Pioggia di razzi dei Pasdaran iraniani contro basi Usa dislocate in Iraq: nessuna vittima e Donald Trump ostenta sicurezza. Siamo di fronte all’inizio di una guerra?
Iran e Usa sono a un passo dalla guerra, con Teheran che ha lanciato nella notte (ore 01.20 locali) l’operazione Soleimani Martire lanciando diversi razzi contro due basi americane dislocate in Iraq.
La TV di stato iraniana ha parlato di “ 80 terroristi americani uccisi ” a seguito dell’attacco, con i 600 militari italiani di stanza nella zona che starebbero tutti bene essendosi riparati in appositi bunker.
In seguito poi si è appreso il fitto lancio di razzi in verità non avrebbe provocato alcuna vittima, ma soltanto danni alle due basi considerati neanche tanto gravi.
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“All is well” ha commentato Donald Trump via Twitter, aggiungendo che in questo momento “si sta facendo una ricognizione dei danni e delle vittime, abbiamo le truppe più forti al mondo” annunciando poi in serata nuove sanzioni verso l’Iran.
I pasdaran iraniani hanno subito rivendicato l’attacco alle due basi statunitensi, con il ministro degli Esteri di Teheran Javad Zarif che ha ribadito come “ci difenderemo contro ogni aggressione ma non vogliamo una guerra”.
Ad aggravare la situazione in Iran c’è stato anche un disastro aereo che ha provocato oltre 170 morti: anche se le autorità parlano di guasto tecnico, con il velivolo diretto a Kiev che è precipitato poco dopo il decollo, ancora sono tutte da chiarire le cause della sciagura mentre diverse compagnie aeree internazionali hanno sospeso i propri voli nella zona.
Iran-Usa: è guerra?
Non si è fatta attendere la risposta dell’Iran all’uccisione di Qassem Soleimani, il generale morto a seguito di un attacco portato da un drone americano nelle vicinanze dell’aeroporto di Baghdad.
Celebrati i funerali, dove per la calca ci sono stati circa 50 morti, i Pasdaran nella notte hanno lanciato diversi razzi contro due basi statunitensi dislocate in Iraq, nelle vicinanze della zona dove sono presenti anche i nostri militari.
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Breaking: Iran launched a series of missile attacks aimed at U.S. bases in Iraq, Iranian state television reported Tuesday. https://t.co/BoYA017R6x
— Los Angeles Times (@latimes) January 7, 2020
La prima stima parlava di almeno 80 morti ma la notizia poi si è rivelata infondata. Colpita anche la base di Ebril dove sono presenti i soldati italiani che sarebbero tutti illesi dopo aver trovato rifugio in appositi bunker ed ora sarebbero in una zona di sicurezza.
Dopo un cinguettio a caldo via Twitter dove ha ostentato grande sicurezza, Donald Trump nella sua conferenza stampa ha usato toni soft annunciando comunque nuove sanzioni, mentre i Democratici hanno subito sottolineato come in questo momento “il mondo non si possa permettere una guerra”.
All is well! Missiles launched from Iran at two military bases located in Iraq. Assessment of casualties & damages taking place now. So far, so good! We have the most powerful and well equipped military anywhere in the world, by far! I will be making a statement tomorrow morning.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 8, 2020
I dodici missili lanciati dai Pasdaran sarebbero soltanto l’inizio dell’operazione Soleimani Martire, con Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica che hanno minacciato azioni ancora più pesanti nei confronti degli Usa se ci saranno ritorsioni dopo gli attacchi.
“L’attacco delle Guardie della Rivoluzione Islamica è riuscito” è stato il commento all’attacco alle basi di Erbil e Ayn al-Asad della Guida suprema iraniana l’ayatollah Ali Khamenei.
footage of the aftermath of Iranian missile strikes on alasad airbase #WW3 #WWIII #WW3Updates #IranAttacks #Iran #IranvsUSA #Iraq @abcnews @SBSNews @dwnews pic.twitter.com/Y8IImXa2k4
— Archanarchist(interim PM of Australia) (@hamasmi00898032) January 8, 2020
“Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio - hanno dichiarato i Pasdaran - Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite , e sarà attaccata direttamente l’America sul proprio territorio”. Parole più caute invece da parte del ministro degli Esteri iraniano che ha sottolineato come Teheran voglia evitare lo scoppio di una guerra.
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