Il recente ribasso del tasso d’inflazione in alcuni Paesi europei, accompagnato dalla decrescita del prezzo delle materie prime, sembra seguire il copione delle banche centrali. Aria di ripresa?
La buona notizia riguardo il tasso d’inflazione proveniente dalla Francia della scorsa settimana sembra far abbandonare agli analisti l’ipotesi di una recessione europea caratterizzata da tassi d’inflazioni comunque alti, ovvero una stagflazione. L’abbassamento del prezzo delle materie prime comunque conferma i timori riguardo al rallentamento economico: in passato le più grosse recessioni sono state spesso accompagnate da una riduzione degli indici generali delle commodities. Molti analisti quindi iniziano a domandarsi se abbia senso cercare fra i grafici qualche segnale di ripresa oppure se aspettarsi ancora peggioramenti nel 2023?
Rischio stagflazione: uno sguardo al 2023
Il 2022 è stato caratterizzato da un’alta inflazione e un mercato azionario in forte ribasso in piena controtendenza rispetto agli anni precedenti. L’operato delle banche centrali ha cercato per tutto l’anno di calmierare l’inflazione attraverso l’aumento dei tassi d’interesse: il timore per il 2023 era quello di dover affrontare un momento di stagflazione, ovvero un periodo temporale nel quale è presente un’alta inflazione e anche una mancanza di crescita economica. [...]
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