Michele Nunes, Consigliere scientifico dell’IAI, ha parlato in Commissione Difesa del problema costi nella gestione delle Forze Armate: troppo alta la spesa per il personale, più importanza all’addestramento.
Nelle Forze Armate c’è un problema legato ai costi: a sostenerlo è il Consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), Michele Nunes, esperto in storia dell’industria della difesa che dal lontano 1984 svolge attività di studio e consulenza nell’ambito dell’organizzazione di sicurezza e difesa per conto di organismi pubblici ma anche di società e istituti di ricerca.
Dell’errata gestione delle risorse per il comparto militare dello Stato, Nunes ne ha parlato davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati alla quale ha spiegato perché alcuni voci di costo andrebbero gestite diversamente da come lo sono oggi.
Secondo Nunes, infatti, le Forze Armate costano troppo allo Stato poiché la spesa non è conforme a quelli che sono gli obiettivi del nostro Paese che questo di certo non ambisce ad essere una potenza mondiale. Ad oggi, come dimostra la nostra infografica sull’argomento, l’Italia è l’11ᵃ armata più potente al mondo (classifica Global Firepower) con un costo annuo di 29 miliardi di euro (secondo gli ultimi dati SIPRI).
Ebbene, secondo Nunes l’Italia è ancora molto lontana dal raggiungere un livello ideale per quanto riguarda la spesa per la Difesa e Sicurezza; il costo, infatti, deve essere maggiormente adeguato al ruolo di potenza regionale che ricopre il nostro Paese.
A tal proposito Nunes suggerisce di ridurre la spesa che ogni anno lo Stato sostiene per le Forze Armate, partendo da quella per il personale troppo alta secondo il parere dell’esperto.
Le Forze Armate costano troppo all’Italia: riduzione della spesa per il personale
Michele Nunes ha suddiviso la spesa per il comparto militare in tre voci: personale, esercizio e investimento. Specialmente le prime due sono oggetto di contestazione dell’esperto: ad oggi, infatti, la spesa per il personale delle Forze Armate ammonta al 60% del costo totale della funzione difesa, un livello troppo alto che va portato almeno al 40% per essere sostenibile.
Per quanto riguarda l’esercizio - oggi circa al 10% - bisognerebbe invece salire al 30% così da puntare maggiormente sull’addestramento del personale e sulla manutenzione e il miglioramento degli armamenti.
Secondo Nunes l’unica spesa ad essere corretta è quella per gli investimenti nelle Forze Armate, oggi pari al 30% del totale.
Per avere una gestione più efficiente, secondo Nunes ci sono due soluzioni possibili: o si riduce la percentuale di costo attribuita al personale delle Forze Armate oppure si punta ad un incremento della spesa generale per il comparto Difesa e Sicurezza. Il Consigliere dell’IAI è consapevole del fatto che realizzare il secondo obiettivo, visto lo stato attuale dell’economia, non è possibile ed è per questo che spera in un “contenimento delle dimensioni dello strumento militare” così da poter mantenere inalterata la spesa per gli investimenti incrementando nel contempo l’efficienza del comparto.
Forze Armate: perché bisogna ridurre la spesa per il personale
Secondo Nunes, qualora i suoi consigli non venissero accolti c’è il rischio concreto di trovarsi un comparto composto da troppi uomini ma comunque inefficiente.
L’esperto, infatti, ritiene che se non si farà qualcosa al più presto ci troveremo di fronte ad una situazione simile a quella del ventennio: tanti militari ma non addestrati nella maniera migliore possibile, senza contare i pochi mezzi e armamenti a disposizione. Insomma, un comparto numeroso - e per questo costoso - ma non efficiente come dovrebbe.
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