Sono poche le ore che separano la Grecia dal voto del referendum di domenica 5 luglio 2015. Bisogna decidere se accettare o meno gli aiuti dei creditori; cosa cambierà in base alla scelta del popolo ellenico?
Il popolo ellenico è diviso riguardo la scelta della fiducia o sfiducia da porre nei propri creditori che, prontamente, elencano dei piani per un recupero economico.
Il premier Tsipras ha escluso una rottura con l’Eurozona anche in caso di rifiuto dell’aiuto proposto; il NO al referendum significa trovare negoziati migliori per il popolo greco.
In caso di vittoria del NO al referendum; cosa cambia?
- La sfiducia verso un nuovo piano economico, proposto dai creditori, sarebbe palesata all’unanimità
- Tsipras, quale leader del popolo greco, potrebbe decidere di far uscire la Grecia dall’Eurozona; ipotesi più volte allontanata
- Conseguente calo negli investimenti, maggiore forza all’oro e al dollaro
- Ipotetico contagio della situazione per Paesi periferici dell’Europa, quali: Italia, Portogallo e Spagna
In caso di vittoria del SI al referendum
- Il popolo greco darebbe la fiducia ai propri creditori per un nuovo piano economico e la volontà, esplicita, di restare nell’Eurozona
- Il governo di Tsipras, probabilmente, cadrebbe, non avendo più l’appoggio popolare; lo stesso premier ha dichiarato di non essere “un uomo per tutte le stagioni”
- Si aprirebbe un’era di confusione politica e di instabilità nel territorio ellenico; il popolo sarebbe aiutato solo dai suoi creditori. Con il SI la crisi della Grecia non smette di esistere
- La moneta recupererebbe il calo dei rendimenti dei Titoli di Stato di vari paesi Euro perché il clima di rischio sarebbe meno accentuato
In balia della decisione del popolo della Grecia, patria per eccellenza della democrazia e della repubblica, le trattative sono state interrotte. Ellade si sente minacciata dai suoi creditori e prendere la giusta strada per salvare il proprio futuro è un salto nel vuoto.
A meno di 24 ore dalle votazioni, vari sondaggi, accreditati o meno, cercano di svelare le preferenze del popolo greco. Secondo vari rumors, sembrerebbe, ad assere in vantaggio, la scelta del SI; il 74% dei greci non è propenso a lasciare l’Euro e ritiene che la decisione più saggia sia quella di trovare un accordo con i creditori e cercare di risanare il debito e la, conseguente, crisi.
Tsipras ha, più volte, esortato il suo popolo a non piegarsi a trattative umilianti che i creditori stanno infliggendo sulle loro teste; tuttavia la decisione resta, tutt’ora, in mano ai cittadini ellenici.
Un ulteriore interrogativo è la questione se vendere o meno l’euro, indipendentemente dalla scelta del referendum.
Il NO come vincitore al referendum, dal punto di vista economico-finanziario, permetterebbe un crollo, non solo finanziario, ma, anche nel cambio euro/dollaro; questo, per gli investitori significherebbe poca solidità dell’Unione Monetaria europea.
Il SI come vincitore del referendum comporterebbe, certamente, nuove elezioni in Grecia, l’instabilità politica, ma, i greci accetterrebbero di trovare una soluzione con i propri creditori entro il 20 luglio, scadenza nella quale la Grecia dovrebbe risanare il debito di 3,50 miliardi di euro alla BCE. In questo caso vendere l’euro sarebbe una delle possibili soluzioni per non gravare troppo sull’economia interna del Paese.
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