Le professioni a rischio per coronavirus: ecco quali sono

Teresa Maddonni

19/03/2020

Professioni a rischio: per il coronavirus alcuni lavoratori stanno soffrendo più di altre specie dopo il blocco totale del Paese. Vediamo quali sono.

Le professioni a rischio per coronavirus: ecco quali sono

Professioni a rischio per il coronavirus: con il blocco totale dell’Italia e fin dall’inizio dell’epidemia di COVID-19 sono state moltissime le categorie dei lavoratori fortemente penalizzate.

L’isolamento cui l’Italia è stata sottoposta dalle disposizioni governative ha portato alla chiusura di moltissime attività mettendo a rischio moltissime professioni.

Secondo un’analisi della Fondazione dei Consulenti del Lavoro sono circa 3 milioni i lavoratori che adesso sono a casa. A casa dobbiamo restare tutti, anche se alcune imprese hanno continuato la loro attività; altre l’hanno cessata così che il governo ha varato il decreto Cura Italia con aiuti a lavoratori, aziende e famiglie.

Nonostante questi aiuti vi sono delle professioni più a rischio di altre e che stanno soffrendo maggiormente. I meno colpiti invece sono farmacisti, commercianti di generi alimentari e di prima necessità e tutte le attività che secondo il DPCM dell’11 marzo 2020 restano aperte.

Professioni a rischio per coronavirus: ecco quali sono

Diverse professioni sono più a rischio per il coronavirus, ma quali sono? Con le misure del governo in atto e con le restrizioni alla vita sociale alcuni lavoratori soffrono più di altri.

L’analisi della Fondazione dei Consulenti del Lavoro, come abbiamo anticipato, ha chiarito che sono 3 milioni i lavoratori a casa e di questi:

  • 1 milione sono lavoratori autonomi;
  • 1,9 milioni sono dipendenti.

I dipendenti potrebbero aumentare dal momento che alcuni stanno ancora lavorando, ma le attività sono a rischio chiusura. 7,9 milioni sono le professioni meno a rischio, se non per esposizione, in quanto necessarie per l’erogazione di beni e servizi primari.

Sulla base di quanto detto forniamo pertanto una lista delle professioni che più di altre usciranno sconfitte da questa emergenza con la quale dovremo convivere per un po’.

Tra le professioni che più di tutte hanno rischiato e rischiano pesanti ripercussioni quelle che hanno subito anche prima della chiusura totale del Paese una riduzione dell’attività e parliamo di parrucchieri ed estetiste per esempio, mestieri in cui il contatto è fondamentale.

Professioni a rischio nel teatro e nello sport per coronavirus

Professioni a rischio anche nel mondo del teatro e dello sport per il coronavirus. Il ha sospeso fin dall’inizio dell’epidemia tutte le manifestazioni, eventi e spettacoli (anche quelli teatrali e cinematografici) che comportano affollamento.

Anche questa disposizione mette a rischio delle professioni e di cui pochi parlano. Primi fra tutti gli attori teatrali, le compagnie piccole o grandi che siano.

Poco dopo lo scoppio dell’epidemia nel Nord d’Italia il regista e attore Massimo Popolizio, che avrebbe dovuto portare il suo spettacolo «Un nemico del popolo»in scena, ha parlato del disagio che vive la categoria.

Egli infatti in un comunicato, pubblicato anche sui social, ha dichiarato:

«Siamo vittime primarie della chiusura delle sale teatrali, perché percepiamo solo il minimo sindacale per tutti i giorni in cui non possiamo lavorare».

Il mondo del teatro vive un momento drammatico e anche i cinema non se la passano meglio perché chiusi.

A questo mondo sono legate tutta una serie di professioni che rischiano:

  • maschere;
  • bigliettai;
  • addetti ai bar;
  • addetti alle pulizie.

E questo solo per fare qualche esempio senza pensare alle ricadute anche per le professioni legate al mondo della musica con i concerti annullati.

Ancora nel decreto si legge che: «le competizioni sportive si svolgeranno a porte chiuse. Gli allenamenti degli atleti si svolgeranno all’aperto e senza pubblico».

Con le partite a porte chiuse alcune professioni risentono dello stop fino a quando non si riprenderà a giocare con il pubblico negli stadi:

  • gli steward che sono chiamati a lavorare dai club negli stadi e che saranno notevolmente ridotti nel numero non essendo presente il pubblico;
  • tutte le attività commerciali fuori dagli stadi, bar e ristoranti, che non saranno invasi dai tifosi affamati e assetati;
  • come anche gli ambulanti che vendono magliette, sciarpe e gadget vari.

A questi si aggiungono camerieri, cuochi, baristi che potrebbero vedersi ridotto l’orario di lavoro. Anche nel mondo dei trasporti, dai controllori, alle hostess, al personale degli aeroporti e delle stazioni potrebbero subire dei disagi.

Il decreto cura Italia ha tuttavia previsto degli aiuti per i lavoratori dello spettacolo come anche per il mondo dello sport.

Professioni a rischio con la sospensione di congressi ed eventi

Veniamo alla sospensione dei congressi ed eventi sociali che mettono a rischio moltissime professioni a questi legate, basti pensare alle perdite eventuali in caso di affitto della sala in cui si sarebbe tenuto l’evento, anche piccolo, o il personale non assunto per lo stesso.

Non solo, nel caso delle fiere e dei congressi annullati, ma lo stesso vale per i concerti, a rimetterci sono anche i proprietari degli alberghi, B&B e ristoratori e in generale il settore turistico.

Guide turistiche tra le professioni a rischio

Altra categoria a rischio per le perdite del settore quella delle guide turistiche. Sebbene l’Italia vanti un patrimonio artistico invidiabile, la paura del contagio ha spinto a evitare viaggi e visite ai musei e ai luoghi di interesse storico-culturale, persino in una città come Roma ancor prima delle misure restrittive del governo. Senza contare il blocco aereo.

Le guide turistiche, come anche gli addetti alla biglietteria e alla sorveglianza nelle mostre o nei musei, potrebbero aver avuto inizialmente ridotto l’orario di lavoro fino al naturale congedo forzato.

Scuole chiuse: alcune professioni a rischio

Con le scuole chiuse in tutta Italia, quando ancora le altre attività erano aperte, alcune professioni legate a quel mondo hanno cominciato a risentirne.
Certo i docenti non rischiano il posto di lavoro e questa una situazione emergenziale.

Le rosticcerie accanto alle scuole e alle università e i bar dove docenti e alunni si dirigono prima e dopo le lezioni. Le cartolerie e le copisterie. Queste sono tutte le attività che inizialmente avranno notato un calo di fatturato fino a che il governo non ha disposto la chiusura totale.

A guadagnare forse in questo mese saranno le professioni legate alla cura dei bambini che sono pertanto meno a rischio: parliamo delle baby sitter ovviamente e anche di chi fa ripetizioni e aiuto compiti dal momento che con questo stop prolungato molti ragazzi potrebbero avere la necessità di un po’ di ripasso, ma anche in questo caso, come per le lezioni, dovranno essere a distanza.

A guadagnare saranno anche le compagnie di luce e gas, tra riscaldamenti e corrente necessaria per chi dovrà passare più tempo a casa anche con lo smart workig.

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