Nel 2015 Google sarebbe riuscita a risparmaire la cifra di 3,6 milardi di dollari di tassazione sui profitti, trasferendo 15,5 miliardi in una società delle Bermuda. A rivelarlo documenti pubblicati dalle autorità americane
Google nel 2015 avrebbe risparmiato fino a 3,6 miliardi di dollari di tassazione, spostando, per mezzo della holding Alphabet Inc., circa 15,5 miliardi di dollari di liquidità nel paradiso fiscale delle Bermuda.
A renderlo noto è un documento delle autorità americane, che dimostrerebbe come Alphabet avrebbe spostato la liquidità della sua controllata olandese Google Netherlands Holdings Bv, in una filiale nel paradiso fiscale delle Bermuda.
Come Google è riuscita a “risparmiare” 3,6 miliardi di tasse nel 2015
Google, tra le più grandi aziende di servizi online del mondo, negli ultimi anni è stata più volte attaccata dalle diverse autorità dei paesi in cui opera, con l’accusa di aver eluso il fisco. Negli ultimi anni le sedi in Francia e Spagna erano state prese di mira dalle autorità dei rispettivi paesi, e messe sotto indagine fiscale, mentre in Indonesia la società di Mountain View rischia una sanzione di 223 milioni di dollari per questioni tributarie.
Nei prossimi mesi, secondo quanto riportato dal quotidiano olandese Het Financieele Dagblad, Google dovrà rispondere alle autorità dei Paesi Bassi per lo spostamento di una grandissima mole di profitti nel paradiso fiscale delle Bermuda. Nella sussidiaria olandese, fondata nel 2004 e che attualmente risulta senza dipendenti, convergono infatti gran parte dei profitti internazionali (non quelli statunitensi), di Google. Con lo spostamento di parte di questi in paradisi fiscali, come sostiene Bloomberg, l’Alphabet Inc., negli anni è stata capace, come dimostrato dai documenti fatti pervenire alla Securities and Exchange Commission (SEC) (organo incaricato del controllo finanziario in America), di ridurre la propria aliquota fiscale fuori dagli Stati Uniti al 6,4%.
Il metodo utilizzato dalla holding di Google per eludere 3,6 miliardi di tassazione, è stato quindi quello di spostare i propri profitti in un primo momento dagli Stati Uniti in Olanda, già di per sé uno dei più grandi paradisi fiscali al mondo, per poi trasferirli in una filiale delle Bermuda.
Dei circa 15 miliardi di utili fatti registrare da Google nel 2015, 12 sono stati fatturati dalla controllata irlandese Google Ireland Limited, mentre i restanti tre miliardi sono stati fatti registrare dalla sussidiaria del Singapore che raccoglie parte degli introiti pubblicitari di Google a livello internazionale. L’intera somma è stata quindi girata alla Google Netherlands Holding BV così da eludere il fisco e quindi “consegnata” alla Google Ireland Holdings, la cui sede legale si trova per l’appunto nelle Bermuda, dove gli utili aziendali sono esenti da tassazione.
Facendo affidamento su questa triangolazione, Google e la sua holding Alphabet Inc., nel corso degli ultimi anni sarebbero così riuscite ad eludere il fisco degli Stati Uniti, e ad evitare che questo potesse porre la propria tassazione su un bottino di circa 60 miliardi di dollari di profitti.
Google sull’evasione fiscale: “Rispettiamo la normativa fiscale di ogni paese dove operiamo”
Google ha risposto alle accuse di evasione attraverso un suo portavoce, che ha precisato come la società californiana “rispetta la normativa fiscale di ogni paese in cui opera”, ma restano comunque molti dubbi circa la trasparenza e la buona fede di Google e della sua holding Alphabet Inc.
© RIPRODUZIONE RISERVATA