Lavoratori in nero: come presentare domanda per la regolarizzazione

Carmine Orlando

01/06/2020

Come previsto nel decreto Rilancio, ecco la procedura per presentare la domanda di regolarizzazione del lavoro in nero per datori di lavoro e lavoratori.

Lavoratori in nero: come presentare domanda per la regolarizzazione

Un tema che ha fortemente diviso governo e opposizioni ma anche la maggioranza stessa, riguarda la regolarizzazione dei lavoratori in nero. Nel decreto Rilancio pubblicato il 19 maggio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale, c’è un provvedimento inerente la sanatoria voluta con decisione dalla ministra dell’Agricoltura Bellanova (Italia Viva).

Lavoratori in nero: come presentare domanda per la regolarizzazione

Dal 1° giugno è possibile presentare domanda per regolarizzare la posizione dei lavoratori in nero che comprende molti immigrati e per questo osteggiata soprattutto dai leader della Lega e di Fratelli d’Italia, rispettivamente Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

La sanatoria presente nel decreto Rilancio interessa varie categorie di lavoratori in nero: braccianti agricoli, impiegati nell’allevamento e nella pesca, colf e badanti. L’intento del governo è stato quello che di favorire gli imprenditori, i lavoratori stessi, ma anche l’emersione del lavoro nero.

La domanda di regolarizzazione può essere fatta dai datori di lavoro, lavoratori, italiani e stranieri, inviando richiesta tramite la piattaforma telematica del Ministero dell’Interno. La scadenza di presentazione di tale domanda è il 15 luglio 2020. Non c’è motivo per correre a presentare domanda di regolarizzazione per i lavoratori in nero, in quanto il provvedimento del governo non ha previsto un limite massimo di domande.

Il doppio canale per effettuare richiesta

Il Ministro dell’Interno insieme ai ministeri dell’Economia e Finanze, del Lavoro e delle Politiche Sociali, delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali prevede la possibilità, attraverso due canali, di presentare domanda.

Il primo caso prevede per i datori di lavoro italiani o cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea, di presentare richiesta per concludere un contratto di lavoro subordinato con cittadini italiani o stranieri presenti sul territorio nazionale prima dell’8 marzo 2020, pagando un contributo di 500 euro.

Il secondo caso prevede che i lavoratori stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 possano richiederlo per una durata di sei mesi versando 130 euro, la domanda va fatta al questore.

Come funziona la domanda

Nel caso dei datori di lavoro, dovranno presentare richiesta allo Sportello unico per l’immigrazione che in seguito di adopererà per chiamare le parti in causa e far stipulare il contratto. Il reddito imponibile non deve essere inferiore a 30.000 euro con riferimento ai settori dell’agricoltura, dell’allevamento e zootecnia, della pesca.

Per quanto concerne il settore del lavoro domestico o di assistenza alla persona, il datore di lavoro dovrà avere un reddito non inferiore a 20.000 euro se l’unico a percepirne uno all’interno del nucleo familiare, altrimenti la soglia minima sale a 27.000 euro. Tali requisiti non hanno valenza se il richiedente è affetto da malattie e disabilità per cui la domanda è presentata per assumere qualcuno che si occupi della sua persona.

La richiesta di regolarizzazione può essere effettuata solo per contratti a tempo determinato o indeterminato che siano full time. Fa eccezione il lavoro nel settore domestico di sostegno al bisogno familiare, dove è previsto anche un part time con la retribuzione prevista dal CCNL e in ogni caso non inferiore a 498,14 euro. Le istanze vanno presentate dalle ore 7:00 alle 22:00 dal 1° giugno al 15 luglio 2020, è necessario avere lo SPID per effettuare la richiesta sulla piattaforma del Ministero dell’Interno.

I datori di lavoro che effettuano la domanda non devono aver mai subito una condanna per favoreggiamento all’immigrazione clandestina o per sfruttamento del lavoro. Esclusi dall’istanza gli immigrati già espulsi per reati gravi.

Nel caso dei lavoratori in nero con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre, 2019 essi dovranno versare 130 euro e fare domanda presso un questore per ottenere un permesso di sei mesi entro il quale devono presentare il contratto di lavoro subordinato stipulato. Il lavoratore può successivamente convertire il permesso temporaneo in permesso per motivi di lavoro.

Gli stranieri possono richiedere di permesso di soggiorno presso i 5.700 uffici Postali dedicati, presentando il modulo compilato e sottoscritto al costo di 30 euro. Il richiedente deve avere un passaporto o un documento equivalente ed essere presente sul territorio nazionale dall’8 marzo 2020. Inoltre, deve dimostrare di aver lavorato nei settori indicati dal provvedimento presente nel decreto Rilancio. Va sempre pagato il contributo di 130 euro prima di inoltrare la domanda.

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