I vertici della Juventus sono indagati per falso in bilancio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti: i filoni d’inchiesta riguardano le plusvalenze realizzate negli ultimi tre anni, i rapporti con i procuratori e il contratto di Cristiano Ronaldo.
Continua il momento buio per la Juventus che, oltre ai deludenti risultati sportivi, è sotto la lente d’ingrandimento della procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta Prisma. Gli inquirenti stanno indagando sui reati di falso in bilancio e false plusvalenze.
Come dichiarato da Covisoc, la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche, i bianconeri non sono gli unici potenzialmente coinvolti in questo filone, ma sarebbero almeno 62 le operazioni di Serie A che l’organismo interno della Federazione Italiana Giuoco Calcio avrebbe messo nel mirino.
Nell’inchiesta della procura di Torino sei sono le persone indagate tra cui Andrea Agnelli (Presidente), Pavel Nedved (vicepresidente) e Fabio Paratici (ex ad ora al Tottenham).
Con una nota il club si è subito dichiarato estraneo alle accuse: “Come doveroso, Juventus sta collaborando con gli inquirenti e con la Consob e confida di chiarire ogni aspetto di interesse degli stessi, ritenendo di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità ai principi contabili e in linea con la prassi internazionale della football industry e le condizioni di mercato”.
Tre sono i filoni di indagine che gli inquirenti stanno portando avanti all’ombra della Mole: le plusvalenze realizzate dalla Juventus nel triennio 2019-2021, le provvigioni riconosciute ad agenti e procuratori e un possibile “contratto segreto” siglato dal club con Cristiano Ronaldo.
Stando alle indiscrezioni, visto il gran volume di elementi in suo possesso, la procura potrebbe chiudere le indagini anche entro un mese. Da quel momento il faldone di circa mille pagine passerà nelle mani della Federcalcio: solo a quel punto potrebbe muoversi anche la giustizia sportiva con la Procura Federale.
L’inchiesta sulle plusvalenze e sui compensi ai procuratori potrebbe così allargarsi, coinvolgendo anche altri club di Serie A: oltre a Genoa, Atalanta, Sampdoria e Napoli già finite nel mirino della Covisoc, si parla anche dell’Inter visti i tanti affari conclusi negli ultimi anni con l’ex club di Preziosi.
La Juventus e le plusvalenze
Domenica 28 novembre, all’indomani della sconfitta in casa della squadra guidata da Allegri per mano dell’Atalanta, l’attuale direttore sportivo Federico Cherubini ha dovuto rispondere per oltre 9 ore alle domande dei pm del capoluogo piemontese sugli affari condotti dal suo predecessore Fabio Paratici.
L’ex capo dell’area sportiva bianconera passato da quest’anno al Tottenham, è indagato per gli affari con i quali ha garantito alla Juventus Club S.p.A. un totale di 282 milioni di euro nelle ultime tre stagioni. Soldi questi che secondo la procura, deriverebbero da cessioni “connotate da valori fraudolentemente maggiorati”.
Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero così una serie di operazioni di mercato effettuate negli ultimi tre anni dalla Juventus: la procura vuole capire se i proventi dalla compravendita dei giocatori siano stati gonfiati ad hoc per coprire perdite di bilancio.
Da qui l’accusa di false comunicazioni sociali a causa di una “ gestione malsana delle plusvalenze ”. Per comprendere al meglio questo meccanismo finito nel mirino della procura, si può prendere ad esempio il caso del passaggio del centrocampista Nicolò Rovella dal Genoa alla Juve.
I bianconeri hanno acquistato Nicolò Rovella per 18 milioni, con il Genoa che al tempo stesso ha prelevato dalla Juventus i due giovani Manolo Portanova (10 milioni) ed Elia Petrelli (8 milioni).
Una operazione a “specchio” che sarebbe stata realizzata “gonfiando” i valori dei giocatori interessati, solo che gli incassi sono stati messi subito a bilancio come entrate mentre i costi degli acquisti sono stati spalmati per gli anni della durata del contratto.
Gli agenti e Cristiano Ronaldo
Nel mirino dei magistrati c’è anche Cristiano Ronaldo, comunque estraneo all’inchiesta. Il tutto nasce da una telefonata intercettata tra l’attuale ds Federico Cherubini e l’avvocato Cesare Gabasio che da gennaio segue i bianconeri.
L’avvocato nel colloquio con il dirigente ha parlato della “ famosa carta che non deve esistere teoricamente ”, una frase che per La Repubblica farebbe “nascere il sospetto che nei rapporti contrattuali tra la Juve e Cristiano Ronaldo ci siano dettagli nascosti ai documenti ufficiali della società”.
L’altro filone dell’inchiesta è infine quella che riguarda i compensi elargiti dalla società ad agenti e procuratori: da qui l’ipotesi di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Per il Corriere della Sera “a insospettire gli inquirenti non sono i compensi delle estenuanti trattative che vanno avanti per settimane durante il calciomercato, ma quelle operazioni in cui tutto è già deciso a tavolino, e dove la firma è pressoché scontata”.
Il sospetto sarebbe quello di mandati fittizi per l’acquisto di calciatori oppure per il rinnovo di quelli già sotto contratto, che poi sarebbero sfociati in laute provvigioni che molto avrebbero inciso negli ultimi bilanci del club.
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