Le ultime notizie della guerra tra Russia e Ucraina: la Germania sarebbe pronta a dotarsi di un sistema antimissile simile a quello israeliano visto che l’Ue, Italia compresa, ne è sprovvista.
Le ultime notizie riguardanti la guerra in Ucraina fanno paura anche alla Germania che, stando alle parole del cancelliere Olaf Scholz riportate dalla Bbc, starebbe pensando di acquistare un sistema antimissile simile all’Iron Dome israeliano.
“Questo è certamente uno dei problemi di cui stiamo discutendo, e per una buona ragione - ha spiegato Scholz - Dobbiamo essere consapevoli del fatto che abbiamo un vicino pronto a usare la violenza per far valere i propri interessi”.
Una decisione questa della Germania che non è casuale: come in tempi non sospetti il generale Carlo Landi ha spiegato a Money.it, l’Unione europea e quindi anche l’Italia non è dotata di un sistema tale da poter intercettare un eventuale missile balistico, che già sarebbe stato usato dalla Russia durante questa guerra per colpire obiettivi in Ucraina.
“In sostanza - ha spiegato il generale Landi - Se qualche nazione ostile decidesse di lanciare verso l’Italia un missile balistico, che volendo può trasportare anche una testata nucleare, con ogni probabilità il nostro Paese non sarebbe in grado di intercettarlo”.
Russia, la proposta di allargare la guerra
La notizia è dettagliata, con tanto di documento ufficiale pubblicato, ma va ugualmente presa con le proverbiali molle: il deputato russo Sergei Savostyanov ha chiesto alla Duma che, in questa guerra in Ucraina, la Russia metta in atto un “processo più completo”.
A rendere nota la notizia è stato Nexta, un popolare canale Telegram e YouTube bielorusso molto criticato dal Governo di Minsk per le sue posizioni vicine a quelle ucraine, con questo scoop che è stato poi ripreso dai media occidentali.
“La smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina garantiranno una sicurezza sostenibile per i popoli dell’Ucraina, della Russia e di tutta l’Europa - si legge nell’articolo datato 25 marzo - Per un processo più completo volto a garantire la sicurezza della Federazione Russa, oltre all’Ucraina, ritengo opportuno includere gli Stati baltici (Lituania, Lettonia, Estonia), Polonia, Moldova e Kazakistan nella zona di denazificazione e smilitarizzazione”.
Nella giornata di ieri, intervistato dal programma di Rai Tre Mezzora in più, l’ex presidente polacco Lech Walesa è tornato sull’argomento: “Sappiamo di essere il potenziale bersaglio successivo e proprio per questo vorremmo che la guerra si limitasse solo all’Ucraina”.
Nonostante il documento presentato alla Duma e le parole di Walesa, appare difficile che in questo momento la Russia possa pensare di poter invadere la Polonia, uno Stato membro della Nato e dell’Unione europea.
Anche per non scatenare una guerra di ben altre proporzioni, visto lo stallo dell’avanzata delle forze russe in Ucraina da giorni si vocifera che Vladimir Putin alla fine possa “accontentarsi” del riconoscimento della Crimea, delle due Repubbliche indipendentiste del Donbass e magari di qualche altro territorio nel Mar Nero e nel Mar d’Azov.
Oggi nuovi colloqui tra Russia e Ucraina in Turchia
Nonostante una soluzione diplomatica alla guerra in corso da oltre un mese non sembrerebbe essere all’orizzonte, in questi giorni non si sono fermati i colloqui tra le delegazioni di Kiev e Mosca che si sono tenuti da remoto.
David Arahamiya uno dei membri della delegazione ucraina, ha annunciato con un post du Facebook che “oggi, al round di colloqui in video, è stato deciso di tenere il prossimo round in presenza in Turchia dal 28 al 30 marzo”.
Saranno di conseguenza tre giorni fondamentali sul fronte diplomatico per cercare di avvicinare le parti, con la Turchia di nuovo nelle vesti di padrone di casa, i colloqui si terranno a Istanbul, per cercare di fare da garante a un eventuale accordo di pace.
Nelle scorse ore il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere di essere pronto “a prendere in considerazione lo status di neutralità , in seguito a un referendum, purché supportati da garanzie di sicurezza”.
Qualcosa così sembrerebbe muoversi nella complessa partita diplomatica, con anche Mario Draghi che si è detto disposto ad aprire un contatto diretto con il Cremlino dopo settimane di rapporti molto tesi con Mosca.
I soldati russi sono entrati a Mariupol
Dopo settimane di bombardamenti incessanti, che hanno quasi raso al suolo la città, il sindaco di Mariupol ha reso noto che le forze armate russe adesso controllerebbero le periferie dello strategico centro portuale situato sul Mar d’Azov.
Non sarebbe casuale così il nuovo appello di Zelensky all’Occidente: “Impossibile salvare Mariupol senza carri armati e aerei aggiuntivi. L’Ucraina non può abbattere i missili russi con fucili e mitragliatrici”.
“A Mariupol c’è una catastrofe umanitaria - ha proseguito il presidente ucraino - Perché è impossibile portare cibo, acqua medicine, i militari russi bombardano i convogli umanitari, uccidono gli autisti”.
Le notizie che arrivano da Mariupol comunque non starebbero passando inosservate, visto che Stati Uniti e Unione europea starebbero valutando l’invio di aiuti militari offensivi proprio in risposta alla drammatica situazione nella città da settimane sotto assedio.
Nel frattempo nella notte le sirene antiaeree sono tornate a suonare in tutta l’Ucraina, con le città più colpite dai missili russi che sarebbero state quelle di Lutsk, Rivne, Zhytomyr e Kiev. C’è da dire però che nella capitale è in atto da giorni una controffensiva ucraina come nelle zone di Sumy, Kharkiv e Kherson.
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