“In Russia conta chi ha potere e armi”, intervista a Federico Fubini

Marta De Vivo

5 Aprile 2022 - 15:00

Dopo più di un mese di guerra in Ucraina, l’accordo di pace sembrerebbe ancora lontano. Quali sono le prospettive? Ne abbiamo parlato con Federico Fubini, editorialista del Corriere della Sera.

La Russia ha promesso di svolgere meno attività militari intorno a Kiev con l’obiettivo di costruire fiducia per favorire una soluzione diplomatica. Tra le varie dichiarazioni ha riferito che ora si sta concentrando nell’est del paese. Il 29 marzo, dopo i colloqui con i negoziatori ucraini a Istanbul, il vice ministro della difesa russo Alexander Fomin ha annunciato che «al fine di rafforzare la fiducia», è stata presa la decisione di ridurre «radicalmente» le attività militari della Russia vicino a Kiev e Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. Il ministro della difesa Sergei Shoigu ha confermato che le truppe d’invasione saranno concentrate nella regione del Donbass. Nel complesso, gli obiettivi principali «della prima fase dell’operazione sono stati completati» ha riferito, aggiungendo che ora è possibile concentrarsi sulla «liberazione del Donbass», dove si trovano le cosiddette repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk. Il presidente Volodymyr Zelensky in un discorso mercoledì sera, ha avvertito la popolazione circa una nuova offensiva russa nel Donbass. Episodi come questo, mettono in evidenza quanto le dinamiche di questa guerra e i possibili scenari futuri siano sempre più difficili da analizzare e da comprendere.

In questa intervista con Federico Fubini, editorialista del Corriere della Sera, abbiamo cercato di approfondire la questione. Tra i vari temi affrontati abbiamo discusso della globalizzazione, del costo del gas e della dipendenza energetica dalla Russia.

Abbiamo anche affrontato il tema del possibile cambio di regime in Russia, che difficilmente si presenterà sotto forma di attacco al potere da parte della popolazione, in quanto dice Fubini, “In Russia non contano né le persone comuni e né quelle con i soldi (quindi in questo caso gli oligarchi russi) ma coloro che hanno potere e hanno armi ”.

Dunque un cambio di regime potrebbe presentarsi solo sotto forma di complotto di palazzo. La volontà dell’Occidente è quella di arrivare al cosiddetto “regime change”, anche di recente ipotizzato da Biden in quella famosa gaffe a Varsavia di qualche settimana fa, ma ciò in ogni caso sicuramente necessiterà di molto tempo. Questa guerra mette in evidenza tutta una serie di problematiche anche sul fronte occidentale, che sicuramente andranno analizzate e discusse in futuro. La forte relazione tra la Cina e la Russia, ad esempio, ci porta a riflettere circa i nuovi equilibri internazionali che si andranno a insediare nei prossimi anni. Questo elemento dovrà aprire una seria riflessione circa il ruolo e le strategie politiche dell’Europa e dell’Occidente sul piano internazionale.

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