La volatilità del 2018 ha avuto ricadute dirette sulle preferenze degli investitori: con l’abbassamento della propensione al rischio gli operatori hanno progressivamente abbandonato le linee focalizzate solo su azionario per passare a categorie più prudenti
Nel 2018 il settore del risparmio gestito in Italia ha sofferto (l’industria ha registrato una raccolta netta di 9,87 miliardi, circa un decimo rispetto alla raccolta 2017), ma i fondi PIR compliant hanno saputo mantenere un saldo positivo che ha in parte compensato il calo della raccolta dei fondi aperti.
I comparti PIR compliant nel 2018
Secondo i dati ufficiali di Assogestioni nel 2018 i 72 comparti PIR compliant attivi sul mercato italiano hanno registrato una raccolta netta pari a 3,49 miliardi di euro, con un contributo del quarto ed ultimo trimestre che è stato di 162,7 milioni di euro. Più forte, in termini di contributo sull’anno, era stato il terzo trimestre 2018 con 475,5 milioni di euro.
Gli Asset Under Management (AUM) totali hanno raggiunto la somma di 17,383 miliardi (erano 18,9 miliardi a fine settembre) contro i 15,8 miliardi di fine 2017. Secondo Equita Sim sugli AUM “ha pesato un andamento fortemente negativo dei mercati finanziari”.
La volatilità del 2018 ha infatti avuto ricadute dirette sulle preferenze degli investitori: con l’abbassamento della propensione al rischio gli operatori hanno progressivamente abbandonato le linee focalizzate solo su azionario per passare a categorie più prudenti, come le bilanciate.
Ecco perché i prodotti bilanciati hanno visto un incremento dell’incidenza sul totale (46% dal 44% del terzo quarter) a scapito dell’azionario (27% da 29% del terzo trimestre).
Fondi PIR compliant: Banca Mediolanum, primato confermato nel 2018
In termini di AUM il leader dei PIR rimane Banca Mediolanum col 21,4% di market share, davanti al gruppo Intesa Sanpaolo (20%). I maggiori inflows nel periodo settembre-dicembre 2018 sono infatti stati catturati dalla banca di Basiglio, con circa 91 milioni (56% del totale).
Il gruppo Intesa Sanpaolo ha raccolto 56,3 milioni (35% del totale), di cui 30 milioni in capo ad Eurizon e 26,4 milioni con Fideuram. Anima conquista il podio degli inflows autunnali grazie a 43 milioni (26%), seguita a distanza da Arca con 15 milioni (9%) e da Amundi con 9 milioni (5%).
I nuovi PIR: mercato bloccato in attesa dei decreti attuativi
I dati Assogestioni snocciolati fino ad ora riguardano solo i fondi PIR aperti nel 2017 e 2018. Quelli costituiti dal 1° gennaio 2019 rientrano invece nell’ambito della nuova normativa sui fondi PIR introdotta nella Legge di Bilancio 2019 (clicca qui per i dettagli).
Quest’ultima, approvata lo scorso dicembre, ha introdotto importanti novità che prevedono l’introduzione di vincoli d’investimento aggiuntivi. Equita Sim questa mattina ha scritto che “finché non ci sarà la pubblicazione dei decreti attuativi (attesi entro il 30 aprile) che spiegano operativamente con quali criteri investire sui nuovi segmenti previsti (AIM, venture capital), il mercato dei nuovi PIR rimane bloccato”.
Le valutazioni della casa d’affari milanese vedono le mid-small caps italiane a premio del 26% rispetto al mercato domestico: “le PMI quotate oggi trattano a 14,6x il P/E atteso a fine 2019, contro una media di 11,6x dell’indice di riferimento, sostanzialmente in linea con la media storica a 5 anni”. Diverso il confronto con il settore europeo, verso il quale Equita intravede uno sconto che si aggira attorno al 3%.
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