Dazi Trump sulle auto, chi perde (tutti) e chi guadagna (Musk)

Alessandro Cipolla

27 Marzo 2025 - 08:06

Donald Trump ha annunciato dazi fino al 25% su tutte le auto non prodotte negli Stati Uniti: chi sono i Paesi più colpiti e perché tra le case automobilistiche al momento a ridere è solo Tesla.

Dazi Trump sulle auto, chi perde (tutti) e chi guadagna (Musk)

Dazi Trump auto, nelle scorse ore il presidente americano ha firmato un proclama che di fatto ha ampliato la guerra commerciale globale in atto da quando il tycoon ha fatto ritorno - poco più di tre mesi fa - alla Casa Bianca.

Quello che faremo è una tariffa del 25% su tutte le auto che non sono prodotte negli Stati Uniti - ha dichiarato Donald Trump -. Inizieremo con una base del 2,5%, che è la nostra attuale base, e arriveremo al 25%".

Le nuove tasse sulle importazioni entreranno in vigore il prossimo 2 aprile e la riscossione inizierà il 3 aprile; si tratta di dazi permanenti che dureranno per il resto del mandato presidenziale, con anche il settore delle auto che così sarà colpito dalla scure di Trump.

Come noto il 2 aprile è lo stesso giorno in cui il presidente intende annunciare tariffe reciproche - probabilmente sempre del 25% - nei confronti di quei Paesi che ritiene essere responsabili della maggior parte del deficit commerciale degli Stati Uniti, con anche l’Italia che non sarà risparmiata.

Gli esperti del settore automobilistico prevedono che quest’ultima mossa farà aumentare i prezzi e ostacolerà la produzione, con anche la Borsa che ha reagito molto male dinanzi all’annuncio fatto da Donald Trump.

Al momento a sorridere sarebbe solo Elon Musk, con Tesla che ha chiuso in rialzo - unica tra le case automobilistiche - dopo i dati horror delle ultime settimane a causa di un marcato calo delle vendite.

Auto, solo Musk ci guadagna con i dazi di Trump?

Nel 2024 gli Stati Uniti hanno importato prodotti automobilistici per un valore di 474 miliardi di dollari, tra cui autovetture per un valore di 220 miliardi di dollari. Messico, Giappone, Corea del Sud, Canada e Germania, tutti stretti alleati di Washington, sono stati i maggiori fornitori.

I componenti per automobili conformi allo USMCA - l’accordo commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada che vale 1 trilione di dollari l’anno - rimarranno invece esenti da dazi, almeno fino a quando non verrà stabilita una procedura per applicare dazi al loro contenuto non statunitense.

La tariffa del 25% - si legge nel comunicato della Casa Bianca - sarà applicata ai veicoli per passeggeri importati (berline, SUV, crossover, minivan, furgoni) e ai camion leggeri, nonché ai principali componenti delle automobili (motori, trasmissioni, componenti del gruppo propulsore e componenti elettrici), con procedure per ampliare le tariffe su ulteriori componenti, se necessario”.

Come riporta Reuters il mercato azionario statunitense ha chiuso in ribasso a causa delle preoccupazioni sui dazi. L’indice di riferimento S&P 500 è sceso dell’1,1% prima della conferenza stampa: finora a marzo il calo è stato di oltre il 4%.

In particolare le azioni del settore automobilistico sono crollate dopo l’annuncio dei dazi: la General Motors è scesa del 6%, Ford del 4%, Toyota Motors del 2,2% e BMW del 4,1%.

Al contrario la Tesla ha guadagnato l’1,2%. Durante la sua conferenza stampa, Donald Trump infatti ha affermato che i dazi potrebbero essere neutrali per Tesla, specificando che Elon Musk mai gli ha chiesto un favore per le auto elettriche o altro.

Al momento però l’unico che sembrerebbe guadagnarci dall’annuncio di Trump sembrerebbe essere proprio Musk, suo grande finanziatore della campagna elettorale e anche parte della sua amministrazione visto il ruolo di guida del DOGE.

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