L’attività di bidello o collaboratore scolastico è essenziale per il buon funzionamento di un istituto scolastico, sia pubblico che privato. Ecco una guida rapida per capire come fare questo lavoro.
Molti di coloro che intendono lavorare nel mondo della scuola, pensano subito al percorso legato alla professione dell’insegnamento in un istituto pubblico o privato. In effetti le opportunità lavorative - per chi ha nel cassetto il sogno di fare il professore - sono del tutto evidenti e garantiscono un posto sicuro nel corso del tempo.
Ma è altrettanto vero che le strutture scolastiche offrono chance di inserimento lavorativo anche in altri ambiti, non legati propriamente all’insegnamento. Ci riferiamo sostanzialmente al cd. personale ATA, il quale serve ad una scuola per tutto quanto attiene alle mansioni gestionali, strumentali, operative ed amministrative. Detto personale serve, in altre parole, a mandare avanti l’attività della scuola nel suo complesso.
In particolare, l’acronimo ATA sta ad indicare il personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti e scuole di istruzione primaria e secondaria, delle istituzioni educative e degli istituti e scuole speciali statali. Tra le figure incluse in questo personale, vi sono i bidelli, detti anche collaboratori scolastici, ossia delle figure professionali ’evergreen’ e di cui una struttura scolastica ha sempre bisogno.
Di seguito intendiamo fare il punto proprio sulla figura appena citata: come si fa a diventare bidelli? Quali sono le possibili strade da percorrere? Quali le mansioni svolte? E a quanto ammonta lo stipendio mensile del collaboratore scolastico? Vediamolo più avanti, in questa sintetica guida pratica.
Lavorare come bidello: il contesto di riferimento e le mansioni svolte
Lo abbiamo appena accennato: quella del bidello è un’attività di lavoro fondamentale per la scuola. Egli infatti, insieme ad insegnanti ed educatori, assicura l’effettivo funzionamento dell’istituzione scolastica nel suo complesso.
Le funzioni svolte da questa figura professionale non sono poche e le andremo ora ad elencare, onde avere un quadro immediato delle sue attività giornaliere:
- apertura e chiusura degli edifici scolastici;
- controllo delle attività degli studenti presenti in istituto;
- assistenza didattica all’attività delle lezioni;
- supporto nei confronti degli alunni con problemi di disabilità;
- funzioni di centralinista;
- applicazione delle direttive impartite dal dirigente scolastico in tema di organizzazione dell’istituto;
- identificazione dei soggetti estranei che entrano nell’edificio scolastico e controllo di tutte le entrate ed uscite da scuola;
- svolgimento di lavori di pulizia all’interno dell’istituto, per il mantenimento dell’igiene;
- offerta di un pronto soccorso in caso di incidente, contribuendo così a tutelare l’integrità fisica e psichica di tutti coloro che si trovano all’interno delle mura scolastiche.
In estrema sintesi, i bidelli e le bidelle hanno un ruolo di responsabilità, essendo di fatto addetti ai servizi generali con funzioni di accoglienza e sorveglianza. Ben si comprende allora il loro ruolo non secondario per l’organizzazione e il buon funzionamento della scuola.
Per quanto attiene all’orario di lavoro, ricordiamo brevemente che lavorare come bidello implica solitamente di svolgere 36 ore settimanali di attività, concentrata soprattutto nel corso della mattinata.
Ma vero è che i bidelli svolgono le loro mansioni presso gli edifici scolastici anche nel corso del pomeriggio. I turni di lavoro possono comunque essere organizzati diversamente, in base alle necessità, e il contratto di lavoro comporta la possibilità del full time o del part time.
Come diventare bidello? Ecco quali sono le differenti strade
Forse non tutti sanno che per diventare bidello o collaboratore scolastico, esistono più percorsi distinti. Sussistono due procedure differenti, in base alla maturazione - o meno - dei 24 mesi di servizio, anche non continuativi, in una o anche più strutture scolastiche differenti. Analizziamole separatamente.
Persona che non ha maturato i mesi di anzianità di servizio
Colui che non ha almeno 24 mesi di anzianità e, dunque, anche chi non ha mai svolto servizio come collaboratore scolastico presso un istituto, prima di partecipare al concorso per collaboratore scolastico è tenuto a presentare domanda per l’inclusione nelle cd. graduatorie di terza fascia. Proprio a queste ultime tutti gli istituti e i dirigenti scolastici fanno riferimento per supplenze e assunzioni a tempo determinato. Allo scopo dell’inserimento in terza fascia, colui che vuole lavorare come bidello, deve attendere una comunicazione ufficiale del Miur, avente ad oggetto le modalità e i tempi di aggiornamento della graduatoria stessa che, di solito, ha una durata pari ad un triennio.
In un momento successivo, l’interessato deve presentare domanda per l’iscrizione, entrando nella piattaforma Polis del Miur e scegliendo le scuole cui dare la disponibilità, in ipotesi di supplenze brevi o assunzioni a tempo determinato. Si possono indicare fino a 30 istituti distinti tra quelli presenti nel territorio della Provincia di riferimento.
Tuttavia occorre fare attenzione, giacché - prima di presentare l’istanza via web - colui che intende lavorare come bidello deve fare pervenire la domanda di immissione in graduatoria. Non vi sono dubbi: se l’istanza è proposta per la prima volta, deve compilare e spedire il modello D1. Mentre se ha già fatto la domanda in un momento anteriore, deve presentare il modello D2.
Persona che ha già maturato i 24 mesi di anzianità di servizio
La persona che invece ha già maturato i mesi di servizio può partecipare ai concorsi ATA banditi dalle Regioni. Perciò, occorre presentare la domanda di inserimento in graduatoria.
In caso di già avvenuto inserimento in graduatoria, l’interessato può chiedere l’aggiornamento di punteggio e titoli, rendendo note le nuove informazioni riguardanti il profilo personale. La domanda di inserimento va effettuata, rispettando modalità ed i termini descritti nel bando e usando uno dei moduli che seguono:
- modello B1, in caso di domanda di inserimento fatta per la prima volta;
- modello B2, in ipotesi di domanda di aggiornamento;
- modello F, laddove l’interessato intenda rinunciare ad un’opportunità di lavoro a tempo determinato;
- modello H, qualora l’interessato voglia usufruire delle agevolazioni di cui alla legge n. 104 del 1992, e con essa intendiamo la normativa sulla tutela dei diritti delle persone con disabilità.
La procedura prosegue e può completarsi con la doverosa registrazione alla piattaforma Polis del Miur. Per fare ciò, l’interessato deve compilare: il modello G, con il quale è richiesta l’inclusione in prima fascia; l’allegato G, che invece consente di scegliere le sedi in cui essere chiamati a lavorare come bidelli.
Ricordiamo altresì che, sia per coloro che hanno maturato già l’anzianità di servizio, sia per coloro che non l’hanno ancora maturata, l’invio dei modelli deve avvenire in una delle seguenti modalità:
- raccomandata A/R;
- PEC;
- consegna diretta a mano presso l’istituto in cui si intende svolgere servizio di bidello.
Lavorare come bidello: quali sono i requisiti generali e specifici per partecipare ai concorsi?
Ricordiamo a questo punto i requisiti generali di accesso al pubblico impiego, che ogni interessato deve avere per poter partecipare alle selezioni:
- cittadinanza italiana o di uno Stato UE;
- età tra un minimo di 18 e un massimo di 66 anni;
- pieno godimento dei diritti civili e politici;
- posizione regolare nei confronti degli obblighi di leva (per i maschi);
- non essere inclusi in quei casi o situazioni che ostacolano o impediscono l’accesso all’impiego presso le strutture pubbliche.
Attenzione però. Esiste anche il requisito specifico del titolo di studio da possedere per partecipare al concorso bidelli. Occorre infatti avere uno dei seguenti titoli:
- diploma di maturità;
- diploma di qualifica triennale rilasciato da un istituto professionale;
- diploma di maestro d’arte;
- attestati o diplomi di qualifica professionale, emessi o riconosciuti dalle Regioni;
- diploma di scuola magistrale per l’infanzia.
Lavorare come bidello: tre alternative rispetto al concorso ATA
Al fine di trovare lavoro come collaboratore scolastico, vero è che esistono percorsi alternativi a quello dell’inserimento in graduatoria e della partecipazione al concorso. Ecco in sintesi quali sono:
- inserimento in una scuola privata, ossia una struttura che non assume tramite concorso e bando, ma che sceglie i collaboratori in piena autonomia;
- partecipazione ad una cd. asta, e per entrarvi è necessario iscriversi alle liste di collocamento, presso il centro per l’impiego territoriale di riferimento;
- messa a disposizione a coprire un posto vacante.
Qual è lo stipendio mensile di un bidello?
Chiaro che la retribuzione di una collaboratrice scolastica o di un collaboratore scolastico cambia in base all’ammontare delle ore di lavoro e al contratto stipulato. Ricordiamo che il CCNL valevole per il personale ATA implica che un bidello che lavora full time, incassa uno stipendio mensile netto pari a circa 1.100 euro, per 13 mensilità.
Tuttavia, sulla scorta dell’anzianità e dunque degli anni di lavoro, lo stipendio può crescere. Ne consegue inoltre che se il collaboratore è assunto a tempo parziale, l’ammontare dello stipendio si ridurrà in proporzione al numero di ore di lavoro settimanali.
Concludendo, se è vero che un bidello non guadagna moltissimo, è però altrettanto vero che gode delle varie sicurezze di un lavoro statale e può contare sugli aumenti per anzianità a partire dagli 8 anni di servizio.
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