Sono sempre più numerosi gli operatori specializzati che guardano al mercato dei capitali privati come fonte alternativa di rendimento, a discapito degli asset del mercato tradizionale e delle Borse. Charles Hopkinson-Woolley, Head of alternative product di Schroders, ci aiuta a capire meglio questo universo tanto variegato
Non più solo Borse regolamentate e public company, l’orizzonte degli asset investibili che attrae i grandi investitori internazionali si fa sempre più ampio. L’industria del risparmio gestito infatti guarda con interesse crescente a una “nuova” classe di attivi, che comprende non solo il private equity ma anche debito privato, real estate e infrastrutture. “Negli ultimi 20 anni le società che si quotano negli Stati Uniti sono diminuite del 50% circa - ha spiegato Luca Tenani, Country Head Italy di Schroders –. Questo porta gli operatori specializzati a guardare sempre meno al mercato tradizionale e alle Borse, a favore di una visione più ampia che comprende gli asset privati”. Ma quali sono le qualità e le sfide di questa classe di attività alternative? Lo spiega Charles Hopkinson-Woolley (nella foto), Head of alternative product di Schroders.
Private assets, un terreno sempre più popolato
Ad oggi l’universo dei private assets è dominato dal private equity e dal real estate (immobili commericali, residenziali, industriali). Queste due asset class radunano attorno a sé, rispettivamente, 3,3 trilioni e 2,5 trilioni di dollari americani in termini di masse gestite. Seguono a distanza il private debt con 0,7 trilioni di dollari e il settore delle infrastrutture con 0,4 trilioni. Anche in Italia il Private equity è un elemento d’interesse per gli investitori, basti pensare che quest’anno l’attività italiana ha raggiunto livelli record, con un valore 15,8 miliardi rispetto agli 8,2 miliardi del 2017 (clicca qui per approfondire).
“Tipicamente gli investitori in private assets sono compagnie di assicurazioni e grandi fondi pensione, sia pubblici che privati, anche se ultimamente stiamo vedendo una significativa democratizzazione del settore che vede in prima fila anche family office e investitori professionali”, ha spiegato il gestore si Schroders.
Nel 2017 le masse gestite di capitale privato hanno raggiunto un massimo storico a livello globale
Hopkinson-Woolley ha evidenziato come “rispetto all’inizio del decennio il settore ha attirato attorno a sé molti operatori: basti pensare che lo scorso anno, il 2017, ha fatto registrare il record storico di Asset Under Management (AuM) accompagnando l’esponenziale crescita degli operatori specializzati”.
Questo “sovraffollamento” ha comportato un declino dei rendimenti attesi del settore: secondo le stime di Schroders circa un terzo degli investitori si attende rendimenti in declino nei prossimi anni. “Non per questo i private assets non genereranno rendimenti positivi, anzi, mi aspetto una sovraperformance di circa il 3-4% rispetto agli asset quotati”, ha chiosato il gestore, aggiungendo le caratteristiche che un operatore deve avere per prevalere in un settore dove certo non mancano le criticità: “specializzazione e diversificazione sono requisiti fondamentali, cui si deve aggiungere la capacità di guardare ad un orizzonte d’investimento molto lungo e di inserirsi con efficacia ed efficienza nei contesti di governance delle aziende su cui si è investito”.
Schroders nel campo dei private assets
Fonte societaria
Schroders guarda al settore dei capitali privati fin dalla sua fondazione. Il comparto di punta, ad oggi, è quello del Real estate dove la società gestisce masse per quasi 20 miliardi di dollari. Segue il private equity con un approccio multi-strategy focalizzato principalmente su imprese di medio-piccola dimensione e operazioni di buyout, venture e growth capital che valgono circa 10 miliardi di dollari di masse gestite.
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