Il gruppo francese del credito protagonista della transizione energetica. Stop ai finanziamenti per le società che non puntano alle energie rinnovabili, al via investimenti per chi utilizza fonti energetiche pulite.
La transizione energetica è l’altro nome dello sviluppo economico. Parola di Jean Laurent Bonnafè, numero uno di Bnp Paribas.
Il gruppo francese del credito ha annunciato una svolta green nelle politiche di finanziamento e Bonnafè, con un post su Linkedin, ha ribadito la sua posizione “di banchiere ma anche di ingegnere di formazione”.
Bnp Paribas smetterà di finanziare i gruppi specializzati nella produzione di petrolio e shale gas ma anche le società la cui attività è legata al carbone e che non prevedono di diversificare l’approvvigionamento energetico verso fonti pulite. Stop anche al sostegno finanziario per i petrolieri del Mar Artico.
Ampio spazio di manovra, invece, per investimenti nelle energie rinnovabili: entro il 2020 Bnp Paribas metterà sul piatto circa 15 miliardi di euro nel finanziamento delle energie rinnovabili, e punterà 100 milioni in nuove aziende attive nell’efficienza energetica.
La svolta verde
La direzione da seguire, per Bonnafè, è chiara ed è quella suggerita dalla
“consapevolezza internazionale dell’urgenza di agire per limitare il surriscaldamento climatico e dalla ratifica dell’Accordo di Parigi”.
Anche il mondo degli affari, dunque, non deve rimanere indifferente alla transazione energetica in atto e Bnp Paribas vuole giocare la parte da protagonista. Come?
Innanzitutto, cessando ogni rapporto con quelle società la cui attività principale è l’esplorazione, la produzione, la distribuzione, la commercializzazione o il commercio di olio e olio di scisto e / o petrolio e gas estratti da sabbia bituminosa.
Inoltre, Bnp Paribas si impegna a non finanziare alcun progetto di esplorazione o di produzione per gas e petrolio nell’Artico.
«Siamo un partner di lunga data del settore energia, e siamo determinati a supportare la transizione verso un mondo più sostenibile»
ha aggiunto Bonnafè, che sottolinea, inoltre, il ruolo del gruppo quale “acceleratore” della transizione energetica “impegnato nella decarbonizzazione dell’economia”.
Bnp Paribas ha, infine, annunciato il suo ritiro dal finanziamento di miniere e centrali a carbone e a tutte quelle società che sono coinvolte nel settore del carbone, che non sono impegnate in una strategia per diversificare le loro fonti di produzione.
Gli investimenti nelle rinnovabili
Bnp Paribas ha le idee molto chiare in materia energetica: allineare le sue attività di finanziamento e di investimento con lo scenario dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) per contenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi entro la fine del secolo.
Per conseguire questo obiettivo, il mondo deve ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili, fonti di energia per le quali l’estrazione e la produzione sono emissioni di gas a effetto serra e hanno un impatto negativo sull’ambiente.
Ecco perché il gruppo francese prosegue in quella che autodefinisce politica ambiziosa e prevede di erogare 15 miliardi di euro per finanziamento delle energie rinnovabili entro il 2020, investendo 100 milioni di euro in start-up specializzate nell’efficienza energetico.
Spinta per le imprese
Bonnafè è consapevole che le misure adottate porteranno il gruppo a cessare ogni relazione con un numero significativo di clienti. Allo stesso tempo, però, Bnp Paribas avrà un ruolo rilevante nel sostenere gli operatori del settore energetico nelle loro scelte sostenibili.
«In Europa, in America e in Asia, diverse compagnie stanno affrontando sforzi per cambiare il moro modello di business, che giocherà un ruolo chiave nella transizione energetica. Noi siamo al loro fianco per accompagnarli in questa trasformazione essenziale per il futuro del pianeta»
ha concluso Bonnafè.
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