Quando usciranno i risultati e quali sono gli scenari della vittoria del «Si» o del «No» al referendum in Grecia del 5 luglio 2015? Tutte le informazioni: orario, quesito, quorum, retroscena.
Domenica 5 luglio in Grecia si terrà un referendum sull’accettare o meno le proposte di austerità, legate al finanziamento e al salvataggio del Paese offerte dall’UE, Fmi e Bce a fine giugno.
Gli scenari sull’euro-dollaro vedrebbero comunque confermato il trend ribassista della moneta unica, mentre sono in molti a temere l’apertura in rosso delle borse asiatiche ed europee.
I cittadini greci si troveranno davanti ad un quesito diretto a cui bisognerà rispondere sì o no, anche la formulazione della domanda in sé ha già fatto nascere molte critiche.
Ecco tutto ciò che c’è da sapere sul referendum di domani in Grecia.
Referendum in Grecia: orario
Le urne saranno aperte dalle ore 07:00 alle ore 19:00 ora di Atene, ovvero dalle 06:00 alle 18:00 ora italiana.
Quando escono i risultati?
I risultati dovrebbero essere noti per l’apertura dei mercati asiatici, tra le 02:00 di notte (apertura della borsa di Tokyo) e le 04:00 (apertura della borsa di Hong Kong).
Referendum in Grecia: quorum
E’ necessaria la partecipazione di minimo il 40% dei cittadini con diritto di voto registrati affinché il risultato del referendum sia valido. Il voto non è obbligatorio.
Referendum in Grecia: su cosa si vota?
In realtà, il quesito proposto ai cittadini in Grecia riguarda un piano di salvataggio che non esiste più, perché scaduto il 30 giugno.
Il quesito del referendum
«Deve essere accettato il piano di compromessi proposto dalla Commissione europea, il Fondo Monetario internazionale e la Bce all’Eurogruppo del 26 maggio 2015, composto da due documenti che costituiscono l’intera offerta? Il primo documento si intitola Riforme per il completamento del programma corrente e oltre, il secondo Analisi preliminare della sostenibilità del debito».
Le cause: perché un referendum?
Secondo il partito di Tsipras, Syriza, la finalità del referendum è un esercizio di democrazia. I leader dell’Eurozona e i creditori internazionali, sostiene Syriza, stanno cospirando per far cadere il governo democraticamente eletto in Grecia. Quindi il referendum è necessario per ripristinare il processo decisionale democratico del popolo greco. Permetterà direttamente ai cittadini - e non a Bruxelles - di determinare il futuro della Grecia.
I retroscena del referendum in Grecia
La BCE ha dichiarato che non prenderà in considerazione l’estensione del piano di assistenza ELA, ovvero il finanziamento di emergenza alle banche greche, fino a quando si sarà tenuto il referendum.
I sondaggi più recenti non vendono una maggioranza schiacciante né del sì né del no.
La coalizione di governo, Syriza e ANEL, chiede ai cittadini di votare “No” per respingere le proposte di austerità dei creditori e cercare di avere più potere sulle prossime trattative.
Cosa succede se vince il “No”?
La vittoria del «no» non significa la Grecia lascerà l’Eurozona, ma aumenterà le aspettative di un referendum sulla questione. Aumenterebbe inoltre la probabilità che la Grecia vada ufficialmente in default sul proprio debito.
Cosa succede se vince il “Si”?
Il trionfo del «sì» mostrerebbe la volontà del popolo greco affinché il governo torni al tavolo delle trattative e segnalerebbe uno schieramento dei cittadini a favore dell’Euro.
Darebbe inoltre un chiaro segnale politico a favore delle proposte avanzate da UE, BCE e FMI. Ancora, sarebbe causa di una nuova incertezza e difficoltà sulla politica interna della Grecia. Il Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha dichiarato infatti che si dimetterà in caso di vittoria del «sì». Altri potrebbero seguire il suo esempio.
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