Per il governatore di Banca d’Italia Visco una riforma tributaria complessiva è una priorità per il paese
Dopo oltre 40 anni dall’ultima riforma tributaria sarebbe necessario intervenire. Ne è certo il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che oggi, presenziando alla presentazione dell’ultimo libro dell’ex ministro Pier Carlo Padoan alla Camera, ha parlato di priorità.
Per il numero uno di Bankitalia, più dei singoli interventi, sarebbe necessario effettuare una valutazione strutturale molto più attenta, fatta dagli esperti di diritto tributario e di scienze delle finanze.
Visco chiede una riforma tributaria complessiva
In un contesto completamente differente rispetto a quello di quarant’anni fa, digitale e globale, sarebbe ora di metter mano alla riforma tributaria nel suo complesso. Lo ha detto il governatore di Banca d’Italia alla Camera. Per Visco a nulla servono gli interventi singoli come gli 80 euro di Renzi o l’abbassamento delle tasse per coloro che hanno un reddito limitato o per le imprese, sarebbe invece necessaria una valutazione più incisiva fatta da tecnici del settore.
Di fronte ai rischi concreti per la nostra economia, Visco ha invece aggiunto che sarebbe stato meglio attuare una politica di bilancio più prudente “soprattutto per quanto riguarda la composizione del bilancio” stesso.
Visco ha anche commentato le ultime divergenze con il governo giallo-verde, cercando di attenuare le polemiche sull’autonomia della banca centrale.
“Ci possono essere differenze di opinioni, ma il rispetto dell’autonomia c’è sempre. Non ho dubbi su questo né sui governi passati né su questo. La Banca d’Italia è al servizio del Paese e collabora con il ministro dell’Economia del momento al 100%, come sicuramente Pier Carlo Padoan ricorda”,
ha affermato il governatore rivolgendosi all’ex titolare del Tesoro. Un passaggio lo ha dedicato anche al bail-in e alla sua introduzione che, secondo l’attuale ministro Giovanni Tria, sarebbe stato frutto di un vero e proprio ricatto da parte della Germania.
“C’è un dibattito se abbiamo fatto bene o male, se siamo stati ricattati o non ricattati, a sottoscrivere l’accordo bail-in. Il problema grosso è stato l’anticipo al 2016 anziché al 2018”.
Per il governatore è stata una corsa per le banche, che alla fine “ha colpito sicuramente gli obbligazionisti subordinati”. Il sistema di credito italiano, nonostante la crisi economica difficilissima da gestire e le sfide straordinarie, ha retto molto meglio di quanto ci si poteva aspettare. Poi nel commentare le difficoltà degli istituti di credito, ha concluso che i governi Renzi e Gentiloni hanno
“portato a termine con difficoltà ed eccessiva lentezza la soluzione della crisi di Monte dei Paschi”,
una grande banca che ha vissuto “gravi problemi di conduzione”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA