Cos’è lo sciopero per il clima e com’è nato il movimento Fridays for Future? Venerdì gli studenti tornano nelle piazze per protestare contro la crisi climatica e l’inazione dei governi. Ecco le cose da sapere.
Cos’è il Fridays For Future e quando è nato? Sono domande che in molti si sono posti dopo aver visto la mobilitazione di migliaia di studenti in tutto il mondo che da diverso tempo scioperano in favore del clima.
Il movimento è divenuto celebre sopratutto sul web e nel giro di pochissimo tempo si sono moltiplicate le iniziative in diversi paesi del mondo, accomunate tutte da una richiesta condivisa: politiche immediate per porre un freno al cambiamento climatico. Lo sciopero globale ha un volto ben preciso ed è quello di Greta Thunberg, giovanissima attivista svedese, che ha dato il via ad una grande manifestazione di studenti in tutto il mondo e che è stata candidata anche al Premio Nobel per la Pace. Ma vediamo quando è nato il Fridays For Future e tutto quello che c’è da sapere sulle proteste contro la crisi climatica.
Fridays for Future: cos’è e perché si sciopera per il clima
Le origini del movimento Fridays For Future sono da ritrovarsi proprio in Greta Thunberg, la giovane attivista che per molte settimane non si è recata a scuola e ogni giorno in orario scolastico si è posizionata davanti al Parlamento svedese, dove mostrava il cartello Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima). Una volta eletto il nuovo governo Greta ha ripreso ad andare a scuola, ma ogni venerdì si recava davanti al Parlamento svedese per mostrare la sua protesta al mondo. Con il passare dei giorni si sono uniti a lei altri studenti e pian piano altre città in tutto il mondo hanno cominciato ad organizzare grandi proteste per il clima, tutte di venerdì. È nato così anche l’hashtag #FridaysforFuture che ha permesso a differenti studenti, provenienti da tutto il mondo, di organizzarsi e di organizzare manifestazioni in ogni angolo del pianeta.
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I millennials, in base ad un rapporto condotto dell’ONU sui cambiamenti climatici, sono l’ultima generazione che può davvero fare qualcosa per il benessere del pianeta e invertire la rotta del riscaldamento globale. Il report dell’ONU sui cambiamenti climatici ha infatti messo in chiaro che si hanno a disposizione ancora pochi anni di per modificare il modo di produrre e di sfruttare le risorse che sta sempre più impoverendo il nostro Pianeta. I governi devono però agire immediatamente, dato che i primi effetti del cambiamento climatico si iniziano a vedere negli inverni sempre più brevi e nell’aumento della temperatura dei mari.
Adesso gli studenti hanno deciso di tornare a manifestare, scendendo solo in Italia in oltre 70 piazze, chiedendo a gran voce una sola cosa: un futuro per il Pianeta, per le generazioni che verranno e soprattutto per il nostro ecosistema. Una serie di politiche immediate che mirino a bloccare i gas serra, a diminuire drasticamente le emissioni di Co2 e che portino il clima a ristabilire il suo normale equilibrio. La richiesta dei ragazzi di tutto il mondo è ben precisa, si deve agire ora, non tra 2 anni, non con le scadenze del 2030, ma in questo momento si devono fare delle politiche che permettano di tutelare i nostri mari, il clima e tutto ciò che riguarda la salute della natura. Si chiede che i governi facciano qualcosa subito e che mettano in pratica delle politiche di tutela del clima, in modo da invertire la rotta e riuscire a salvare il nostro ecosistema.
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