Giorgetti parla anche di lista della spesa per la difesa irritando Crosetto: “Purtroppo non è Natale, non c’è nulla da festeggiare”. I commenti su BTP, MPS e profitti banche.
Rimane incrollabile la fiducia del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti nella resilienza dell’economia italiana e nei BTP.
Il titolare del Tesoro torna a mettere in evidenza i punti di forza dell’Italia di Meloni, capace a suo avviso di far fronte alla minaccia dei dazi imposti dal Presidente americano Donald Trump anche meglio di altri Paesi.
Giorgetti: “L’Italia sta bene, supereremo questione dazi Trump meglio degli altri”
Così il ministro dell’Economia e delle Finanze nella giornata di ieri, 17 aprile 2025:
“L’Italia sta bene, qui c’è una innata capacità di superare le difficoltà. La resilienza si può applicare esattamente all’Italia. La questione dei dazi noi siamo in grado di superarla meglio degli altri perché siamo un popolo che ha la capacità innata di superare le difficoltà nonostante una classe politica un po’ scarsa”.
Sarà. Il ministro parla di conti pubblici, di crescita del PIL, di dazi, di risparmi degli italiani che sarebbe meglio convogliare nei BTP, e della questione spinosa delle spese per la difesa. E su quest’ultimo punto riesce a irritare anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, che non riesce a condividere il suo umorismo e che lo scrive chiaramente, con un post su X.
Al termine dell’MPS Day, che ha visto la banca senese incassare la benedizione dei suoi azionisti sull’OPS lanciata su Mediobanca, non possono mancare inoltre i complimenti di Giorgetti, titolare di quel Tesoro che detiene ancora una quota di maggioranza nel capitale di Monte dei Paschi di Siena, per il lavoro svolto dal governo Meloni. Un lavoro che ha sancito la metamorfosi della banca senese, diventata orgoglio dell’Italia, come rimarcato più volte dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Le cose, per Giorgetti, non vanno poi alla fine così male.
Giorgetti a 360°, interrogato sul DFP: il fattore dazi Trump che preoccupa ma anche “i rischi al rialzo”
Il ministro ha parlato ieri, in occasione della presentazione del settimale Moneta , ma non solo.
Nelle ore precedenti, Giorgetti si era presentato in audizione, al cospetto delle commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato, per rispondere alle domande sul Documento di finanza pubblica (DFP), così come è stato ribattezzato il DEF, appena presentato: un DFP da cui sono emerse, in realtà, tutte le difficoltà dell’economia dell’Italia, tanto che le nuove stime sulla crescita del prodotto interno lordo hanno praticamente dimezzato quelle precedentemente annunciate dal governo Meloni.
Le previsioni sul trend del debito-PIL hanno confermato, inoltre, come il debito pubblico italiano rimanga la croce del Paese.
Va dato atto a Giorgetti di avere riconosciuto, nel corso dell’audizione, almeno le sfide a cui fronte l’Italia, nel nuovo contesto economico globale stretto nella morsa dei dazi di Trump.
“Nella fase attuale prevalgono i segnali, in termine di aspettative, di rallentamento ciclico. Ci si attende che l’evoluzione in senso restrittivo delle relazioni commerciali porti un ulteriore e più netto calo nel ritmo di crescita del commercio internazionale nel corso del 2025”, ha detto il titolare del Tesoro, aggiungendo che “il quadro complessivo resta, comunque, estremamente incerto”. Motivo per cui le stesse “analisi interne” stilate dal MEF “sono orientate alla massima cautela”.
Questo significa tuttavia che le previsioni che sono state pubblicate nel Documento di Finanza Pubblica sono “prudenziali” e che, dunque, margini di miglioramento ci sono.
Nel DFP, ha spiegato Giorgetti, “ tutte le simulazioni sono basate su ipotesi più sfavorevoli e pertanto forniscono indicazioni in senso peggiorativo sulla crescita e finanza pubblica ”.
Ma, per l’appunto, “ricorderei che sembra prospettarsi uno scenario meno avverso di quello messo in conto nelle previsioni ufficiali; più favorevole in termini sia di possibile esito finale della struttura dei dazi a livello internazionale, sia di variabili esogene (quali i prezzi dell’energia e i tassi d`interesse) che condizionano la crescita ”.
Insomma, non si esageri con il pessimismo, è in sostanza il messaggio del titolare del Tesoro: “Il quadro macroeconomico è pertanto soggetto anche a rischi positivi ”.
Tra l’altro, le stesse stime che il governo Meloni aveva in mente di presentare erano improntate, inizialmente, a un maggiore ottimismo. Poi, a causa dei dazi annunciati dal Presidente Donald Trump, “ci siamo adeguati”, il che significa che, “se la situazione si scongela, può darsi che ci sia revisione al rialzo”.
Spese difesa, Giorgetti fiducioso nella capacità dell’Italia di centrare il target del 2% del PIL
Sul dossier che ha acuito le tensioni tra il governo Meloni e le opposizioni, ovvero su quello delle spese per la difesa, il ministro Giancarlo Giorgetti si è detto convinto, a dispetto di tutti i venti contrari, della capacità dell’Italia di centrare il target del 2% del PIL: “Con riferimento alle spese per la difesa e, più in generale, di sicurezza del Paese, il lavoro di ricognizione secondo la metodologia NATO, effettuato con particolare scrupolo, lascia ritenere che già da quest’anno saremo in grado di raggiungere l’obiettivo del 2 per cento del PIL assunto nel 2014 ”.
Un obiettivo, quello delle spese per la difesa, da centrare in ogni modo, secondo il ministro: “Siamo oltremodo coscienti, anche alla luce delle attuali tensioni, dell’esigenza di incrementare tali spese nei prossimi anni ”.
Per ora, ha fatto notare Giorgetti, il governo Meloni non utilizzerà “la deroga al Patto di stabilità per le spese militari”, in un contesto in cui l’intenzione è quella di “aspettare il vertice NATO di giugno 2025 per capire quale è l’orientamento generale”.
Poi, sarà necessario “fare delle scelte perchè se si aumentano le spese militari non si aumentano altre spese come la spesa per la sanità o altro ”. Una frase che ha fatto scattare subito sull’attenti l’opposizione, che ha drizzato immediatamente le antenne.
Ma non è stata solo l’opposizione a far capire di non condividere né l’umorismo né l’ottimismo di Giorgetti.
D’altronde, vanno ricordati anche quegli scenari che sono stati paventati dallo stesso Documento di Finanza pubblica.
Non solo l’opposizione, la reazione del ministro Crosetto alle frasi di Giorgetti: Purtroppo non è Natale
Tra le reazioni alle parole del ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, dal fronte delle opposizioni, in evidenza quelle del presidente dei senatori del PD Francesco Boccia:
“ ’Io ho un debito da gestire che mi grava per circa 90 miliardi di interessi. Quella roba lì si mangia tutto, divora ogni tipo di spesa, anche la più nobile come la sanità, la scuola, tutte queste belle cose, va messa in sicurezza’. Queste sono le sincere parole del ministro dell’Economia nella replica in audizione sul DFB. Parole che contengono l’ammissione dell’impotenza del governo Meloni: di fronte al debito, alle scelte di Trump, alle politiche fallimentari sul fisco, ai ritardi sul PNRR e al buco INPS questo esecutivo non sa che pesci prendere. E il DFP è la cartina tornasole di questa impotenza: un documento vuoto, senza orizzonte, senza quadro programmatico e senza una scelta di priorità. Così la scuola e la sanità diventano ’belle cose’ che però Giorgia Meloni, Giorgetti e compagnia non sanno come tutelare. Fanno condoni, concordati e ’saldi e stralci’, decreti sulle liste d’attesa che creano solo caos ma non riescono a tutelare la scuola e la salute pubbliche. Le affermazioni di Giorgetti e il DFP sono l’evidente resa di un governo che non sa come affrontare la grave crisi che sta colpendo famiglie e imprese italiane colpite dalla crisi commerciale causata dai dazi imposti da Trump e non ha uno straccio di idea per il futuro del nostro Paese”.
Più di un appunto è arrivato dallo stesso ministro della Difesa, Guido Crosetto, con un post su X, con cui ha risposto a quelle dichiarazioni rilasciate da Giorgetti sulla cosiddetta “lista della spesa”:
“Purtroppo non è Natale, non c’è nulla da festeggiare, non ci sono liste della spesa ma viviamo tempi drammatici. Mi fa piacere che Giancarlo non abbia perso il senso dell’umorismo che io fatico spesso a ritrovare perché lavoro pensando agli scenari che potrebbero essere costretti ad affrontare le donne e gli uomini della Difesa, cioè le persone che hanno promesso di difendere me, lui, e tutti gli altri cittadini italiani”.
La reazione di Crosetto, come si legge nel post, non è finita certo qui:
Purtroppo non è Natale, non c’è nulla da festeggiare, non ci sono liste fella spesa ma viviamo tempi drammatici. Mi fa piacere che Giancarlo non abbia perso il senso dell’umorismo che io fatico spesso a ritrovare perché lavoro pensando agli scenari che potrebbero essere costretti… pic.twitter.com/ehF6FTXV8A
— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) April 17, 2025
Giorgetti e il consiglio ai risparmiatori italiani: “prendano i BTP, hanno successo”
Nel corso dell’audizione di ieri alle commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato, Giorgetti è tornato a sponsorizzare i BTP, ovvero i Titoli di Stato italiani, appena reduci dall’upgrade del rating del debito italiano annunciato da S&P Global: nel mettere in evidenza che il potere di acquisto, in Italia, è salito del 3% e che, allo stesso tempo, i consumi non sono aumentati, in quanto evidentemente gli italiani hanno continuato a risparmiare, il ministro ha dato un consiglio a chi continua ad accumulare contanti, senza usarli:
“Spero che con i maggiori risparmi i cittadini prendano i BTP che hanno un discreto successo ”.
I BTP appena promossi continuano a dare, di fatto, grandi soddisfazioni a Giorgetti e al governo Meloni, come hanno dimostrato i risultati dell’emissione tramite sindacato di un nuovo benchmark BTP a 7 anni e di un nuovo benchmark BTP€i a 30 anni.
Con la prospettiva di più tagli dei tassi di interesse dell’area euro da parte della BCE di Christine Lagarde, che proprio ieri ha sfornato un altro taglio, il settimo, in poco meno di un anno, i BTP continuano infatti a essere richiesti. Non solo dai cosiddetti BTP People - come ha dimostrato l’emissione, a febbraio, del BTP Più, quinta edizione del BTP Valore,, ma anche dagli investitori esteri.
Giorgetti su MPS, “da banca scassata a principessa”. E sulle banche il ministro torna su quei profitti
Una riflessione, il titolare del Tesoro Giancarlo Giorgetti l’ha fatta su MPS, definita dal ministro ex “banca scassata”, ricordando in quali condizioni la banca senese si trovasse, quando il governo Meloni si era insediato.
“Lo Stato si è ritrovato una banca scassata, poi incredibilmente è stata risanata e ora è la principessa a cui tutti vogliono mettere la scarpetta”.
Infine, complimenti a MPS-Monte dei Paschi di Siena a parte Giorgetti, che lo scorso autunno aveva indossato più volte le vesti di paladino dei cittadini contro le banche - perennemente colpevoli, secondo il governo Meloni, di avere macinato fin troppi profitti - in quei mesi in cui era tornata l’ipotesi di punire il settore con una nuova edizione della tassa sugli extraprofitti, è tornato a presentare la differenza tra il suo ruolo e quello degli istituti di credito: “La differenza tra un ministro e un banchiere è che il banchiere deve farsi giustamente gli affari suoi e mira al profitto individuale, il ministro deve fare gli interessi generali. Che ci sia conflittualità può darsi che sia naturale”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA