Una fotografia allarmante della Grecia: nonostante la fine della troika le condizioni sociali e non destano preoccupazione
Anni e anni di austerità in Grecia hanno trascinato nel baratro la sanità di Atene, e non solo.
Sull’allarmante situazione un recente report del Consiglio d’Europa che ha alzato il velo sulle condizioni economiche e sociali in cui versa ancora parte della popolazione nonostante la fine della troika.
Povertà dilagante, scarso accesso all’assistenza sanitaria di base e all’educazione, riforme strutturali imposte e poco gradite. Queste sono soltanto alcune delle considerazioni emerse dall’analisi condotta da Dunja Mijatović, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa (un’analisi condotta a giugno scorso ma i cui risultati sono stati resi noti soltanto qualche giorno fa).
Per Mijatović non ci sono dubbi: l’austerità in Grecia si è tradotta in una violazione dei diritti umani. Considerazioni, queste, già emerse lo scorso anno in un preoccupante servizio mandato in onda da Le Iene che aveva messo in luce il drastico aumento dei suicidi e il progressivo peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini.
La situazione in Grecia oggi
“Alla fine dei tre programmi di salvataggio la Grecia è di nuovo un Paese normale dell’Eurozona”,
ha affermato a luglio scorso il Commissario Ue Pierre Moscovici, lodando le riforme attuate da Atene nel corso degli anni.
Alle sue parole, cariche di ottimismo, hanno fatto però da contrasto quelle più recenti della Mijatović:
“È davvero difficile dire che oggi va tutto bene. Le persone stanno ancora soffrendo”.
30 pagine di report che hanno analizzato l’impatto dell’austerity sulla Grecia, tutte indirizzate verso un’unica conclusione: le misure imposte nel corso degli anni hanno violato il diritto alla salute delle persone sancito nella Carta sociale europea, ed hanno eroso altresì la qualità dell’istruzione.
I servizi sanitari relativi a maternità e neonati sono stati tagliati del 73% dal 2009 al 2012, mentre quelli a favore della salute mentale sono stati dimezzati tra il 2011 e il 2012. Ovviamente a scendere sono stati anche gli stipendi di un settore sanitario ormai al collasso.
I suicidi sono aumentati del 40% tra il 2010 e il 2015, mentre circa 3.000 pazienti sono già morti per infezioni nosocomiali derivanti dalle cattive condizioni sanitarie degli ospedali; per non parlare poi dei picchi registrati nei tassi di HIV e di tubercolosi tra i consumatori di droghe.
Il tutto è stato corredato da un sempre più scarso accesso all’assistenza sanitaria, un dato peggiorato nel corso degli anni che ha reso la Grecia uno degli ultimi Paesi europei sul fronte della coperture assicurative.
“I proclami politici dicono che va tutto bene. Eppure sono certa che sappiano quanto ancora deve essere fatto”,
ha continuato la Mijatović.
I nodi istruzione e disoccupazione
Se il sistema sanitario della Grecia è stato messo in ginocchio dall’austerity, anche il settore dell’istruzione non ha certo festeggiato le misure introdotte con la troika. I fondi sono crollati dai 5.645 milioni di euro del 2005 ai 4.518 milioni di euro del 2017.
“I tagli al bilancio hanno gravemente colpito il personale docente che è stato significativamente ridotto, così come la retribuzione degli insegnanti che hanno però visto aumentare il loro orario di lavoro”.
Nonostante sia sceso al 19%, il tasso di disoccupazione generale rimane il più elevato d’Europa, seguito soltanto da quello spagnolo e ancora da quello italiano. Quello giovanile, invece, è ancora al 37,9%.
Una realtà già evidente: il servizio de Le Iene
Più di un anno fa anche il programma televisivo Le Iene ha cercato di mettere a nudo le vere condizioni della Grecia che, nonostante la fine della troika, non sono sembrate tanto diverse da quelle evidenziate di recente dal Consiglio d’Europa.
In quell’occasione la Iena Marco Maisano aveva visitato una delle tante «farmacie sociali» del territorio, fornitrice di medicinali gratuiti ai cittadini date le carenze statali.
“Siamo come morti che camminano”,
aveva affermato allora un cliente, pensionato da 360 euro al mese.
Non semplici medicinali da banco: in Grecia negli anni sono venuti meno anche gli antitumorali, e questo persino negli ospedali pubblici dove le società farmaceutiche hanno spesso interrotto le forniture. Il motivo? L’elevato rischio di non vedersi pagare che ha spinto le multinazionali a scappare dal mercato greco.
Secondo il titolare di una farmacia sociale intervistato durante il servizio, nel 2016 il 60% dei bambini non è stato vaccinato e dagli ospedali sono venuti a mancare 4.000 medici e 18.000 componenti del personale.
Suicidi in aumento: niente medicine ai malati terminali
I dati dello scorso anno, meno aggiornati rispetto a quelli del Consiglio d’Europa, hanno parlato di circa 40.000 suicidi dal 2008 in poi.
Tempo fa il ministero ha approvato una legge per cui i dottori sono stati obbligati (nei confronti dei malati gravi come di cancro) a scrivere l’aspettativa di vita del paziente sulla ricetta dei medicinali. L’obiettivo? Quello di risparmiare sui farmaci evitando di “spendere troppo” per pazienti a cui rimangono solo pochi mesi.
Più morti che nascite dallo scoppio della crisi in Grecia
Secondo i dati pubblicati lo scorso anno dalla banca centrale greca, la mortalità infantile nel Paese è salita dal 2,65% del 2008 al 4% nel 2014. Aumentati anche i malati di AIDS ed epatite C, oltre che il già citato tasso di suicidi (+35,7%}.
Malasanità, carenze assistenziali, suicidi, decessi per motivazioni «futili» come le scarse condizioni igieniche negli ospedali: alla luce di quanto detto, quella attuale sembra tutto tranne che la fotografia di una Grecia tornata alla normalità.
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