In alcuni Stati europei, come la Francia e la Germania, il green pass è un documento indispensabile per accedere a determinate attività, in altri, come la Spagna non lo è: ecco le regole Paese per Paese.
Quali sono i Paesi che hanno deciso di rendere obbligatorio il green pass? Sebbene dal 1° luglio 2021 sia ufficialmente entrato in vigore il green pass europeo l’Unione non ha voluto prendere una decisione comune, lasciando ad ogni Paese la libertà di introdurre delle regole interne.
Proprio per questo motivo il puzzle delle norme a cui si è sottoposti viaggiando tra i vari Paesi dell’Unione, come la Francia, la Germania o la Spagna, si complica per effetto delle regole introdotte dai singoli Governi. Vediamo dunque dove è obbligatorio il green pass e dove non lo è e quali sono le misure nei vari Paesi europei.
Green pass in Europa: le regole negli altri Paesi
Moltissimi Paesi in Europa hanno deciso di estendere l’obbligo del green pass per accedere a diverse attività, altri invece lo hanno limitato solo ad alcuni specifici eventi. In linea di massima però questo documento è indispensabile per entrare in quasi tutti gli Stati dell’Ue. Vediamo dunque quali sono le regole in alcuni Paesi dell’Europa che hanno deciso di introdurre l’obbligo del green pass, proprio come l’Italia.
Francia
Senza ombra di dubbio la Francia è il Paese che ha deciso di introdurre le regole più stringenti di tutti per quanto riguarda il green pass rendendolo obbligatorio quasi per tutto, tuttavia nel Paese non vi è l’obbligo di indossare la mascherina.
Entrando nello specifico, in Francia il green pass è obbligatorio per accedere a spettacoli, eventi sportivi, fiere e festival, bar e ristoranti - anche all’aperto-, ospedali, case di riposo, treni e aerei. Dal 15 settembre scatterà anche l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. Per quanto riguarda i dipendenti di bar e ristoranti, se non vaccinati, potranno essere sospesi senza stipendio.
Germania
Sebbene la Germania abbia più volte ribadito la sua intenzione di non voler rendere obbligatorio il vaccino, ha deciso anche di rendere difficile la vita delle persone che decidono di non sottoporsi all vaccinazione. In Germania il green pass è obbligatorio per accedere agli ospedali, le piscine, i ristoranti al chiuso, le palestre, i parrucchieri e per prenotare le stanze di hotel.
Il governo tedesco ha inoltre deciso che le persone che non si saranno fatte vaccinare non potranno più accedere ai tamponi gratuiti messi a disposizione dalla Stato.
Grecia
In Grecia il green pass è diventato obbligatorio per alcune attività come bar, ristoranti al chiuso così come per teatri e treni a lunga percorrenza. L’accesso a discoteche e locali notturni è consentito solo in seguito all’esibizione di un certificato di vaccinazione o di un certificato di guarigione. Delle restrizioni riguardano anche gli ingressi negli ospedali ad eccezione dei centri di oncologia e i casi di urgenza.
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Anche i minori di 12 anni devono esibire un certificato di “self test” negativo svolto nelle 24 ore precedenti.
Svizzera
Anche la Svizzera ha deciso di estendere l’obbligo del green pass dal 13 settembre per tutte le persone al di sopra dei 16 anni. Il certificato verde è obbligatorio per accedere a tutti i luoghi chiusi, come bar e ristornati, ma anche teatri, cinema, sale da gioco e musei. Anche i datori di lavoro possono richiedere ai loro dipendenti il green pass, le università e le scuole invece hanno la libertà di scegliere in modo indipendente.
Portogallo
Il certificato verde è obbligatorio anche in Portogallo negli alberghi e in tutte le strutture ricettive, così come nei ristoranti, nelle terme, nelle palestre e nei casinò. In alternativa sarà possibile mostrare l’esito negativo di un tampone.
Obbligo del green pass anche per eventi culturali e sportivi che ospitano più di 1.000 partecipanti all’aperto e con più di 500 al chiuso, oltre che per le feste e le cerimonie con più di 10 partecipanti.
Austria
Anche l’Austria ha deciso di rendere obbligatorio il green pass, ottenuto in seguito al vaccino, la guarigione o l’esito negativo di un tampone, per accedere a numerose attività come ad esempio ristoranti, hotel, musei e locali notturni oltre che per tutti i turisti che vogliono accedere la Paese, dove tuttavia non vi è l’obbligo di mascherina.
Croazia
Anche il governo croato ha deciso di rendere obbligatorio il green pass in alcune situazioni, ad esempio il certificato digitale Ue Covid viene richiesto per partecipare a cerimonie nuziali con più di 30 persone, ma anche per assistere a competizioni sportive con la presenza di più di 100 spettatori.
I Paesi senza green pass
Sebbene molti Paesi abbiano deciso di introdurre l’obbligo del green pass per consentire l’accesso a diverse attività, molti altri non hanno voluto introdurre l’obbligo del documento. Vediamo dunque quali sono gli Stati che hanno deciso di non utilizzare il certificato verde.
Regno Unito
L’Inghilterra ha deciso di non voler introdurre l’obbligo del green pass. In un primo momento il governo guidato da Boris Johnson stava valutando la possibilità di rendere obbligatorio il certificato verde per accedere ai locali della movida, come discoteche e locali notturni, ma anche concerti, spettacoli e manifestazioni sportive, un’ipotesi sfumata definitivamente.
Diversa è la questione in Scozia dove dal 1° ottobre entrerà in vigore l’obbligo di essere in possesso del green pass per accedere a discoteche e locali o partecipare a spettacoli, concerti e eventi sportivi.
Spagna
Anche la Spagna ha deciso di non voler Introdurre l’obbligo del green pass. Il governo ha infatti disposto solamente l’obbligo di indossare le mascherine all’interno degli spazi chiusi, lasciando comunque la libertà alle singole regioni di introdurre l’obbligo del certificato verde per accedere a bar, ristoranti e locali della movida.
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Belgio
Infine, almeno per il momento, anche il Belgio ha deciso di non rendere obbligatorio il green pass. Il 17 settembre però le cose potrebbero cambiare dato che è in programma una discussione all’interno del Governo.
Per il momento è obbligatorio solo l’obbligo di mascherina per i lavoratori del settore dell’accoglienza, e l’obbligo del certificato verde per i viaggiatori in arrivo nel Paese, ottenuto in seguito alla doppia dose di vaccino, la guarigione o l’esito negativo di un tampone.
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