Stellantis top a Piazza Affari post Trump. Elkann fa mea culpa, mentre esplode rabbia per compenso Tavares

Laura Naka Antonelli

15/04/2025

Azioni Stellantis in corsa a Piazza Affari dopo l’annuncio sui dazi al settore auto di Donald Trump. Le parole di Elkann nel giorno dell’assemblea degli azionisti. Il caso Tavares

Stellantis top a Piazza Affari post Trump. Elkann fa mea culpa, mentre esplode rabbia per compenso Tavares

Raffica di buy sulle azioni Stellantis, che hanno chiuso in rally del 6,46%, a quota 8,319 euro sul Ftse Mib di Piazza Affari, confermandosi le migliori del listino.

A far scattare gli acquisti sui titoli, è stata la nuova giravolta del presidente Donald Trump, che nella giornata di ieri ha aperto alla possibilità di sospendere i dazi sul settore auto precedentemente imposti, pari al 25%, per consentire ai produttori di auto il tempo necessario per spostare la loro produzione negli Stati Uniti.

Trump ha detto chiaramente di star riflettendo sul modo “di aiutare alcune aziende automobilistiche”.

Le parole di Trump su dazi auto accendono i buy su Stellantis e sul settore auto

Sono bastate queste poche parole a portare gli investitori a fare incetta delle azioni, con rialzi in Europa che hanno visto protagonisti Stellantis, la francese Valeo e il gigante tedesco Volkswagen.

Occhio al commento degli analisti di Citi, che hanno fatto notare che finora l’impressione è che i giganti automobilistici abbiano cercato di evitare di annunciare alcuna revisione alla loro guidance, “nella speranza probabilmente che ci siano cambiamenti ai dazi, prima di prendere decisioni strategiche di più lunga durata ”.

Citi si è mostrata tuttavia relativamente fiduciosa nei confronti delle azioni del settore automobilistico, facendo notare che, “sebbene appaia chiaro che i dazi americani imposti contro l’Unione europea rimarranno in essere, è possibile che il panico scatenato dalle tariffe sia alle nostre spalle ”.

Fari su Stellantis nel giorno dell’assemblea degli azionisti. Quel compenso a Tavares che fa infuriare il sindacato

Detto questo, oggi gli investitori avrebbero acceso in ogni caso i fari su Stellantis, a causa dell’assemblea degli azionisti, che si è riunita ad Amsterdam per approvare i conti della casa automobilistica, così come le proposte sui dividendi e i compensi al management presentate dai vertici del gruppo.

Il via libera dei soci, anche al compenso a favore dell’ex CEO Carlos Tavares (di 23 milioni di euro, oltre a 12 di buonuscita) è arrivato.

Immediata la reazione dei sindacati, in particolare del segretario nazionale della FIOM-CGIL Michele De Palma, che ha fatto notare che “ la proprietà ha deciso di remunerare chi ha portato a un fallimento la politica industriale e occupazionale di Stellantis ”. E che ha aggiunto che, di fatto, “ è stato premiato chi ha fatto il disastro, mentre i lavoratori sono in Cig”.

Il mea culpa di John Elkann

A prendere la parola nella giornata di oggi è stato ovviamente, in occasione dell’assemblea degli azionisti, il presidente di Stellantis John Elkann, che ha fatto tra l’altro mea culpa, ammettendo che “il 2024 (di fatto un anno nero per l’azienda) non è stato un buon anno per Stellantis”, e che “i motivi sono stati in parte di nostra competenza”, fattore che “ha reso il risultato ancora più deludente”.

Elkann ha affermato inoltre che la nomina del nuovo CEO che prenderà il posto di Carlos Tavares è attesa entro “la prima metà del 2025.

Sulla possibile decisione del presidente americano Donald Trump di mettere in pausa i dazi imposti sul settore auto, il presidente di Stellantis ha detto che l’azienda è stata incoraggiata dalle parole del capo della Casa Bianca, ricordando che, negli USA, il comparto è colpito dalle tariffe in modo significativo visto che, oltre ai dazi del 25%, vanno considerati anche “dazi aggiuntivi, tra cui quelli sull’alluminio, sull’acciaio e sulle componenti ”.

Dal canto suo, il segretario della FIOM-CIGL ha rincarato la dose contro Stellantis, segnalando che “è assolutamente inaccettabile che non ci sia un piano industriale”, nel ricordare che “per poter fare un piano industriale e occupazionale c’è bisogno di un amministratore delegato ”; di conseguenza, ha continuato De Palma, “penso che in questo momento il presidente John Elkann debba assumersi la responsabilità, visto che le scelte fatte fino ad ora di manager hanno portato allo stato in cui siamo oggi ”.

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