Il nuovo CEO di Stellantis, Carlos Tavares, sta facendo il giro degli stabilimenti ex di Fiat Chrysler in Italia
Con Stellantis che punta a un risparmio di oltre 5 miliardi di euro all’anno, il CEO Carlos Tavares sta attualmente visitando le strutture italiane del gruppo per incontrare i sindacati locali e consolidare le loro relazioni.
Carlos Tavares in vista negli stabilimenti italiani di Stellantis
Carlos Tavares si è fermato in alcuni dei principali siti di produzione in Italia, come Mirafiori vicino a Torino mercoledì, Melfi giovedì e Cassino venerdì, lo ha confermato la Reuters. Sembra che il capo di Stellantis abbia già fatto una buona impressione durante le sue visite ai sindacalisti.
«Non era mai successo che un amministratore delegato si fosse seduto per rispondere alle domande di rappresentanti a un livello così di base», ha detto Marco Lomio del sindacato UILM della regione Basilicata (Melfi), aggiungendo che Tavares ha avuto il tempo di ascoltare e di rispondere effettivamente a tutte domande.
Il nuovo numero uno di Stellantis cerca di consolidare i rapporti con i sindacati
Poi Lomio ha lanciato una frecciatina all’ex capo di Fiat Chrysler Automonbiles, Mike Manley dicendo: “Mike Manley non ci aveva mai fatto visita allo stabilimento. Tavares sembra essere più in linea con lo stile dell’ex amministratore delegato Sergio Marchionne".
All’inizio di questa settimana, Carlos Tavares ha parlato virtualmente con i capi dei sindacati metalmeccanici italiani, cosa che è stato visto come un «atto di rispetto» da Francesca Re David, il capo del sindacato metalmeccanico FIOM.
Italia e Francia sono i due principali poli di produzione del nuovo gruppo
“È importante che abbia incontrato tutti i sindacati e che abbia sottolineato la necessità di investire nell’intelletto, nella creatività e nelle capacità dei lavoratori italiani”, ha affermato.
Questa strategia sembra dare i suoi frutti per Tavares, soprattutto se si considera che Italia e Francia sono i due principali poli di produzione di Stellantis per l’Europa, e i sindacati italiani temevano che la fusione avrebbe spostato il baricentro del gruppo maggiormente verso Parigi.
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