Molti analisti hanno lanciato l’allarme riguardo i principali «cigni neri» che possono minare la ripresa economica post-Covid nel 2022.
A due anni di distanza dal primo focolaio di Covid-19 a Wuhan, gli effetti economici e finanziari del coronavirus non sono del tutto sfumati. Come se ciò non bastasse, negli ultimi mesi diversi esperti hanno lanciato l’allarme nei confronti di nuovi pericoli che potrebbero presentarsi nel corso del 2022: si tratterebbe di veri e propri «cigni neri», termine usato per indicare eventi imprevisti in grado d’impattare negativamente sui mercati e sull’economia mondiale.
Molti di essi non rappresentano una novità assoluta, dato che la loro pericolosità è nota da diversi anni. In altri casi si tratterebbe invece di elementi strettamente correlati con la pandemia di Covid-19 e i suoi effetti sulla società.
1. Cambiamento climatico
Si pensa spesso che il cambiamento climatico abbia effetti negativi unicamente sulla qualità della vita di determinate popolazione, ma la verità è che le catastrofi ambientali si ripercuotono negativamente su moltissimi settori economici. È sufficiente pensare all’impennata dei prezzi del caffè dovuta alle condizioni climatiche avverse che hanno interessato le piantagioni in Brasile e Colombia, che sono tra i principali esportatori di chicchi di caffè. Oltretutto il deterioramento di un habitat provoca la migrazione della fauna locale in aree urbane, con il conseguente rischio di assistere allo scoppio di nuovo zoonosi, ovvero le malattie infettive trasmesse dagli animali agli esseri umani. In futuro potremmo dover fronteggiare virus ben più pericolosi del SARS-CoV-2.
2. Tensioni geopolitiche
Negli ultimi mesi si è assistito al riaccendersi delle tensioni tra USA e Cina, dopo che quest’ultima aveva lasciato intendere di voler annettere anche con la forza l’isola di Taiwan, indipendente di fatto ma allo stesso tempo considerata da Pechino parte del suo territorio. Il braccio di ferro sino-americano nel Mar Cinese Meridionale rischia di far deflagrare un conflitto armato in un’area del mondo molto delicata, tenendo in considerazione il possibile coinvolgimento di nazioni come Giappone, Corea del Sud e Corea del Nord a fianco di uno dei due contendenti. Non bisogna dimenticare che a Taiwan sono operativi alcuni dei più grandi produttori di microchip a livello mondiale. Se la Repubblica Popolare Cinese dovesse invadere l’isola, è verosimile aspettarsi ulteriori shock sull’offerta dei semiconduttori, che sono già una merce rara. Un altro possibile fronte di guerra è individuato nel Donbass, che da ormai sette anni è scosso dal conflitto armato tra il governo ucraino e le autoproclamate repubbliche filo-russe di Lugansk e Doneck. L’invasione russa dell’Ucraina rischia di avere ripercussioni sulle forniture di gas in UE.
3. Tensioni sociali e politiche
Negli USA e in Europa la gestione della pandemia ha suscitato il malcontento di una parte della popolazione, che in molti casi è esploso in episodi di violenza e guerriglie urbana. Molti politologi sostengono che nei prossimi mesi alcune delle frange politiche più estremiste potrebbero coordinare attacchi alle istituzioni democratiche in molti paesi europei. Non si esclude neanche che nel 2022 possano affacciarsi sulla scena politica nuovi partiti o movimenti capeggiati da candidati anti-establishment desiderosi di emulare l’operato dell’ex presidente USA Donald Trump. I disordini sociali e l’instabilità politica, uniti al peggioramento della situazione pandemica e al deterioramento degli equilibri geopolitici, potrebbero ostacolare la ripresa mondiale.
4. Attacchi informatici su vasta scala
Si dice da anni che le guerre del futuro non saranno combattute solo con le armi, bensì anche con l’ausilio della tecnologica. Di conseguenza non sorprende il fatto che gli osservatori si dicono convinti che nel 2022 possa essere intrapresa un’offensiva cibernetica su vasta scala ai danni delle istituzioni finanziarie e i settori economici più importanti di una nazione. Un attacco hacker di dubbia origine può anche fungere da pretesto per attaccare militarmente una nazione o varare sanzioni economiche a danno di quest’ultima. In ultimo, è bene non sottovalutare che simili attacchi potrebbero facilitare la diffusione del coronavirus e di nuovi eventuali agenti patogeni. Sebbene tale scenario sia considerato improbabile, è appurato che determinati pirati informatici potrebbero avere interessi nel violare i sistemi informatici delle strutture ospedaliere o del servizio sanitario nazionale, rubando o cancellando dati utili al tracciamento dei contagi.
5. Crisi energetica
L’ultima incognita che aleggia sul nuovo anno è rappresentata dalla crisi nel settore energetico, che il più delle volte è esacerbata da contrasti di natura geopolitica tra nazioni esportatrici di materie prime e i loro compratori. Nel 2021 i prezzi del petrolio, del gas naturale e di molti metalli sono aumentati di molto su base annua, e non si esclude possano continuare a seguire il trend rialzista anche negli anni successivi. La crisi dell’energia rischia di amplificare gli effetti della pandemia sull’economia reale, soprattutto se in presenza di un’inflazione alta e l’impossibilità da parte delle fonti energetiche rinnovabili di colmare gli squilibri.
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