Lockdown europeo in arrivo? Il piano dell’UE contro la seconda ondata

Flavia Provenzani

29/10/2020

Il piano strategico proposto dalla Commissione europea per la lotta contro la seconda ondata di coronavirus. L’appello di von der Leyen lascia spazio ad un lockdown sincronizzato a livello europeo, puntando su coordinamento e condivisione dei dati.

Lockdown europeo in arrivo? Il piano dell’UE contro la seconda ondata

L’Europa deve agire insieme e unita nella lotta al coronavirus. È questo il messaggio lanciato alla vigilia del vertice UE in videoconferenza da Ursula von der Leyen, lasciando spazio ad un possibile lockdown esteso e sincronizzato a livello europeo per frenare l’inarrestabile crescita della curva dei contagi.

È ormai sotto gli occhi di tutti il fatto che i Paesi europei si stiano dimostrando non in grado di gestire e limitare la seconda ondata di coronavirus. Agire è quanto mai urgente, soprattutto sul fronte dell’effettuazione di tamponi, dell’ideazione di nuove misure di contenimento, il tutto mentre ci si prepara a una distribuzione efficace del vaccino, una volta pronto.

Con le sue dichiarazioni di mercoledì il presidente della Commissione UE von der Leyen sembra preparare il terreno ad una strategia condivisa a livello europeo, accennando a nuove misure urgenti che sembrano puntare ad un possibile lockdown sincronizzato.

Proprio oggi è in programma un vertice UE in videoconferenza - l’ordine del giorno è un confronto al fine di arrivare ad un coordinamento nella risposta alla crisi pandemica.

Il piano dell’UE contro la seconda ondata: lockdown in arrivo?

Ben lontana dall’accusare qualcuno apertamente, è apparso chiaro come la von der Leyen non sia contenta dei provvedimenti che ciascun governo sta mettendo in campo nella lotta al coronavirus, ancora troppo blandi. È però difficile trovare un equilibrio: spetta a ciascun Paese l’autorità legislativa in maniera di sanità, ma d’altra parte occorre agire in fretta nel tentativo di evitare migliaia di morti.

Non si può dire che tutta l’Europa sia rimasta però con le mani in mano nel frattempo: diversi governi stanno cercando disperatamente di gestire il sovraffollamento degli ospedali e di aumentare i posti letto in terapia intensiva. Nella serata di mercoledì la Francia ha annunciato un lockdown «soft» della durata di quattro settimane: diversi esercizi commerciale, compresi bar e ristoranti, saranno chiusi, mentre le scuole, alcune fabbriche e i servizi pubblici continuano ad essere aperti.
Anche i tedeschi hanno appena chiuso bar, ristoranti e introdotto nuove limitazione a partire dal 2 novembre.

Secondo von der Leyen, nonostante le istituzioni UE e i paesi membri abbiano compiuto diversi passi positivi, inclusa l’adozione del Recovery Fund, gli stessi paesi hanno allentato troppo rapidamente le misure di contenimento trascurando gli avvertimenti degli esperti che sollecitavano ad essere vigili e preparati.

«Se guardiamo indietro, possiamo vedere che sono state fatte molte cose nella giusta direzione nella prima ondata, ma ovviamente le strategie di uscita sono state in parte troppo veloci e le misure sono state allentate troppo presto»,

ha dichiarato von der Leyen.

La strategia UE contro il coronavirus

Prima dell’odierna teleconferenza dei leader, la Commissione ha presentato una proposta al Consiglio UE per arrivare ad una cooperazione più completa durante la risposta attuale alla pandemia, puntando su:

  • una migliore condivisione dei dati,
  • un aumento della capacità dei reparti di terapia intensiva negli ospedali;
  • nuovi tamponi, migliori e più veloci;
  • un’ottimizzazione delle app per il tracciamento dei contatti;
  • nuove regole in materia di trasporti e frontiere.

All’interno della stessa proposta la Commissione mette a nudo alcuni fallimenti dei governi nazionali, soprattutto se si pensa ai mesi che hanno avuto a disposizione per prepararsi a una seconda ondata.

La Commissione accusa la mancata condivisione di molte informazioni cruciali. «La condivisione dei dati sulla piattaforma dati EU COVID-19 deve diventare la norma: attualmente solo cinque Stati membri la utilizzano per condividere le informazioni», si legge nel documento. La Commissione ha offerto la sua assistenza a 19 dei 27 paesi europei nell’attività di sviluppo delle app per la tracciabilità dei contatti, ma solo tre delle app nazionali - quelle di Germania, Irlanda e Italia - sono in grado di connettersi tra loro. Le altre 16 non lo saranno probabilmente almeno fino alla fine di novembre.

Von der Leyen: l’UE si prepari al vaccino

Von der Leyen chiede ai governi nazionali di preparare i relativi piani di vaccinazione, anche ancora non sono stati conclusi gli studi clinici. «Chiediamo agli Stati membri di preparare ora i piani di vaccinazione nazionali e di rivederli ora a livello UE», ha specificato. «Dobbiamo essere preparati per l’arrivo dei primi vaccini. C’è molto da fare».

Il numero uno della Commissione afferma che l’istituzione è pronta a sostenere una cooperazione transfrontaliera, il che include il potenziale trasferimento dei pazienti nel caso in cui si arrivasse ad un sovraccarico dei sistemi sanitari e all’esaurimento dei posti letto negli ospedali. Ma per fare questo è urgente una migliore gestione dei dati.

«Ora è importante essere rigorosi, rimanere coordinati, agire velocemente», ha detto.

Von der Leyen ha poi contribuito a ridimensionare le aspettative guardando alle vacanze natalizie. «Sarà un Natale diverso», ha commentato il leader della Commissione.

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