Italia, titoli di stato e referendum costituzionale: è ora di aver paura

Flavia Provenzani

4 Ottobre 2016 - 08:59

È il turno dell’Italia di aver paura del mercato obbligazionario. Con il referendum costituzionale alle porte, i titoli di stato italiani sono più “periferici” di altri.

Italia, titoli di stato e referendum costituzionale: è ora di aver paura

È il turno dell’Italia di temere per il mercato obbligazionario.
A due mesi dal referendum costituzionale, con l’obiettivo di ridurre il potere del Senato, l’Italia paga di più per prendere in prestito il capitale degli investitori rispetto alla Spagna dal 2014 sulla base dei rendimenti dei titoli di Stato.

Il primo ministro Matteo Renzi ha già dichiarato che lascerà la sua posizione se vincerà il no, il che rende il referendum costituzionale un vero e proprio giudizio sulla sua leadership. I sondaggi mostrano il Sì e il No alla riforma costituzionale in un testa a testa.

Paura per il referendum in Italia: come cambia il mercato obbligazionario

Questo sottolinea un cambiamento nel modo in cui il mercato obbligazionario tratta alcune parti d’Europa. Sono finiti i giorni in cui gli investitori che vogliono acquistare i titoli della Germania avrebbero voluto vendere i titoli di Italia, Spagna o Portogallo indifferentemente. Nella periferia dell’euro, alcuni paesi sono ora più periferici di altri a causa dei rischi politici divergenti.

«Per l’Italia, l’incertezza del referendum e il mercato stanno generando a poco a poco una grande preoccupazione sul fatto che possa vincere il ’No’, il che potrebbe innescare una certa agitazione politica»,

ha dichiarato Patrick Jacq, strategist di BNP Paribas intervistato da Bloomberg.

La Grecia, l’Italia e il Portogallo ospitano gli unici mercati obbligazionari della zona euro ad aver perso del capitale degli investitori negli ultimi mesi, secondo l’indice Bloomberg World Bond. La Spagna invece ha registrato dei guadagni che hanno superato il rendimento medio dell’area euro con i politici spagnoli finalmente vicini a formare un governo. In Portogallo si è invece preoccupati della capacità del nuovo governo di rispettare gli obiettivi di budget.

«La Spagna ha chiaramente superato il Portogallo e l’Italia nelle ultime settimane»,

ha commentato Martin van Vliet, strategist sui tassi d’interesse presso la ING Groep NV.

«Soprattutto perché l’Italia e il Portogallo hanno degli eventi di rischio. In effetti, la Spagna si è distaccata».

Italia: titoli di stato sotto pressione

I titoli di stato italiani sono scesi contro le obbligazioni portoghesi il 27 settembre a causa dell’aumento della paura per la salute finanziaria di Deutsche Bank che ha scatenato un selloff sugli asset più rischiose. La Spagna è andata per la sua strada, con il rendimento a 10 anni in discesa a livelli record a meno dell’1 per cento.

Il rendimento dei titoli italiani comparabili era invece all’1,21 per cento, un divario aumentato a 33 punti base. La Spagna pagava di più per prendere in prestito rispetto in Italia nel mese di giugno. Le obbligazioni italiane sono scese ancora nella sessione di lunedì all’annuncio per l’Italia venderà per la prima volta dei titoli con scadenza a 50 anni.

In certa misura i mercati sono protetti dal quantitative easing della Banca Centrale Europea, con il quale la BCE compra dei titoli di debito in proporzione a ciascuna economia dell’area euro. I rendimenti dei titoli italiani sono al di sotto di oltre 50 punti base, o mezzo punto percentuale, rispetto a dove si trovavano nel periodo immediatamente successivo al referendum Brexit del 23 giugno, a seguito dello shock generato sui mercati finanziari.

L’impasse della politica in Spagna è diminuito da allora, con una rivolta nel partito socialista che sta spianando la strada al partito popolare guidato da Mariano Rajoy verso il suo secondo mandato, ma è il referendum costituzionale ad interessare gli investitori.

I sondaggi mostrano che una grande percentuale di italiani deve ancora decidere cosa votare il 4 dicembre, ma tra chi ha già le idee chiare non vi è alcuna maggioranza rilevante per ambo i fronti.

«C’è prospettiva di un governo in Spagna e questo sta aiutando»,

ha detto Ciaran O’Hagan, capo della strategia sui tassi europei presso Societe Generale.
«In Italia, abbiamo l’incertezza sul referendum e questo sta rovinando le prospettive» per il mercato obbligazionario.

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