Diffusasi tra genitori apprensivi intenti a tenere sotto controllo i figli, l’app ha già fatto nascere diverse polemiche. Ecco cos’è e come funziona Life360
Cos’è e come funziona Life360? Sembrano chiederselo in tanti nelle ultime ore, sulla scia del successo riscontrato dall’applicazione, a cui vanno unite le numerose polemiche innescate dai motivi che stanno spingendo molti utenti a utilizzarla.
Life360 è infatti un’app che può tracciare i movimenti delle persone, e nasce dal criterio di mettere un determinato gruppo - tendenzialmente una famiglia - al corrente di spostamenti e orari degli altri membri.
Non a caso, esiste una specifica definizione che etichetta app simili: «Family Tracking». Naturalmente, come per tutte le tecnologie, non sempre l’utilizzo scelto da chi ne usufruisce corrisponde a pieno allo scopo di partenza.
A originare il maggior numero di critiche e segnalazioni allarmate al momento sono gli adolescenti, pronti a denunciare vere e proprie attività di spionaggio portate avanti da genitori apprensivi tramite l’applicazione.
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Life360, cos’è e come funziona
Life360 permette di ricreare tramite app un nucleo familiare, che genera quindi aggiornamenti relativi a spostamenti e orari dei rispettivi membri.
Possiamo ad esempio ricevere una notifica quando un familiare rientra a casa, quando un figlio si reca a scuola, venendo a conoscenza persino dello stato della batteria del suo smartphone.
L’app consente inoltre di accertarsi se un utente abbia o meno utilizzato il telefono durante la guida.
In più, grazie a un pulsante d’emergenza possono essere indicati e gestiti per tempo i casi più gravi, mentre è sempre attiva la chat interna.
Malgrado non si tratti certo del primo programma che si pone come obiettivo quello di garantire agli utenti un mezzo per tenere sotto controllo le persone a loro più vicine, è di sicuro quello che ha scatenato il maggior numero di polemiche, molte delle quali originate dall’uso che tanti genitori ne stanno facendo.
Se infatti app come Mobile Fence, Kids Place o Family Time partono da un palese scopo di sorveglianza, Life360 nasce più come un dispositivo per tenersi in semplice contatto con i familiari più vicini.
Così da un recente articolo del Washington Post è arrivata la maxi-raccolta di tutte le segnalazioni allarmate di teenager spiati dalla mamma o dal papà, e la prestigiosa testata ha provato a evidenziare come un simile controllo costante non rappresenti affatto una buona soluzione alle ansie genitoriali.
Molti ragazzi hanno parlato di intenti leggeri, persino piacevoli in fase di installazione, che presto si sono però trasformati in un “controllo costante della mia vita”, una cosa “sempre più inquietante”.
Fuori dall’ambito familiare, poi, il problema stalking sembra decisamente troppo agevolato dalle funzionalità della piattaforma.
Seppure entusiastica, una delle recensioni più positive dell’applicazione scritta da un utente riesce a chiarire in maniera piuttosto efficace le contraddizioni in termini generate dal suo utilizzo e da quello che può far nascere:
“Non saprei più come fare senza Life 360: finalmente riesco a dormire i miei sogni in assoluta tranquillità, da quando l’ho installata. Ho il controllo totale dei miei figli e di tutta la mia famiglia, passo dopo passo, seguo i loro percorsi, per la scuola, per il lavoro, così come se io fossi insieme a loro, in ogni minimo spostamento”.
È proprio su quel per nulla rassicurante riferimento al “controllo totale” che si è basato il recente articolo del Post, sottolineando che - oltre i non ignorabili problemi sotto il profilo della privacy - app simili rischiano di azzerare il concetto di fiducia tra i familiari e viziare notevolmente i rapporti tra le persone.
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