Licenziamento illegittimo: ecco quando è considerato tale e i casi in cui, secondo quanto previsto dal Jobs Act, può essere contestato al datore di lavoro.
Licenziamento illegittimo: quando può essere contestato dal lavoratore?
Il licenziamento consiste nel recesso del rapporto di lavoro che viene effettuato dal datore di lavoro. In alcuni casi il licenziamento può essere considerato illegittimo e quindi può essere contestato dal dipendente.
Le regole su quando il licenziamento è considerato illegittimo sono state, come note, modificate a seguito dell’entrata in vigore del Jobs Act per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015.
Negli ultimi mesi, dopo la proposta della Cgil di indire un referendum per l’abolizione del Jobs Act, si è tornati a parlare di licenziamento illegittimo, definito come una “licenza a licenziare” messa nelle mani dei datori di lavoro dopo la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e del diritto al reintegro in caso di licenziamento illegittimo.
Cosa è cambiato con il Jobs Act? Vediamo di seguito quando, oggi, il licenziamento è illegittimo e quindi può essere contestato dal lavoratore.
Licenziamento illegittimo: i casi in cui può essere contestato secondo il Jobs Act
In caso di licenziamento illegittimo, ai lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 andrà ad applicarsi la normativa prevista nel Jobs Act, che andrà via via a sostituire quanto disposto nella legge 92/2012 e dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Con il Jobs Act i casi di licenziamento illegittimo che prevedono la possibilità di contestare la scelta del datore di lavoro vengono distinti in due diverse categorie:
1. Licenziamenti illegittimi che danno diritto al reintegro sul posto di lavoro:
- licenziamento discriminatorio a norma dell’art. 15 della legge n. 300 del 1970;
- licenziamento nullo per espressa previsione di legge;
- licenziamento inefficace perché intimato in forma orale;
- licenziamento rispetto al quale il giudice accerti il difetto di giustificazione per motivo consistente nella disabilità fisica o psichica del lavoratore.
2. Licenziamenti illegittimi che danno diritto ad un’indennità risarcitoria:
- in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, per giustificato motivo soggettivo o per giusta causa, se il giudice accerta l’illegittimità del licenziamento;
- nei casi di licenziamento collettivo illegittimo per violazione della procedura prescritta dalla legge o per violazione dei criteri di scelta;
- nei casi di violazione del requisito della motivazione o per violazione della procedura prescritta dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori.
In ogni caso sarà necessario impugnare il licenziamento illegittimo seguendo specifiche regole e modalità, analizzate punto per punto nell’articolo di approfondimento dedicato.
Licenziamento: quando è illegittimo per i lavoratori assunti prima del Jobs Act
Per i lavoratori assunti prima del 7 marzo 2015, quindi assunti prima dell’entrata in vigore del Jobs Act, la normativa di riferimento in materia di tutela nei casi di licenziamento illegittimo è la legge 92/2012 che ha modificato l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
In base a quanto previsto dalla legge il lavoratore, che sia vittima di licenziamento illegittimo, può contestare il provvedimento e ottenere le seguenti tutele in questi casi:
1. Tutela reintegratoria piena
Il lavoratore potrà contestare il licenziamento illegittimo e ottenere il reintegro pieno nel proprio posto di lavoro nei seguenti casi:
- in tutti i casi di nullità del licenziamento in quanto lo stesso risulti essere discriminatorio oppure comminato in costanza di matrimonio o in violazione delle tutele previste in materia di maternità o paternità oppure negli altri casi previsti dalla legge;
- nei casi in cui il licenziamento sia inefficace perché intimato in forma orale.
2. Tutela reintegratoria attenuata
Il lavoratore può contestare il licenziamento illegittimo e ottenere il reintegro nel posto di lavoro nei seguenti casi:
- qualora in caso licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo illegittimo risulti l’insussistenza del fatto contestato o qualora risulti che il fatto rientri in una delle condotte punibili con sanzione conservativa sulla base del CCNL applicabile;
- in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, se il fatto è manifestamente infondato.
3. Tutela meramente obbligatoria
Il lavoratore può contestare il licenziamento illegittimo e ottenere da parte del datore di lavoratore il pagamento di un’indennità risarcitoria in tutti i casi non contemplati dalle altre tutele, e in particolare qualora il giudice accerti che non ricorrono gli estremi del giustificato motivo soggettivo o della giusta causa che vengono addotti dal datore di lavoro.
4. Tutela obbligatoria ridotta
Questo tipo di tutela può essere ottenuta dal lavoratore che contesti il licenziamento illegittimo per carenza di motivazione o per inosservanza degli obblighi procedurali previsti per il licenziamento disciplinare o per il giustificato motivo oggettivo.
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