Il professore Giulio Sapelli spiega a Money.it perché i numeri di contagiati e deceduti per coronavirus in Italia sono stati privi di senso, utili soltanto a spaventare la popolazione.
Il Governo ha davvero gestito al meglio la pandemia in Italia? Un interrogativo sempre più insistente in questa fase dell’epidemia in cui i contagi sembrano sotto controllo.
In attesa di capire cosa succederà in autunno è tempo di analisi e di bilanci. Il professore Giulio Sapelli, ordinario di di Storia Economica presso l’Università degli Studi di Milano, ha un’opinione molto netta sulla gestione numerica dell’epidemia.
Durante un’intevista esclusiva a Money.it, l’economista ha spiegato che i tanto famosi e attesi bollettini quotidiani su contagiati e deceduti per coronavirus non hanno avuto alcun senso. Ecco perché.
COVID, Sapelli: “numeri sui contagi a caso, non scientifici”
Nel mirino del professore sono finiti i bollettini numerici sui contagiati emessi giornalmente durante la fase acuta dell’epidemia e diffusi ancora oggi.
La sua convinzione è che: “i numeri si possono dare solo se sono frutto di un’analisi epemiologica fondata su delle basi statistiche scientifiche”.
Proprio questo tipo di analisi è stata completamente assente in Italia. Il resoconto di contagiati e deceduti che ogni giorno è stato - e continua ad essere - seguito con interesse dalla popolazione ha disinformato le persone.
L’accusa di Sapelli è chiara:
“Si davano numeri a caso fondati soltanto sul numero di tampone o di sieri che si facevano a caso, per esempio isolando un paese...”
Non si è fatto alcun cenno, a detta del professore, al riferimento statistico e “a campione” delle rilevazioni. Il risultato? Aver dato indicazioni numeriche non corrispondenti alla concreta realtà epidemiologica.
L’accusa al Governo: ha voluto spaventare gli italiani
L’assenza di chiarezza sui numeri di contagiati e deceduti divulgati dal Governo ha avuto uno scopo ben preciso per Sapelli:
“I numeri che davano non avevano senso scientifico, servivano ad altre cose, per far paura alla popolazione o per creare un clima di timore e di terrore”
Un’accusa nemmeno troppo velata, quindi, alla gestione epidemiologica da parte dell’esecutivo Conte. Di certo, secondo le parole del professore, un obiettivo è stato raggiunto: obbligare gli italiani a restare in casa.
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