Rilevanti novità a partire dall’1 luglio 2022, in tema di INPGI e pensione giornalisti. La manovra ha infatti stabilito (art.1 commi 103-118) il passaggio all’INPS della gestione INPGI. I dettagli.
Tra le tante novità introdotte dall’ultima legge di Bilancio, ne spicca una che riguarda la categoria dei giornalisti in modo diretto, e in particolare attiene alle loro pensioni.
Infatti, la manovra 2022 ha determinato che dal dal primo luglio di quest’anno giornalisti professionisti, pubblicisti e praticanti titolari di un rapporto di lavoro subordinato di ambito giornalistico saranno iscritti all’Inps. In particolare la legge di Bilancio ha stabilito la confluenza della gestione sostitutiva dell’INPGI nell’INPS dalla data citata, e ciò attiene sia ai rapporti attivi che a quelli passivi, sia all’assicurazione IVS e sia ai trattamenti di disoccupazione e integrazione salariale dei giornalisti con contratto di lavoro dipendente.
Da notare che l’INPGI proseguirà comunque a svolgere il ruolo di cassa previdenziale privatizzata nei confronti dei giornalisti liberi professionisti o con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Vediamo allora un po’ più nel dettaglio le novità riguardanti le pensioni giornalisti 2022.
Pensioni giornalisti 2022: cosa cambia per le pensioni anteriori o successive al primo luglio?
Il riferimento normativo che qui interessa, contenuto nella legge di Bilancio 2022, è all’art. 1, commi 103-118. Esso infatti - come accennato - disciplina il passaggio all’istituto di previdenza pubblico della gestione sostitutiva INPGI.
Da notare che siamo innanzi alla prima parte del trasferimento che dal primo gennaio 2024 andrà totalmente a regime, estendendosi alle prestazioni non previdenziali, come i trattamenti di disoccupazione e di CIG che saranno, nel frattempo, versati dall’Inps ma in base alle regole INPGI.
Dal punto di vista dello spartiacque del primo luglio 2022, occorre puntualizzare quanto segue:
- nessuna novità sostanziale per chi già incassa un trattamento pensionistico o per chi lo maturerà entro giugno 2022, giacché si applicheranno le regole INPGI;
- per quanto attiene alle pensioni posteriori alla data del primo luglio 2022, esse saranno individuate, nel rispetto del principio del pro rata, uniformemente a quello degli iscritti nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) dell’Inps.
L’ammontare del trattamento sarà perciò il risultato della somma delle quote di pensione corrispondenti alle anzianità contributive conseguite fino al 30 giugno 2022, quantificate secondo le disposizioni vigenti presso l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, e della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive conseguite dal primo luglio 2022, sulla scorta delle disposizioni del Fondo pensioni lavoratori dipendenti Inps.
Ricordiamo inoltre che il principio pro rata per la pensione costituisce uno specifico meccanismo di calcolo pensionistico, che serve a tutelare i pensionandi contro possibili modifiche di legge peggiorative del sistema di calcolo del trattamento pensionistico finale. Ciò al fine che le novità intercorse possano essere applicate esclusivamente per calcoli futuri e non in riferimento a contributi già versati negli anni anteriori.
Da notare altresì che INPGI si è servito del sistema retributivo fino al 2016 e per le annualità posteriori del sistema contributivo, come quello dell’Inps. Esclusivamente agli iscritti dal primo gennaio 2017 si applica il sistema di calcolo contributivo in modo integrale, con relativo massimale.
INPGI, pensione giornalisti: le ragioni alla base della novità del primo luglio 2022
L’istituto di gestione sostitutiva INPGI ha caratteristiche del tutto peculiari rispetto ad altre forme di previdenza obbligatorie. Infatti esso è il solo ente che amministra una forma sostitutiva dell’assicurazione generale obbligatoria in regime di diritto privato, dopo la privatizzazione del d. lgs. n. 509 del 1994.
Detta amministrazione, come sopra accennato, termina il primo luglio 2022 a seguito dell’assorbimento della stessa nell’Istituto di previdenza INPS. La motivazione è da rintracciarsi nel grave squilibrio tra prestazioni ed entrate contributive. Da inizio luglio, perciò, l’Istituto gestirà soltanto i rapporti di lavoro giornalistico autonomo e quelli di coloro che operano in regime di collaborazione coordinata e continuativa (cd. INPGI 2).
In un contesto come questo, non sorprende dunque che le norme sulla previdenza pubblica obbligatoria, rivolte ai lavoratori assicurati all’Inps, non siano state spesso applicabili ai giornalisti, in modo diretto. Pensiamo ad esempio alle regole in tema di Quota 100.
Vero è però che INPGI, come le altre casse professionali, versa una serie di prestazioni previdenziali agli assicurati, che hanno nomi del tutto simili a quelle corrisposte alla totalità dei lavoratori iscritti presso l’Inps. Ciò che cambia sono le regole e i criteri, in considerazione del regime privatistico in gioco e in virtù dell’autonomia dell’istituto. In particolare la Fondazione eroga la disoccupazione e la cassa integrazione, i trattamenti previdenziali di vecchiaia, anzianità, invalidità e superstiti, i trattamenti economici contro la tubercolosi e non solo.
INPGI e pensioni giornalisti: quali sono i requisiti per la pensione? Il quadro
Come in precedenza accennato, dal primo gennaio 2017 è stata varata la riforma della gestione sostitutiva INPGI, nella finalità di garantire l’equilibrio di bilancio della Fondazione nel medio lungo periodo. Ed appunto le nuove regole hanno altresì introdotto, nel rispetto del pro rata, il sistema di calcolo contributivo nella gestione, in rapporto alle anzianità contributive maturate dalla citata data in poi.
A partire dal primo luglio, la legge di Bilancio 2022 ha di seguito stabilito l’assorbimento della gestione sostitutiva INPGI nell’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori subordinati. Non vi sono particolari dubbi: dalla menzionata data i requisiti pensionistici applicabili sono, dunque, quelli vigenti nell’assicurazione comune. Vale a dire:
- pensione con «Quota 102», 64 anni con 38 anni di contributi regolarmente versati.
- pensione di vecchiaia, 67 anni e 20 anni di contributi regolarmente versati.
- pensione anticipata, 42 anni e 10 mesi di contributi + finestra mobile di tre mesi dalla maturazione dei requisiti per gli uomini; invece 41 anni e 10 mesi le donne.
- pensione con «Opzione Donna», 58 anni con 35 anni di contributi, se ottenuti entro il 31 dicembre dell’anno appena concluso.
Di fatto perciò è superata la pensione di anzianità con 62 anni e 5 mesi di età con 40 anni e 5 mesi di contribuzione regolarmente effettuata. Ma attenzione: possono continuare ad accedere, in ogni momento, alla pensione con le regole vigenti nell’ambito della gestione INPGI, tutti coloro che abbiano maturato i requisiti pensionistici entro il 30 giugno 2022. Tenuto conto del fatto che dal primo gennaio 2017 i requisiti pensionistici sono stati quasi integralmente armonizzati con l’INPS, il vantaggio attiene in sostanza a lavoratori come ad esempio coloro che hanno raggiunto 62 anni e 5 mesi di età con 40 anni e 5 mesi di contributi - requisito da maturarsi totalmente con la contribuzione INPGI - entro il 30 giugno 2022.
Infine, intendiamo ribadire che INPGI dal primo luglio 2022 continuerà comunque ad esistere e a svolgere le sue funzioni, garantendo le tutele previdenziali verso i soli giornalisti professionisti e pubblicisti che esercitano attività autonoma di libera professione, ossia senza alcun vincolo di subordinazione o che compiono attività lavorativa di natura giornalistica servendosi delle regole co.co.co. Essi sono iscritti presso la gestione separata INPGI (cd. «INPGI 2») e ad essi è applicato un calcolo del tutto contributivo.
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