine di far risultare in rosso il proprio conto corrente al 31 dicembre, per far credere all’Agenzia delle Entrate che l’anno precedente non si è detenuta alcuna somma, ha avuto vita breve. L’Agenzia ha dato il via a controlli incrociati e su più anni.
Conti correnti: nel mirino anche l’ISEE
Sarà impossibile presentare una dichiarazione ISEE più bassa rispetto a quella reale per richiedere servizi a cui in reltà non si ha diritto: le informazioni fornite da banche e operatori finanziari verranno analizzate per controllare che il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente corrisponda a verità.
Questa nuova pratica sta portando i propri frutti rispetto al calcolo della giacenza media, ma sta anche creando diversi problemi a studenti e diversamente abili a causa della mancata ridefinizione da parte degli enti locali delle soglie che danno diritto alle prestazioni richieste.
Il solo annuncio del nuovo controllo messo in atto dall’Agenzia delle Entrate è stato un ottimo deterrente, e sono diminuiti i casi di falsa certificazione.
Secondo i dati trimestrali sul nuovo ISEE, trasmessi dalla Cisl al Ministero del Lavoro, i nuovi controlli hanno avuto un “effetto emersione”: negli ultimi sette mesi la componente patrimoniale è aumentata del 6.9%.
Controlli sui conti correnti: dati aggiornati ogni 15 febbraio
Adesso, l’Agenzia delle Entrate ogni 15 febbraio riceverà i dati relativi ai conti correnti degli italiani e li sottoporrà a controlli serratissimi. Non saranno solo i contribuenti che presentano l’ISEE a essere nel mirino del Fisco, gli accertamenti che finora venivano fatti solo nel caso di incongruenze nel Redditometro - il rapporto tra entrate e spese sostenute - ora vengono fatti a tappeto per contrastare il cosiddetto “rischio evasione”.
Una volta rivelate eventuali operazioni non chiare, il contribuente sarà chiamato a darne conto e ragione.
Controlli sui conti correnti: è violazione della privacy finanziaria
Anche se l’obiettivo è quello di diminuire l’ammontare del sommerso - che ad oggi va da 160 a 185 miliardi di euro - il Fisco, in questo modo, viola sensibilmente la privacy degli italiani:
Niente più blitz clamorosi per stanare gli evasori fiscali, è più semplice chiedere di avere maggiore accesso ai conti correnti bancari.
Benedetto Santacroce, avvocato specializzato in materia tributaria, commenta così i nuovi provvedimenti:
Per rispondere alle chiare osservazioni che erano state fatte in passato dal Garante della privacy, se prima lo scambio delle informazioni aveva lo scopo di selezionare singoli contribuenti che presentavano evidenti anomalie fiscali, adesso ci si concentrerà a elaborare i dati per masse individuando e monitorando i comportamenti a rischio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA