Green pass europeo, cambia la durata: così l’UE vuole spingere le terze dosi

Alessandro Cipolla

17 Dicembre 2021 - 08:33

Bruxelles è pronta a dare regole comuni agli Stati membri: la durata del green pass europeo così sarà per tutti di 6 mesi dalla seconda dose del vaccino più 3 mesi di tolleranza per fare il booster.

Green pass europeo, cambia la durata: così l’UE vuole spingere le terze dosi

Novità in vista per il green pass europeo, con Bruxelles pronta al giro di vite dopo la fuga in avanti dell’Italia che ha imposto il tampone, anche ai vaccinati, per chi arriva nel nostro Paese proveniente dall’estero.

Una misura questa che è stata difesa da Mario Draghi nel corso del Consiglio Europeo, con l’ex numero uno della BCE che ha spiegato come l’Italia che in questo momento ha una situazione sanitaria migliore rispetto agli altri Paesi, deve mantenere “questo vantaggio a protezione del nostro Sistema sanitario nazionale”.

Di fronte a questa situazione il Consiglio Europeo ha deciso di intraprendere la strada delle regole comuni, iniziando dal green pass, per evitare che i vari Paesi di fronte all’emergenza Covid procedano in ordine sparso.

I leader degli Stati membri così hanno dato mandato alla Commissione Europea di presentare, in maniera celere, una proposta che stabilisca una data di scadenza del green pass europeo valida per tutti.

Nell’UE il green pass europeo così dovrebbe avere una durata di sei mesi dalla seconda dose di vaccino più altri tre mesi di tempo per effettuare il booster. In totale sono nove mesi dopo di che senza l’avvenuta somministrazione il certificato perderà di validità.

Green pass europeo: cambia la durata per incentivare i vaccini

La decisione presa dai leader dei 27 Paesi UE di stabilire una durata del green pass europeo valida per tutti ha un duplice scopo: ristabilire un senso di unità di fronte all’emergenza Covid e incentivare le somministrazioni delle terze dosi.

Fornendo una data di scadenza certa e uguale per tutti, l’UE sembrerebbe volere usare il green pass europeo come grimaldello per scardinare le resistenze dei cittadini indecisi sul fare o meno la dose addizionale o quella booster del vaccino contro il Covid.

Dopo che lo scorso maggio Bruxelles ha siglato un accordo con Pfizer per la fornitura, nel biennio 2022-2023, di 1,8 miliardi di dosi del vaccino Pfizer, l’Unione Europea non ha più problemi di approvvigionamento e può così puntare ad accelerare con le terze dosi.

Con la quarta ondata che sta mettendo in ginocchio tutto il Vecchio Continente e con la nuova minaccia rappresentata dalla variante Omicron, i Paesi dell’UE non sembrerebbero avere molta scelta.

Del resto quello che sta accadendo nel Regno Unito sta spaventando non poco Bruxelles: Oltremanica nelle ultime 24 ore si sono registrati 88.000 nuovi casi Covid, provocati per il 30% dalla variante Omicron.

Stabilire una scadenza comune per il green pass europeo è di conseguenza una mossa per cercare di incentivare le vaccinazioni: se in Italia le terze dosi marciano sul buon ritmo delle 500.000 somministrazioni al giorno, in altri Paesi UE invece non si arriva al 50% dei cittadini con la doppia dose ma, al momento, nessuno a Bruxelles vuole immaginare di dover rendere il vaccino obbligatorio.

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