Lenddo: l’app che decide se puoi accede ad un prestito analizzando il tuo smartphone

Luca Secondino

26 Agosto 2016 - 13:19

Prestito? La startup Lenddo analizza gli smartphone dei clienti per determinare la loro affidabilità. Privacy a rischio.

Lenddo: l’app che decide se puoi accede ad un prestito analizzando il tuo smartphone

Serve un prestito? Il cliente ha bisogno di credito? A Singapore è attiva Lenddo, la startup fondata nel 2011 che valuta l’affidabilità dei richiedenti prestito in base ai loro smartphone. Come? Monitorandone ogni movimento, la cronologia web e la durata della batteria.

Ma andiamo con ordine. Lenddo analizza i dati dagli smartphone dei clienti per determinare se il richiedente è meritevole del prestito, e il suo sistema di valutazione sta avendo un successo crescente nelle banche asiatiche.

La startup di Singapore sta stringendo sempre di più il mondo del credito con quello degli smartphone, e punta ad aiutare ad accedere ai prestiti un miliardo di persone ma rischia di diventare un problema per la privacy.

Lenddo analizza lo smartphone per concedere il prestito

Il presidente fondatore della startup di Singapore, Jeff Stewart, ha spiegato come il comportamento online dei clienti sia un ottimo indicatore per prevederne le scelte future e per determinarne l’affidabilità.

La startup Lenddo al momento collabora con decine di istituti bancari, analizzando e monitorando i dati di milioni di smartphone in tutto il mondo.

Come? Lenddo utilizza un software lanciato appositamente nel 2015, che raccoglie i dati dagli smartphone degli utenti, e li analizza in base ai criteri di affidabilità delle banche con un algoritmo che calcola le probabilità di default.

Ricevere un prestito diventa più invasivo: infatti tramite il software, Lenddo analizza gli smartphone partendo dalle connessioni wi-fi alla cronologia del browser.

Ai fini di determinare se un cliente è idoneo ad ottenere credito, Lenddo controlla anche la durata della batteria e i momenti in cui viene caricata, per valutare se l’utente ha una buona capacità di pianificazione.

Infine, Lenddo controlla la messaggistica dei clienti, valutando addirittura la lunghezza dei messaggi.

Analisi dello smartphone per concedere il prestito: pericolo per la privacy

Al momento, il software di Lenddo è maggiormente utilizzato in istituti di credito e banche in Asia, Africa e America Latina. Buona parte delle popolazioni di queste zone non ha regolari attività bancarie che sarebbero indicatori efficienti, quindi per le banche è più sicuro controllare gli smartphone dei clienti, che invece sono largamente diffusi.

Per avere i dati da Lenddo, le banche possono comprarne la licenza di utilizzo del software, inserirlo nella App della banca o appoggiandosi ad un App esterna brevettata sempre dalla startup di Singapore.

Il volume di denaro in questi prestiti è comunque basso: il fondatore Jeff Stewart ha spiegato che l’ammontare medio di un prestito in quelle zone si aggira sui 400 dollari, che equivale ad un mese di paga del cliente.

Lenddo si offre come un aiuto per accedere ai servizi bancari per una larga fascia di persone il cui storico bancario non è verificabile. Quindi si rivolge anche ai giovani e agli studenti.

Tuttavia può essere un’arma a doppio taglio se l’accesso al prestito si basa esclusivamente sull’analisi dello smartphone, dei gusti social e dell’attività online del cliente, specialmente se giovane.

Inoltre, quella di Lenddo è una pratica simile a quelle che svolgono già alcuni istituti assicurativi tramite i dati GPS dei propri assistiti, ma l’ingresso dichiarato negli smartphone dei clienti, per determinarne l’affidabilità ai fini di una concessione di prestito, rimane un duro colpo per la privacy, che non può essere scavalcata dagli istituti bancari.

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