Sul luogo di lavoro è bene avere buoni rapporti con i colleghi e il capo. Ma come? Vediamo qualche consiglio utile da seguire e gli atteggiamenti che possono condurre al licenziamento.
Sul posto di lavoro avere buoni rapporti con i colleghi e ovviamente con il proprio capo può essere fondamentale. Ma come fare? Ci sono delle regole da seguire?
Ovviamente il buon senso e l’educazione dovrebbero sempre spingere le persone a costruire rapporti cordiali con il prossimo specie se si tratta di un collega di lavoro con il quale si condivide gran parte della giornata.
Se il buon senso non basta però si può guardare alla giurisprudenza e alle numerose sentenze della Cassazione che puniscono comportamenti scorretti nei confronti dei propri colleghi, anche con il licenziamento.
Anche un buon rapporto con il capo determina la qualità non solo del lavoro svolto, ma anche la stabilità della propria occupazione.
Abbiamo visto le 7 frasi da non dire a un nuovo collega, vediamo ora come avere buoni rapporti con i colleghi di lavoro (e il capo) con una serie di consigli cercando di capire cosa fare e quali comportamenti evitare in modo assoluto.
Buoni rapporti con colleghi e capo sul lavoro: qualche consiglio
Qualche consiglio per avere buoni rapporti con i colleghi e il capo sul posto di lavoro può essere indispensabile specie per chi sta affrontando una prima esperienza lavorativa.
Un consiglio da dare proprio a chi soffre l’impaccio delle prime volte riguarda il rapporto con il capo: la regola d’oro è non lamentarsi mai con gli altri colleghi e cadere nel tunnel del vittimismo.
L’importante è portare pazienza perché è necessario del tempo per conoscerlo e conoscersi. Indispensabile è cercare di avere sempre un comportamento professionale. Inoltre è fondamentale creare un rapporto trasparente senza chiacchiere da corridoio.
Il rapporto con il capo è strettamente legato a quello con i colleghi, perché comportamenti scorretti che vadano contro l’etica aziendale o quanto disposto dal contratto collettivo nazionale di riferimento, possono determinare anche un allontanamento dal luogo di lavoro o il licenziamento.
Uno sondaggio di qualche anno fa della piattaforma LinkedIn aveva messo in evidenza come per buona parte degli intervistati avere un ottimo rapporto con i colleghi è fonte di felicità e permette anche di essere più produttivi.
Creare un ambiente cordiale, sereno e in cui si sta bene è fondamentale, ma non bisogna mai eccedere nelle confidenze. Condividere qualcosa per cui si diventerebbe poi ricattabili è sempre un rischio, come è anche un rischio perdersi in chiacchiere eccessive al di fuori della pausa pranzo e che potrebbero distogliere l’attenzione dal proprio lavoro.
L’importante è essere sempre rispettosi nei confronti di chi divide con noi la giornata lavorativa e che la competizione, anche quando c’è, sia sana.
Escludere un collega è sconsigliabile, la coesione e condivisione, sempre nei limiti che abbiamo indicato, è sempre l’arma vincente.
Vediamo allora quali sono i comportamenti che è meglio evitare con i propri colleghi se non si vuole essere licenziati.
Come non comportarsi con i colleghi per evitare il licenziamento
Vedremo una serie di esempi di come non comportarsi con i colleghi se si vuole evitare il licenziamento. Già perché comportamenti scorretti, come dimostrano recenti sentenze della Cassazione, sono sanzionabili anche con il congedo forzato.
La condotta del dipendente nel luogo di lavoro e con i colleghi è oggetto di attenzione da parte del proprio capo che potrebbe decidere, in caso di riscontro negativo, per l’allontanamento o il trasferimento per “incompatibilità ambientale”.
Come da sentenza della Cassazione (n. 14500/2019) è ammesso il licenziamento di chi offende un collega con frasi di natura sessuale. Dunque è sempre opportuno non cadere in commenti volgari che possano ledere la dignità altrui.
Casi frequenti sul posto di lavoro sono anche quelli di mobbing che non è solo di natura verticale (capo sul dipendente) ma anche orizzontale tra colleghi e al quale spesso la vittima non sa come reagire.
Atteggiamenti che tendono a isolare un collega, a minarne la tranquillità sul posto di lavoro, fino a portarlo alle dimissioni, possono essere puniti con il licenziamento e un’azione di rivalsa da parte dell’azienda per il risarcimento che ha dovuto riconoscere al dipendente mobbizzato (sempre che questo proceda con una vertenza e quindi una denuncia del mobbing subito).
Le aggressioni fisiche a colleghi, anche in luoghi prossimi ai locali dove si svolge l’attività lavorativa, sono sanzionabili con il licenziamento come hanno dimostrano due recenti sentenze della Cassazione (13534/2019, n. 28492/2018).
Anche per le molestie sessuali è previsto il licenziamento, oltre che un procedimento penale. Ancora, non si possono registrare nell’ambiente di lavoro contenuti audio o video all’insaputa di un proprio collega.
Per chi non ha un buon rapporto con i colleghi, per chi è litigioso andando anche contro il benessere dell’azienda, è previsto il trasferimento per incompatibilità aziendale.
Mantenere buoni rapporti con i colleghi quindi è sempre preferibile per il futuro della propria posizione lavorativa e dell’azienda stessa.
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