Il rame torna a vedere quota 10.000 dollari la tonnellata dopo oltre un decennio, prima di ritracciare poco sotto. Dietro il rialzo un mix di aspettative e preoccupazioni.
Il rame torna a vedere quota 10.000 dollari la tonnellata dopo oltre 10 anni (l’ultima volta era il febbraio 2011), prima di ritracciare poco sotto. Considerata la quotazione corrente di 9.991 dollari, la materia prima è arrivata a realizzare un rialzo del 91,1% su base annua e del 26,1% year-to-date.
Dietro la fiammata del prezzo, secondo gli analisti, ci sono le prospettive di ripresa dell’economia globale, ora che la campagna vaccinale sembra promettere riaperture già nella stagione estiva, ma anche le crescenti preoccupazioni sulla scarsità dell’offerta.
Cosa si nasconde dietro il rialzo del rame?
In primis, dunque, le schiarite sul fronte pandemico, con Regno Unito e Stati Uniti che hanno già immunizzato buona parte della popolazione adulta e viaggiano a spron battuto verso lo smantellamento delle misure restrittive. Buone notizie anche dall’Europa, che sembra essersi finalmente allineata al passo dei principali partner internazionali, dopo mesi di incertezze legate all’approvvigionamento dei sieri.
Le riaperture rimetteranno in moto il motore ingolfato delle maggiori economie mondiali, premiando asset come il petrolio e, per l’appunto, il rame. La materia prima viene infatti considerata imprescindibile per il futuro, visto l’ampio utilizzo nella produzione di energia rinnovabile: una nuova direttrice che Stati Uniti, Regno Unito, Europa e gli altri principali player internazionali dovranno seguire per rispettare i target climatici fissati prima della pandemia.
Qui, oltretutto, si annida un altro fattore rialzista che spiega il pump del prezzo. Il massivo ricorso al rame che gli analisti stimano per il prossimo futuro solleva infatti più di un interrogativo sulla disponibilità di questo metallo, con la domanda che potrebbe superare di gran lunga l’offerta dei produttori. Una scarsità che gonfia logicamente la quotazione dell’asset, e getta ombre sulla possibilità di implementare politiche di contrasto al cambiamento climatico.
Il rame verso i 20.000 dollari?
Per questo, non sorprende che alcuni analisti vedano il rame ben oltre i 10.000 dollari, a stretto giro. Secondo Michael Widmer, Commodity Strategist di Bank of America, nei prossimi anni la quotazione dell’asset potrebbe salire a 13.000 dollari, con possibilità - in caso di mancato aumento dell’offerta - di violente fiammate fino alla soglia dei 20.000 entro il 2025.
leggi anche
Le materie prime in rally: motivi e previsioni
© RIPRODUZIONE RISERVATA