Nonostante gli investitori italiani siano da sempre innamorati delle obbligazioni, la fine del piano di Quantitative Easing della BCE li spingerà a ristrutturare il portafoglio. È quanto emerge dal Legg Mason Global Investment Survey 2018.
Gli italiani, si sa, preferiscono i bond. Questo l’incipit del comunicato di presentazione del Legg Mason Global Investment Survey 2018, la ricerca svolta su quasi 17 mila investitori internazionali da Legg Mason. Il 25% dell’allocazione degli investitori del nostro paese è infatti attualmente costituita da obbligazioni, dato ben più alto della media globale, dove il reddito fisso pesa solo per il 17%.
Ma alla luce del ritorno della volatilità e di politiche maggiormente restrittive da parte della Banca centrale europea, gli investitori italiani, alla domanda quale sia l’asset class che considerano più promettente per i prossimi 12 mesi, rispondono, con la maggior percentuale di preferenze (29%), l’azionario internazionale.
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Due su tre cambierà l’allocazione
Legg Mason ha chiesto agli investitori italiani se e come pensano di ristrutturare il loro portafoglio in vista della fine del QE. Il risultato? Ben il 67% degli intervistati, rileva la società di gestione patrimoniale, dichiara di voler cambiare in qualche modo l’allocazione.
“Diverse però le modalità: se uno su cinque (20%) prevede appunto di aumentare il peso delle azioni internazionali nel proprio portafoglio, una percentuale simile (19%) afferma che sposterà parte dell’allocazione dalle obbligazioni europee a quelle dei mercati emergenti. Ma c’è anche chi vuole continuare ad investire nei bond del Vecchio Continente (22%) o chi punterà invece sull’azionario italiano (16%) o sulle commodities (13%)”.
Tre le parole chiave
“Non ci sono dubbi: la fine del quantitative easing avrà un impatto significativo nella costruzione dei portafogli” ha dichiarato Matteo Lenardon, Deputy Country Head Italia di Legg Mason.
“Fondamentale, a nostro parere, sarà cominciare ad approcciare l’investimento obbligazionario con un’ottica più globale. Una ricetta universale può essere sintetizzata in tre parole chiave: diversificazione, decorrelazione e soluzioni di investimento alternative. Crediamo che questo sia possibile solo con una gestione attiva e ‘unconstrained’, svincolata cioè dai benchmark tradizionali”.
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