Svelato durante la conferenza per gli sviluppatori, HarmonyOS è il “rivoluzionario” sistema operativo proprietario di Huawei. Vediamo che cos’è e cosa può fare.
Le speculazioni sul fantomatico sistema operativo a cui casa Huawei starebbe lavorando da qualche anno, si sono rincorse per mesi. E oggi, alla Huawei developer conference, l’azienda cinese ha finalmente fatto le presentazioni ufficiali, mostrando agli oltre 4mila presenti accorsi all’evento HarmonyOS, il suo primo sistema operativo proprietario.
Le tempistiche non sono però casuali. Tra dieci giorni, il 19 agosto, scadrà infatti la proroga concessa da Trump sul bando che impedisce al colosso cinese di acquistare parti e componenti da compagnie americane, quindi anche da Google, senza che ci sia l’approvazione del dipartimento del commercio Usa.
Sebbene Richard Yu, CEO di Huawei abbia ribadito la volontà dell’azienda rimanere con Android, allo stesso tempo si dice pronto all’avvicendamento di HarmonyOS in qualsiasi momento (secondo l’azienda in 1-2 giorni). Bisogna aspettare il 19 agosto, solo allora sapremo quale sarà il reale destino dell’azienda cinese e del colosso di Mountain View. Per ora vediamo però che cos’è HarmonyOS.
HarmonyOS, che cos’è?
Ma che cos’è HarmonyOS? Nello specifico il sistema progettato dall’azienda cinese è un open source, ovvero un sistema che può supportare, ma soprattutto adattarsi, a qualsiasi dispositivo vi venga in mente: smartphones, tablet, smartwatch, PC, smart speaker, cuffie, auto ecc.
I dettagli al momento sono generici, ma si capisce che le ambizioni di HarmonyOS sono alte. Il sistema operativo di Huawei, infatti, non supporterà solo le app Android, ma anche quelle di Linux e le web-app. Ma badate, abbiamo detto supporterà perché al momento non è ancora così. Detto questo, HarmonyOS andrà a supportare anche kotlin, Java, Javascript, C e C++ e il tutto per ribadire non solo la facilità d’uso per gli sviluppatori che vorranno creare contenuti dedicati, ma anche il fatto che il sistema si presenterà come incredibilmente fluido. In ultimo, al centro del sistema c’è anche la sicurezza dato che sarà in grado di interconnettere sistemi diversi tra loro è quindi per sua natura esposto a numerosi rischi.
La natura cross-device di HarmonyOS fa inoltre pensare immediatamente a Google Fuchsia, il sistema operativo che dovrebbe rappresentare l’evoluzione di Android e su cui big G sta continuando a lavorare. Certo è che con l’annuncio di HarmonyOS, Huawei si è guadagnata un importante vantaggio strategico.
HarmonyOS: passato, presente e futuro
Lo sviluppo di HarmonyOS è iniziato ovviamente diversi anni fa quando Huawei, nel 2017, parlava del primo Harmony Kernel 1.0. La sua roadmap parte ufficialmente oggi con HarmonyOS 1.0 e prosegue spingendosi fino al 2022, mirando alla possibile compatibilità del sistema con occhiali VR e altri dispositivi.
I prossimi due anni li possiamo quindi definire cruciali, avremo modo di sperimentare la prima fase e testare, al momento, le capacità del sistema su Honor Vision TV, il primo dispositivo che andrà ad integrare HarmonyOS. Sarà invece necessario attendere il 2020 per testarne le capacità sui nuovi PC, notebook e smartwatch, con la release HarmonyOS 2.0. In seguito sarà la volta degli speaker e dei visori quando, nel 2020, la versione 3.0 andrà a completare la prima fase di costituzione dell’ecosistema HarmonyOS.
Huawei sembra avere in mente, e in mano, un progetto concreto e che si possa porre come alternativo agli ecosistemi dominanti di Google e Apple. Certo, il distacco non sarà immediato e i colpi di scena legati all’amministrazione Trump potrebbero imporre una revisione del progetto.
La linea però sembra tracciata e il colosso cinese pare abbia ufficialmente sfidato Apple e Google su terreno comune. Una battaglia che si sposta dai dispositivi ai software e che, secondo le dichiarazioni di Richard Yu, non lascia spazio ai fraintendimenti:
“In futuro i dispositivi Huawei saranno basati su HarmonyOS”
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