Con la crescita dell’inflazione, aumenta il numero degli investitori che cercano protezione. Ecco perché le obbligazioni inflation sono tra i migliori strumenti.
Le ultime rilevazioni non lasciano dubbi: l’inflazione è tornata. In USA la crescita dei prezzi è stata del 6,8% nell’ultima osservazione, il livello più elevato dal 1982. In eurozona l’inflazione ha toccato il 4,90%, un livello ugualmente molto elevato.
L’inflazione è uno degli elementi più pericolosi per ogni investitore; perché, erodendo il potere d’acquisto della moneta, richiede agli strumenti finanziari maggiori rendimenti per compensare questa perdita, oppure meccanismi di adeguamento più o meno automatico all’andamento dei prezzi.
L’inflazione e le varie classi d’investimento
Ci sono diverse classi d’investimento che possono aiutare a proteggersi dall’inflazione.
La prima ovviamente è quella delle commodity. Poiché le materie prime sono spesso le prime ad aumentare di prezzo e successivamente a spingere la spirale inflattiva: un investimento sulle commodity è spesso vincente in periodi di elevata inflazione.
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Quali sono i mercati più rischiosi attualmente?
Gli asset reali sono un’altra forma di protezione. Non a caso, anche l’immobiliare sta tornando a essere interessante.
Sulle azioni la questione è più contrastata. Da un lato le aziende riescono ad adeguare i prezzi e quindi sono protette dall’inflazione, anche se non sempre i meccanismi di adeguamento sono immediati e questo è un problema. Ci sono però anche aspetti negativi, su tutti i minori multipli di mercato durante le fasi di elevato aumento dei prezzi.
Il grande perdente durante le fasi inflattive è senza dubbio il mercato obbligazionario. Il reddito fisso vede erodere il suo appeal per il fatto che il denaro perde potere d’acquisto anno dopo anno. Quindi i rendimenti debbono crescere per compensare questa perdita di potere d’acquisto e, come ben noto, se i rendimenti salgono i prezzi dei bond scendono.
C’è però una tipologia di obbligazioni che si difende bene quando l’inflazione sale.
Obbligazioni inflation linked: flussi record su questi bond
Nel 2021 oltre 66 miliardi di dollari sono affluiti sui TIPS, i Treasury Inflation Protected Securities. Si tratta di una cifra record. Basti pensare che nel ventennio precedente raramente i flussi annuali sono stati oltre 20 miliardi e in qualche anno ci fu addirittura un deflusso netto.
Questo significa una cosa molto chiara. A livello mondiale, anche gli investitori più sofisticati stanno ristrutturando i loro portafogli per proteggersi dall’inflazione o addirittura trarne profitto. E sul fronte obbligazionario per raggiungere questo obiettivo non c’è altra strada che le obbligazioni inflation linked.
Del resto, questa volta l’oro non ha giocato un grande ruolo come protezione dall’inflazione. Addirittura sui «Gold ETF» c’è stato un deflusso. Alcuni hanno pensato alle criptovalute per proteggersi dall’inflazione, ma recentemente i prezzi sono scesi e in ogni caso la volatilità è alta.
Ci sono, come detto, energia e asset reali come l’immobiliare. Ma sono investimenti non alla portata di tutti e comunque sempre alquanto volatili.
Restano quindi le obbligazioni inflation, che coniugano protezione dall’inflazione con una volatilità non troppo elevata. E non è un caso il successo avuto quest’anno.
Flussi sulle obbligazioni inflation e previsioni d’inflazione
I flussi sulle obbligazioni inflation ci dicono anche un’altra cosa. Una cosa che non è proprio positiva.
Se molti investitori a livello mondiale mettono soldi su questo tipo di bond, inclusi gli investitori più sofisticati, allora una cosa è chiara, l’inflazione non se ne andrà in poco tempo.
Fino a oggi le Banche Centrali hanno sempre rassicurato affermando che l’inflazione è temporanea. Una fiammata improvvisa dovuta alla ripresa post- Covid destinata a rientrare in tempi non troppo lunghi.
Il comportamento degli investitori non dice questo però. E spesso chi «mette i soldi» ha le idee più chiare di chi si limita a fare previsioni.
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