Quali sono le zone a rischio per le nuove disposizioni sul cambio di colorazione? Con il 10% di terapie intensive occupate il passaggio alla zona gialla è immediato. Regioni a zero rischio ci sono?
Lo scorso 22 luglio 2021 gli italiani hanno appreso, durante la conferenza stampa con il premier Mario Draghi, le disposizioni del nuovo decreto Covid. Accanto alle informazioni sull’utilizzo del green pass, sono stati presentati i criteri che saranno adottati per il passaggio di colorazione delle Regioni.
Il Ministro della Salute Roberto Speranza ha illustrato il cambio dei parametri, basati non più sul dato di incidenza, ma sul tasso di ospedalizzazione.
Alcune Regioni possono dirsi al sicuro, altre vedono avvicinarsi il passaggio di colore in zona gialla. Quali sono quindi le Regioni con un tasso di occupazione delle terapie intensive che non desta preoccupazioni?
Regioni fuori pericolo zona gialla: quali sono
Era impossibile, vista l’avanzata delle varianti sul continente europeo, che il Governo italiano non prendesse nuove misure per impedire una quarta ondata autunnale. La decisione non era così semplice: non si può bloccare l’Italia durante l’estate.
Con questo peso da tenere in considerazione durante la discussione per il decreto e il buon risultato della campagna vaccinale, la Cabina di regia dell’emergenza coronavirus ha previsto dei nuovi parametri per il cambio di colorazione.
Non più zona gialla al superamento di 50 di casi ogni 100.000 abitanti, ma il tasso di ospedalizzazione.
Regioni con terapie intensive e le aree mediche (quasi) vuote
Ma quali sono questi parametri aggiornati per il cambio di colorazione? Il passaggio dalla zona bianca a quella gialla è decretato dall’occupazione del 10% delle terapie intensive e il 15% delle aree mediche non critiche.
Ovviamente non è una classifica e neanche un invito, lì dove i numeri sono bassi, ad aumentare le probabilità di contagio con comportamenti non sicuri. Riportiamo quindi i dati aggiornati sulla rilevazione del 24 luglio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Dati terapia intensiva regione per regione:
- Abruzzo: 1%
- Basilicata 0%
- Calabria 3%
- Campania 2%
- Emilia-Romagna 1%
- Friuli Venezia Giulia 1%
- Lazio 3%
- Liguria 2%
- Lombardia 2%
- Marche 1%
- Molise 0%
- Provincia autonoma di Bolzano 0%
- Provincia autonoma di Trento 0%
- Piemonte 0%
- Puglia 2%
- Sardegna 4% (+1%)
- Sicilia 4% (+1%)
- Toscana 2%
- Umbria 2% (+1%)
- Valle d’Aosta 0%
- Veneto 1%
Dati area NON critica regione per regione:
- Abruzzo: 2% (+1%)
- Basilicata 5% (-1%)
- Calabria 6%
- Campania 5%
- Emilia-Romagna 2%
- Friuli Venezia Giulia 1%
- Lazio 3%
- Liguria 1%
- Lombardia 2%
- Marche 2% (+1%)
- Molise 1%
- Provincia autonoma di Bolzano 1%
- Provincia autonoma di Trento 1%
- Piemonte 1%
- Puglia 3%
- Sardegna 3%
- Sicilia 6%
- Toscana 2%
- Umbria 1% (-1%)
- Valle d’Aosta 0%
- Veneto 1%
Chi è a rischio zona gialla?
Grazie ai nuovi parametri non ci sono Regioni a rischio. La soglia è bassa o uguale a zero in molti contesti. A rischio e sotto osservazione speciali ci sono però alcune Regioni che hanno valori superiori o pari al 3% di occupazione dei posti letti. Sono: Sardegna (4%), Sicilia (4%), Lazio (3%) e Calabria (3%).
Tra di queste Regioni tre sono presenti in colore arancione sulla mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie: Lazio, Sicilia e Sardegna. Ha invece recuperato il Veneto, che è fermo oggi all’1% per entrambe le categorie.
La percentuale media italiana di occupazione dei posti letti è pari a 2%. Buoni i tanti “0%”, che abbassano la media italiana dell’occupazione letti. Sono: Basilicata, Molise, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Piemonte e Valle d’Aosta.
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