Come viene tutelata la maternità nel mondo? Tra i paesi che garantiscono più giorni alle lavoratrici neomamme ci sono: Gran Bretagna, Croazia e Norvegia. E L’Italia che posto occupa?
Dopo quasi 40 anni dall’emanazione della CEDAW, la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, il genere femminile è ancora vittima di discriminazioni. Un esempio? Le quote rosa. Non sono forse un’offesa e una sconfitta nella battaglia per la parità di genere?
Anche in ambito lavorativo le donne sono costrette a dover fronteggiare diverse difficoltà, soprattutto per quel che riguarda retribuzione e carriera.
Le donne sono messe spesso davanti a scelte obbligate, davanti a bivi vicino a cui non avrebbero dovuto, o voluto, trovarsi. Il difficile equilibrio vita-lavoro ha effetti negativi soprattutto sulle donne, le quali spesso devono quasi chiedersi: posso diventare mamma?
Devono farsi questa domanda perché nell’era del precariato la maternità potrebbe essere una «valida» motivazione per essere licenziate e sostituite. Quante volte ai colloqui alle donne viene chiesto se sono fidanzate, sposate, mamme? Agli uomini vengono fatte queste stesse domande? Perché le donne devono essere costrette a fornire ogni dettaglio della propria vita privata?
Senza contare che è nota la prassi delle lettere di dimissioni senza data da far firmare alle lavoratrici al momento dell’assunzione, così da poterle licenziare nel caso restino incinte.
Le donne che scelgono di avere figli non sono tutelate, è un dato di fatto. Il Rapporto dell’ILO «Maternity and paternity at work: Law and practice across the world» ha denunciato questa situazione fornendo dati oggettivi a supporto: in tutto il mondo il 71,6% delle lavoratrici, ovvero ben 830 milioni di donne, non è tutelato in modo idoneo in caso di maternità. La maggior parte di queste donne si trovano in Asia o in Africa, dove
«il lavoro nero è predominante e i tassi di mortalità materna e infantile sono ancora molto elevati».
A questi numeri dobbiamo tuttavia aggiungere che il 40,6% delle lavoratrici ha un diritto a ricevere tutele riconosciuto per legge: il 34,4% gode del congedo di maternità retribuito.
Che differenza c’è tra i numeri che abbiamo citato?
«C’é una differenza tra il numero di lavoratrici legalmente protette da sistemi di tutela della maternità e il numero di coloro che se ne avvalgono nei fatti. La disparità tra i due dati dipende da come le leggi vengono applicate e garantite. La differenza tra le percentuali deriva da mancata conoscenza dei diritti legali e dei benefici, capacità contributiva insufficiente, disparità nei sistemi di sicurezza sociale, controlli inadeguati, pratiche discriminatorie, lavoro nero ed esclusione sociale».
Maternità: come viene tutelata nel mondo?
La situazione in Italia è sicuramente migliore rispetto alle aspettative. Tra congedo di maternità e congedo parentale, le lavoratrici hanno diritto a 154 giorni obbligatori di astensione dal lavoro, contro i:
- 90 giorni in Germania;
- 112 giorni in Spagna e Francia.
Ecco una sintesi di ciò che accade negli altri Paesi.
Paese | Giorni |
Regno Unito | un anno |
Croazia | 410 giorni |
Norvegia | 315 giorni |
Irlanda | 294 giorni |
Svezia | 180 giorni |
Vietnam | 183 giorni |
Cile | 156 giorni |
Russia | 140 giorni |
Iraq | 62 giorni |
Yemen | 60 giorni |
Oman | 42 giorni |
Tunisia | 30 giorni |
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