Indici PMI e Borse: una sinergia che deve esistere

Ufficio Studi Money.it

1 Marzo 2019 - 14:37

Perchè alcune Borse salgono anche quando l’economia di riferimento rallenta? Abbiamo studiato la correlazione fra l’andamento degli indici PMI manifatturieri e le Borse di Stati Uniti, Cina e Germania. Ecco cosa è emerso

Indici PMI e Borse: una sinergia che deve esistere

Tra gli indicatori macroeconomici che possono fornire una buona fotografia della salute dell’economia di un Paese vi sono gli indicatori che tracciano l’andamento del settore manifatturiero e dei servizi, i più importanti elaborati da IHS Markit.

Per la principale economia globale, quella degli Stati Uniti, oltre a IHS Markit anche l’Institute for Supply Management (ISM) elabora i medesimi indicatori, i quali vengono attentamente monitorati dagli operatori dei mercati finanziari al fine di confermare o meno i valori emersi dalle rilevazioni condotte dall’altro istituto.

Negli Stati Uniti, oltre a questi indicatori che tengono conto del livello di business del settore manifatturiero e dei servizi, a livello nazionale, vi sono anche quelli che tengono conto dell’andamento di questi settori a livello regionale. Fra i più importanti troviamo il Chicago Business Barometer, il Philadelphia Fed Business Outlook e l’Empire State Manufacturing Index.

Perché l’economia rallenta e le Borse salgono?

Abbiamo messo a confronto l’andamento dei principali indici azionari globali con l’andamento dei PMI manifatturieri delle rispettive economie, al fine di valutare se vi è o meno una correlazione che può essere sfruttata operativamente o semplicemente utilizzata come conferma di un trend dei corsi azionari.

Sono stati presi in considerazione l’indice S&P 500 per gli Stati Uniti, il Dax per l’Eurozona e lo Shanghai Composite per la Cina. Ecco cosa è emerso.

Stati Uniti: PMI nazionali e regionali vs S&P 500

Correlazione S&P 500 con IHS Markit PMI (linea arancione) e ISM PMI (linea rossa). Fonte: Bloomberg

Come si può notare dal grafico qui sopra, dal 2016 l’andamento dell’S&P 500 è risultato molto correlato con i dati emersi dalle rilevazioni del PMI elaborato dall’Institute for Supply Management (linea rossa), specialmente durante il tonfo registrato durante l’ultima parte del 2018 e il successivo recupero messo a segno da inizio gennaio 2019.

Tuttavia, l’indice PMI elaborato dall’ISM non ha fornito alcuna indicazione che poteva essere sfruttata a livello operativo, ma solo una conferma della forza o della debolezza dell’indice. L’andamento del PMI elaborato da IHS Markit sembrerebbe invece più interessante.

Da metà aprile infatti, quando l’indice S&P 500 ha cominciato a risalire la china dopo aver segnato i due importanti minimi del 2018 a febbraio ed aprile, l’indice IHS Markit PMI non ha segnato nuovi massimi, anzi, ha evidenziato un costante rallentamento divergendo sempre di più dall’andamento dell’azionario, almeno fino al sell-off di ottobre. Tuttora, nonostante il rialzo dell’indice S&P 500, il PMI (quindi l’economia) fatica a cambiare la rotta intrapresa dal mese di aprile 2018.

Richmond Manufacturing Survey: un buon indicatore di conferma dei prezzi

Per quanto riguarda gli indici regionali è interessante notare come tra i principali che sono il Philadelphia Fed Business Outlook Survey Index, l’Empire State Manufacturing Index, il Chicago Business Barometer e il Richmond Manufacturing Survey, solo quest’ultimo sembrerebbe estremamente correlato all’andamento dell’S&P 500 e sfruttabile come conferma dei corsi azionari.

Correlazione S&P 500 con Richmond Manufacturing Survey. Fonte: Bloomberg

A livello operativo, da quanto evidenziato finora, l’indice ISM è riuscito ad anticipare che il rialzo messo a segno dall’indice S&P 500 dalla seconda metà dell’anno non era sostenuto dall’attività manifatturiera del Paese, mentre il Richmond Manufacturing Survey ha confermato che i movimenti dei corsi effettivamente accaduti potevano essere considerati «validi».

Germania: PMI manifatturiero vs DAX

Correlazione DAX con IHS Markit PMI. Fonte: Bloomberg

Come si può osservare qui sopra anche l’indice PMI manifatturiero tedesco elaborato da IHS Markit è altamente correlato con l’indice DAX. In particolare è importante notare che la ripresa dei corsi effettuata da inizio marzo, fino ai top registrati a maggio, non è stata supportata da un andamento analogo del PMI, che invece ha continuato a segnare mese dopo mese valori in contrazione fino a oltrepassare la soglia critica dei 50 punti con la rilevazione di gennaio.

In aggiunta è anche importante considerare che non vi è stato alcun recupero del PMI a febbraio nonostante l’indice Dax si sia riportato oltre gli 11.620 punti nella giornata odierna.

Cina: Caxin PMI vs Shanghai Composite

Correlazione Shanghai Composite con Caxin IHS Markit PMI. Fonte: Bloomberg

Per quanto riguarda la correlazione tra l’indice Shanghai Composite e il Caixin IHS Markit PMI si può notare, osservando il grafico qui sopra, che vi è una correlazione abbastanza diretta, che potrebbe essere sfruttata come conferma dei movimenti in atto.

Particolare attenzione va prestata al fatto che dal massimo segnato il 29 gennaio il Caixin PMI non ha seguito la medesima via fallendo nuovi massimi, che per il momento non ha ancora recuperato.

PMI manifatturiero come strumento di conferma

L’andamento degli indici dei direttori degli acquisti non sono gli unici da monitorare che possono fornire una fotografia della salute dell’economia di una Paese, ma da quanto emerso nelle correlazioni qui sopra possono essere un valido strumento che può confermare la bontà dell’andamento dei corsi azionari.

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