Con il MES l’Italia riceverebbe un grosso prestito, ma tutto ha un prezzo. Ecco il piano della Germania per affossare l’Italia approfittando del coronavirus.
Non è difficile intravedere il piano della Germania per affossare definitivamente l’Italia, ormai da troppo tempo l’ultima della classe all’interno dell’Unione Europea.
In ginocchio causa coronavirus, Conte invoca l’attivazione del MES, anche dopo il lancio del bazooka della BCE, un nuovo e imponente Quantitative Easing dal valore di 750 miliardi di euro.
Tuttavia, il Meccanismo Europeo di Stabilità potrebbe essere quel cavallo di Troia che permetterebbe ai tedeschi di metterci definitivamente KO. Tralasciando il fatto che le richieste dell’Italia cozzano con il regolamento del MES e che, sì, le regole possono essere cambiate ma il tempo per farlo non ce n’è, è di fatto importante capire il progetto che porterebbe la Merkel & co a farci lo sgambetto definitivo.
Il MES per l’Italia è solo una trappola dei tedeschi
Il MES, in buona sostanza, presta soldi a Paesi in difficoltà sotto una lunga serie di condizioni.
È formalmente separato dall’Unione Europa ed interviene attraverso due possibili linee di credito:
- PCCL (linea di credito condizionale precauzionale): dedicata ai membri che possono vantare un’economia e una situazione finanziaria solida, che viene valutata sulla base di sei criteri di ammissibilità da rispettare prima dell’erogazione del credito;
- ECCL (linea di credito soggetta a condizioni rafforzate): dedicata ai membri con situazione solida ma che non riescono a rispettare i sei criteri di ammissibilità previsti per l’accesso alla PCCL. In cambio del prestito, dunque, lo Stato membro si impegna a implementare una serie di misure correttive (aumento delle tasse, tagli alla spesa pubblica e così via) per garantire la solvibilità del debito contratto con il MES stesso.
Ed ecco qui il punto: nel caso italiano, contrarre un debito a condizioni rafforzate (ECCL) con il MES porterebbe all’attivazione delle OMT (Outright monetary transactions, in italiano “operazioni definitive monetarie”), che prevederebbero l’acquisto di Btp a breve termine (con scadenza 1-3 anni) direttamente da parte della BCE secondo sua discrezionalità sia in termini di quantità che in termini di avvio e durata delle operazioni e, naturalmente, sotto le condizioni previste per l’accesso al MES.
Ma anche il QE della stessa BCE prevede l’acquisto di titoli di Stato. Perché i tedeschi vorrebbero farci procedere, piuttosto, tramite il MES? Qui si cela il piano tedesco per dare all’Italia il colpo di grazia.
Il piano della Germania per mettere l’Italia KO definitivamente
Attraverso il Meccanismo Europeo di Stabilità sarebbero presenti delle condizioni ferree per far procedere la BCE all’acquisto dei titoli di Stato italiani, condizioni che all’interno del Quantitative Easing non sussistono poiché si procede in via praticamente incondizionata.
Per ricevere i necessari aiuti, quindi, l’Italia dovrebbe sottostare alla tirannia del MES e di un piano di austerità imponente. Uno scenario che i tedeschi sognano da tempo: si sa, la Germania, il motore dell’Europa, non vede di buon occhio i Paesi come l’Italia, che non riescono a rispettare le regole imposte dall’UE e chiedono continue deroghe, principalmente a causa di un debito pubblico altissimo e poco gestibile. Un debito pubblico, quello italiano, che porta dei rischi che la Germania non vuole condividere. Già da cinque anni l’Italia riesce a evitare la normativa legata al Fiscal Compact, che prevede la riduzione della porzione di debito pubblico/PIL al di sopra del limite del 60% almeno di un ventesimo ogni anno. Il MES potrebbe finalmente obbligarci ad essere ligi alle regole europee, con tutte le conseguenze del caso (un’austerità che il caso recente della Grecia ci fa un baffo).
Per questo motivo porre delle condizioni severe per l’accesso agli aiuti finanziari all’Italia farebbe tanto felice la Merkel. I mercati hanno già dimostrato nelle sessioni dei giorni scorsi quanto temano un simile scenario, chissà se avranno comunque il coraggio di procedere e stringere il cappio al collo del nostro Paese.
Lo conferma il presidente dell’IFO (centro di ricerca economica della Germania), Clemens Fuest, in un’intervista esclusiva all’AGI: questi auspica l’attivazione del MES perché “in questo modo la Banca centrale europea potrebbe ricorrere al programma OMT” - meccanismo spiegato poco sopra - “ovviamente nella misura in cui questi si attengono alle condizioni di questo programma”. E aggiunge: “bisognerebbe poi confrontarsi sui contenuti di queste condizioni”.
MES = condizioni. Condizioni = guinzaglio sul collo dell’Italia in mano alla Germania e ai burocrati europei.
Bazooka BCE, solo un diversivo per prendere tempo
Ovviamente la Germania non era d’accordo con il recente lancio del bazooka da parte della BCE dal valore di 750 miliardi di euro ma la Lagarde, incalzata da Italia, Francia e Spagna, non ha potuto fare altrimenti. Secondo i calcoli la Banca Centrale Europea potrebbe comprare circa 130-150 miliardi di euro in titoli di Stato italiani da qui a dicembre (e in portafoglio ne ha già altri 400 di miliardi). Un’esposizione spaventosa agli occhi della Germania, un punto di non ritorno che, chissà, potrebbe definitivamente far saltare il progetto europeo.
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