La Svezia ha approvato uno dei progetti minerari più controversi degli ultimi anni, mettendo a rischio un ecosistema protetto. Ecco cosa sta succedendo.
Il governo svedese ha dato il via libera a uno dei progetti minerari più controversi degli ultimi decenni: una miniera a cielo aperto da dove verranno estratti ferro, quarzo e terre rare, a Kallak, nel nord del Paese.
Il progetto, però, mette a rischio l’habitat delle renne e bloccherà i percorsi di transumanza.
Si stima che circa 80mila Sami, l’ultimo popolo indigeno d’Europa, vivano nelle terre settentrionali di Svezia, Finlandia, Norvegia e Russia, dove l’allevamento delle renne è stata la pietra angolare della loro cultura e del loro sostentamento.
In Svezia i Sami si preparano quindi alla devastazione della propria incontaminata terra. Anche le pratiche tradizionali di pastorizia delle renne saranno messe in pericolo dall’inquinamento della nuova miniera, nonostante i vertici dell’azienda abbiano voluto rassicurare i Sami dicendo loro che una “futura convivenza sarà possibile”.
Il permesso del progetto minerario, infatti, è accompagnato da una dozzina di condizioni che l’azienda britannica Beowulf Mining, proprietaria della miniera, dovrà onorare, in particolare per “ridurre il disturbo per l’allevamento delle renne”, ha precisato Thorwaldsson. L’azienda dovrà anche ottenere l’approvazione da un tribunale ambientale.
Esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani avevano esortato la Svezia a non concedere la licenza, affermando che la miniera a cielo aperto avrebbe messo in pericolo un ecosistema protetto e la migrazione delle renne, spiegando che una miniera del genere provocherà la dispersione di grandi quantità di polvere contenente metalli pesanti e il deposito di rifiuti tossici negli stagni. Il che avrà un impatto enorme sull’ambiente e sulle risorse idriche.
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