Qual è il significato di stagflazione? La definizione, le cause e le teorie economiche di questo fenomeno, con un focus su come investire se c’è stagflazione.
Qual è il significato di stagflazione? Con questo termine ci si riferisce a una situazione economica particolare nella quale si fondono due fenomeni: la stagnazione e l’inflazione.
La stagflazione si verifica, quindi, quando un’economia presenta contemporaneamente una crescita economica stagnante, un’alta disoccupazione e un’elevata inflazione.
La concomitanza di questi fattori è rara, ma sempre possibile e con esempi concreti - anche se davvero pochi - nella storia.
Il meccanismo che mette in moto la stagflazione comprende una riduzione della domanda abbastanza evidente e maggiore disoccupazione. Con consumatori che spendono poco e che vedono i loro redditi bloccati o diminuire si innesca una crescita lenta. In un’economia di mercato normale, questa situazione favorirebbe un abbassamento dei prezzi.
Tuttavia, se fattori anche esterni - come shock dell’offerta di materie prime - spingono in alto l’inflazione, mentre altre condizioni indeboliscono la ripresa, il quadro della stagflazione si concretizza.
Cos’è la stagflazione? Significato e definizione
Per capire la definizione di stagflazione occorre innanzitutto chiarire il significato dei due termini che compongono questa parola: stagnazione e inflazione. Dalla loro fusione, infatti, si genera il fenomeno in esame.
Per stagnazione si intende una situazione in cui la crescita economica è lenta, le aziende non producono a piena capacità e aumenta la disoccupazione. In pratica, produzione e reddito nazionale non aumentano né diminuiscono. Se si protrae per un lungo periodo, questa fase si traduce in una contrazione della crescita economica.
L’inflazione si palesa quando i prezzi dei beni e dei servizi continuano ad aumentare, rendendo il costo complessivo della vita più elevato.
In sintesi:
La stagflazione è una condizione in cui la crescita economica è ferma o molto lenta, la disoccupazione aumenta e allo stesso tempo l’inflazione diventa più elevata.
Di solito, quando la disoccupazione è elevata, diminuisce la spesa, così come i prezzi dei beni. La stagflazione si verifica, invece, quando i prezzi dei beni salgono malgrado una crescita e una domanda indebolite.
Proprio per la convergenza di questi fattori opposti, la stagflazione può essere un problema particolarmente difficile per le banche centrali. La maggior parte delle politiche volte a ridurre l’inflazione - come l’aumento dei tassi di interesse - tende, infatti, a rallentare domanda e crescita, mentre gli strumenti per incentivare la spesa - come tassi di interesse più bassi - spingono i prezzi.
Affrontare e superare la stagflazione, quindi, può essere un vero dilemma per politici e banchieri centrali.
La stagflazione secondo le teorie economiche
Cosa causa la stagflazione? Le teorie economiche che tentano di dare una risposta sono almeno due.
La prima afferma che questo fenomeno economico si basa su un improvviso shock sul fronte dell’offerta di una materia prima cruciale come, per esempio il petrolio.
Un aumento del costo del petrolio, che segue una drastica riduzione della sua offerta per interruzioni delle catene di approvvigionamento o per altre motivazioni, riduce la capacità produttiva di un’economia.
Poiché i prezzi del trasporto salgono, la produzione di beni e la loro consegna sugli scaffali dei negozi diventano più costosi e si verifica un balzo in avanti di tutti i prezzi.
In sostanza, la domanda e l’offerta della materia prima non si bilanciano più poiché c’è meno petrolio - per citare l’esempio fatto - rispetto alle richieste che diventa, di conseguenza, più costoso.
Un’altra teoria per spiegare la stagflazione chiama in causa politiche monetaria errate. Consentire all’inflazione di salire liberamente per poi intervenire improvvisamente per fermarla - a colpi di tassi più alti - è un esempio di cattiva politica monetaria. Un costo del denaro più elevato colpisce e indebolisce la crescita, mentre probabilmente gli effetti sui prezzi sono più lenti nel concretizzarsi.
Quali sono le principali cause della stagflazione?
Tra le cause che più di altre possono innescare la stagflazione spiccano:
- Aumento del prezzo del petrolio: la stagflazione è spesso causata da uno shock dal lato dell’offerta. Ad esempio, l’aumento dei prezzi delle materie prime, come i prezzi del petrolio, causa un aumento dei costi aziendali (i trasporti sono più costosi). Ciò provoca un tasso di inflazione più elevato e un PIL inferiore:
- Produttività in calo: se un’economia subisce un calo della produttività, i lavoratori diventano più inefficienti; i costi aumentano e la produzione diminuisce;
- Aumento strutturale della disoccupazione: se c’è un declino nelle industrie tradizionali, potremmo avere più disoccupazione strutturale e una produzione inferiore. In questo modo si ha una disoccupazione più elevata, anche se aumenta l’inflazione;
- Shock dell’offerta: in caso di interruzione delle catene di approvvigionamento, i prezzi salgono
La stagflazione nella storia economica mondiale: due esempi
Quando si cerca di spiegare in modo pratico cos’è la stagflazione, il riferimento storico è quello degli anni ’70.
L’esempio più noto di questa particolare situazione economica risale alla crisi petrolifera degli anni ’70. In quella occasione l’OPEC pose un embargo sulle esportazioni di petrolio verso i Paesi occidentali che avevano sostenuto Israele nella guerra dello Yom Kippur contro la Siria e l’Egitto del 1973.
Di conseguenza, i prezzi globali del greggio - e quindi della benzina e dei prodotti petrolchimici - salirono alle stelle. I maggiori costi operativi per le aziende ridussero la redditività e la produttività, aumentando drasticamente il costo di beni e servizi.
La spesa dei consumatori diminuì in modo significativo e molte aziende dovettero ridimensionarsi a causa della diminuzione della domanda.
L’economia precipitò in recessione nel 1974 e, sebbene l’ embargo fosse stato revocato nel marzo del 1974, i prezzi del petrolio continuarono a salire.
Lo scenario di stagflazione è tornato di attualità nel 2022. In quell’anno, la ripresa economia globale dalla pandemia Covid è stata bruscamente bloccata dallo scoppio della guerra in Ucraina. Il conflitto ha accelerato la corsa dei prezzi, già in aumento, soprattutto nel settore energetico e compromesso tutte le indicazioni sulla crescita economica.
L’Europa è apparsa particolarmente vulnerabile, data la forte dipendenza dal gas russo e le proiezioni del Pil sono tutte state orientate al calo. Anche negli Usa, dove i prezzi sono aumentati, si è ipotizzato uno scenario di recessione che poi è stato scongiurato.
Sulla scia degli eventi del 2022 la Germania è entrata in recessione tecnica, con una crisi industriale innescata dai prezzi elevati dell’energia e da altri fattori esterni come il ridimensionamento del commercio con la Cina. Tuttavia, l’inflazione ha iniziato a scendere e quindi non si è verificata la situazione specifica di stagflazione.
Come investire durante la stagflazione?
Poiché la stagflazione si presenta come una situazione economica complessa, il modo migliore per evitare brutte sorprese con i propri finanziamenti è seguire il consiglio valido sempre: diversificare.
Nel dettaglio, per evitare il più possibile il rischio di perdite è bene tenere in mente alcune indicazioni generali:
- le materie prime possono avere buone performance poiché tendono a mantenere elevato il proprio valore durante i periodi di alta inflazione. Oro, argento, petrolio e prodotti agricoli sono asset sui cui puntare;
- gli immobili sono una classe di asset che può proteggere dall’inflazione e dal rallentamento economico. Possono aumentare di valore nel tempo e generare reddito da locazione per i proprietari;
- le obbligazioni emesse dal governo che proteggono dall’inflazione, adeguando il loro valore capitale in base alle variazioni dell’indice dei prezzi al consumo (CPI), sono un buon investimento. Con la stagflazione, garantiscono un rendimento superiore all’inflazione;
- le azioni dei settori difensivi come beni di consumo di base, assistenza sanitaria e servizi di pubblica utilità sono dei buoni investimenti per la stagflazione. Questi settori forniscono beni e servizi essenziali di cui le persone hanno bisogno indipendentemente dalle condizioni economiche. Anche durante periodi di alta inflazione e crescita stagnante, le persone avranno comunque bisogno di elettricità, assistenza sanitaria e prodotti di consumo di base
In generale, occorre ricordare che la stagflazione può avere un impatto sugli investimenti in vari modi e in diverse classi di attività, causando una maggiore volatilità e incertezza nei mercati finanziari.
Quando si costruisce il proprio portafoglio di investimenti, quindi, occorre considerare anche l’ipotesi stagflazione per adattare le strategie di allocazione e diversificazione delle attività in base alla tolleranza al rischio e agli obiettivi di rendimento.
Come combattere la stagflazione
Per evitare la stagflazione, i governi adottano politiche economiche, monetarie e fiscali, ma non esiste un modo infallibile per rimettere in carreggiata l’economia, in quanto è aassai difficile risolvere contemporaneamente inflazione e crescita fermaa o lenta.
Una soluzione per rendere l’economia meno vulnerabile alla stagflazione è ridurre la dipendenza dell’economia dal petrolio o da cruciali materie prime come quelle energetiche. Dato che l’aumento dei prezzi delle commodities è la causa principale della stagflazione, avere un mix di fornitura soprattutto nel settore energia è fondamentale per i Paesi.
Tra le soluzione ci sono le politiche per aumentare la produttività, che consentono una crescita più elevata senza inflazione.
Valutare attentamente il contesto macroeconomico e trovare un equilibrio tra i molteplici fattori, quali l’offerta di moneta, i tassi di interesse, la domanda, il tasso di occupazione e le tensioni geopolitiche sono mosse cruciali contro la stagflazione.
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