Lavoro intermittente: sta per scadere il primo triennio di utilizzo previsto per i contratti di lavoro intermittente. Ecco cosa devono sapere le aziende.
Lavoro intermittente: il 27 giugno 2016 scadrà per ciascun lavoratore intermittente che ha un contratto di lavoro dal 2013 il limite massimo di 400 giornate lavorative presso lo stesso datore di lavoro come previsto dal Decreto legge n.76/2013, contenente disposizioni volte a promuovere l’occupazione, specialmente giovanile.
Lavoro intermittente: come funziona?
Il lavoro intermittente o a chiamata è un contratto di lavoro che viene utilizzato per far fronte alla necessità dei datori di lavoro di utilizzare un lavoratore per prestazioni occasionali con una frequenza non determinabile.
Il contratto di lavoro intermittente può essere stipulato:
- per esigenze individuate dai contratti collettivi, anche per prestazioni durante la settimana, il mese o l’anno;
- con persone di età inferiore a 24 anni o superiore a 55 anni.
Per il lavoratore intermittente è prevista un’indennità di disponibilità nel caso in cui lo stesso si impegni contrattualmente a rispondere alla chiamata del datore di lavoro in caso di necessità della prestazione lavorativa.
L’importo dell’indennità di disponibilità viene determinato dai contratti collettivi e non può essere inferiore all’importo minimo fissato con decreto del Ministro del lavoro.
Per maggiori approfondimenti sul contratto di lavoro intermittente:
Contratto lavoro intermittente: guida e novità della Riforma Fornero
Lavoro intermittente: controlli per le aziende entro il 27 giugno 2016
Il Decreto legge n.76/2013, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 giugno 2013 ed entrato in vigore lo stesso giorno, ha stabilito un limite all’utilizzo dei lavoratori intermittenti pari ad un «periodo complessivamente non superiore alle quattrocento giornate di effettivo lavoro nell’arco di tre anni solari».
L’unica eccezione prevista all’applicazione di tale limite riguarda i settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo.
I datori di lavoro sono dunque chiamati ad effettuare un controllo del numero effettivo delle giornate di lavoro svolte da ciascun lavoratore che ha stipulato un contratto di lavoro intermittente al momento dell’entrata in vigore della disposizione di legge vale a dire il 28 giugno 2013.
Se infatti viene superato il limite massimo di 400 giornate lavorative presso lo stesso datore di lavoro, il contratto di lavoro intermittente si trasforma automaticamente in un rapporto a tempo indeterminato.
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