La nota mensile Istat di febbraio fotografa un’Italia in preda all’incertezza economica a causa degli eventi geopolitici come la guerra e dei trend quali inflazione alle stelle e crisi energetica.
Italia: la crescita economica avvolta in allarmanti incertezze, secondo la nota Istat di febbraio.
Il nostro Paese si trova coinvolto pienamente nello sconvolgimento portato dalla guerra, tra prezzi energetici alle stelle e pesanti sanzioni finanziarie contro Mosca che hanno ripercussioni anche sull’Europa.
Dinanzi all’imprevedibile conflitto e alle incerte dinamiche geopolitiche e, soprattutto, geo-economiche, anche per l’Italia c’è uno scenario da shock, con ripercussioni sul PIL, sulla domanda delle famiglie e sull’occupazione.
Nel dettaglio di seguito, i principali punti emersi dalla nota Istat sulla situazione attuale e sulla potenziale evoluzione.
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“La stima dell’impatto della crisi sull’economia italiana è estremamente difficile. L’evoluzione del conflitto e gli effetti delle sanzioni finanziarie ed economiche decise dai paesi occidentali sono caratterizzati da elevata incertezza”: così la nota Istat sul mese di febbraio avvolge la ripresa economica del nostro Paese in prospettive indebolite.
Fotografando la situazione attuale, i dati mettono in evidenza che:
- nel quarto trimestre 2021 c’è stata una decelerazione della ripresa;
- a gennaio 2021 la produzione industriale è diminuita e le vendite al dettaglio hanno subito una flessione;
- a febbraio 2022, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo IPCA ha evidenziato un aumento tendenziale, segnando il 6,2%, quattro decimi di punto in più rispetto alla media dell’area euro
Sebbene il PIL abbia registrato nell’ultimo trimestre 2021 la quarta variazione congiunturale positiva dell’anno, con un +0,6%, i consumi finali nazionali sono stati un po’ più deboli e la produzione industriale di gennaio 2022 ha mostrato un 3,4% rispetto a dicembre.
I prezzi al consumo sono stati sotto osservazione. Le persistenti tensioni geopolitiche stanno lasciando il segno:
“i prezzi della componente energia hanno segnato a febbraio una variazione tendenziale di 45,9% trainati dalle quotazioni degli energetici regolamentati (+94,4%) che riflettono i rincari delle bollette di luce e gas. Anche i listini dei beni alimentari continuano ad aumentare (+4,7% a febbraio da 3,4% del mese scorso) sia per la voce degli alimentari lavorati (+3,2%) sia per quella degli alimentari non lavorati (+6,9%), che risentono dei rincari delle materie prime agricole”
Le premesse non sono buone e i movimenti al rialzo che stanno spingendo gas naturale e materie prime in generale, soprattutto agricole, avranno un impatto ancora sull’inflazione italiana.
Anche il commercio nazionale è avvolto nell’incertezza con la guerra. L’Istat ha sottolineato che in realtà la Russia non è, nel complesso, un fornitore di prodotti così rilevante (rappresenta il 3% la quota sul totale delle importazioni) “ma è determinante per l’approvvigionamento di materie prime, fornendo oltre il 40% degli acquisti di gas dell’Italia dall’estero e oltre il 10% dei prodotti petroliferi raffinati”.
Non solo, il mercato russo è uno dei dieci destinatari principali dell’export dei prodotti italiani dei settori dei mobili, abbigliamento e macchinari.
L’avvio dell’anno all’insegna della positività nella crescita economica, quindi, potrebbe subire una forte frenata.
Secondo il modello macroeconomico MeMo-It dell’Istat, a parità di altre condizioni, il PIL italiano risulterebbe inferiore di 0,7 punti percentuali rispetto a quello stimato in uno scenario base in qui le quotazioni dei beni energetici rimanessero sui livelli di inizio anno.
L’inflazione, dunque, potenzialmente può avere come effetto uno shock sulla ripresa italiana.
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