Aumentano gli utenti italiani che preferiscono l’internet banking ma sono meno dei cittadini di altri Paesi europei.
L’era digitale cambia le abitudini degli italiani modificando i rapporti anche con le banche.
Meno file agli sportelli e più internet banking, insomma, come aveva segnalato già l’Abi a fine novembre.
Ora arriva anche la conferma dai dati Eurostat che rilevano come quasi un italiano su tre nel 2017 abbia compiuto operazioni bancarie e gestito il conto corrente attraverso il web.
Dati in crescita per l’Italia, anche se in Europa quasi tutti gli altri Paesi fanno meglio di noi.
Gli italiani e la banca online
Stando ai dati di Eurostat, in Italia nel 2017 il 30% degli utenti ha quasi completamento rinunciato ad andare in banca per effettuare operazioni sul proprio conto preferendo la comodità offerta dal web.
Anche nel nostro Paese, dunque, computer, smartphone e tablet prendono sempre più il posto dello sportello bancario anche se a livello europeo, la performance dell’Italia non è tra le migliori, anzi.
In Europa, infatti, la media di utenti che si affidano alle banche online è del 51%, ben al di sopra della percentuale italiana, sebbene questa sia in continua crescita.
Ma che caratteristiche hanno gli utenti italiani che si affidano a internet per le operazioni bancarie? Secondo un’indagine Abi Lab-Doxa, il cliente mobile tipo ha meno di 55 anni (28% millenials e 25% tra 34 e 55 anni) ed ha un elevato livello di istruzione (50% ha il diploma e il 38% una laurea)
La situazione in Europa
Il dato italiano, come detto, è al di sotto della media europea ed è anche piuttosto lontano dalle percentuali rilevate in Paesi come Danimarca e Olanda dove quasi la totalità dei cittadini (90%) gestisce il proprio conto corrente con un clic.
Superano il dato medio europeo, tra gli altri, Francia, Germania e Regno Unito ma anche Austria, Slovacchia e Lettonia.
Tra il 51% dell’Europa a 28 e il 30% dell’Italia troviamo Paesi come Spagna, Malta e Polonia mentre a chiudere la classifica c’è la Bulgaria: qui i cittadini preferiscono ancora la fila agli sportelli e solo il 5% degli utenti utilizza internet per compiere operazioni bancarie.
Ripercussioni sull’occupazione?
Uno scenario in continua evoluzione, dunque, che potrebbe avere ripercussioni sul settore, soprattutto sul fronte occupazionale anche alla luce della tendenza di un comparto - già in atto - che spinge a pensionamenti anticipati ed esodi volontari.
Ma gli operatori di settore sembrano minimizzare il rischio che l’ascesa dell’internet banking in Italia potrebbe avere sui livelli occupazionali del mondo bancario.
A spiegarne i motivi è Lando Maria Sileoni, di Fabi, primo sindacato del settore:
“Le banche non possono permettersi di ridurre la loro presenza sul territorio, il loro spazio sarebbe occupato da Poste italiane. In realtà i nostri istituti di credito hanno tutto l’interesse a tenere un rapporto diretto con la clientela senza spingere in modo eccessivo l’acceleratore sull’internet banking”.
I dati dell’Abi
A fine novembre, l’Abi aveva già provato a tracciare un quadro delle trasformazioni in atto nel rapporto tra gli italiani e le banche nell’era di internet.
Ne era emerso che la quota di cittadini che preferiscono il web e la moneta elettronica ai tradizionali canali e strumenti bancari è in aumento.
In particolare, secondo i dati diffusi dall’Abi, sono 17 su 100 gli italiani che hanno quasi totalmente abbracciato l’internet banking limitando la loro presenza fisica davanti all’operatore di sportello. Le visite in banca, infatti, si sono ridotte da 1,5 a 1 al mese.
Un trend in forte crescita che sta portando alla riorganizzazione del settore. Non passerà infatti inosservato la riduzioni di filiali e sportelli attivi sul territorio nazionale. Come evidenziato dall’Abi, sono passati dai 32,881 del 2012 agli attuali 27.946.
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