I magistrati indagano sui flussi di denaro sul conto svizzero da 5,3 milioni di euro di Attilio Fontana.
Nuovo capitolo per la vicenda del “caso camici” in Lombardia. Il presidente della Regione, Attilio Fontana, già indagato, adesso deve rispondere anche alle accuse di autoriciclaggio e falsa dichiarazione in voluntary disclosure. Il governatore leghista era sotto inchiesta da parte della Procura di MIlano per frode in pubbliche forniture.
Fontana indagato per autoriciclaggio
L’inchiesta del capoluogo lombardo è partita da una sospetta fornitura di camici, nell’ambito dell’emergenza Covid, da parte di una società riconducibile al cognato di Fontana. Seguendo la pista, gli inquirenti sono arrivati a un conto svizzero da 5,3 milioni di euro appartenente al governatore della Lombardia.
Il conto svizzero del presidente leghista, ereditato dalla madre, era stato precedentemente regolarizzato con la voluntary disclosure, ma rimangono dubbi sull’origine dei soldi. Parte dei flussi di denaro, infatti, sono ritenuti opachi. I 5 milioni provengono a loro volta da un trust alle Bahamas, costituito nel 1997 e nel 2005.
La procedura volontaria, precisano i magistrati, è stata approvata, ma ciò non impedisce di indagare su quei soldi “ove si ritenga che manchi la documentazione”.
Pertanto, nella giornata di oggi, mercoledì 31 marzo, i pubblici ministeri hanno inviato in Svizzera una richiesta di rogatoria in relazione al conto scudato.
Sono stati gli stessi magistrati, attraverso una nota, a precisare che si tratta di una richiesta “di commissione rogatoriale alle autorità elvetiche per completare la documentazione allegata alla domanda di voluntary disclosure” presentata dal presidente lombardo stesso.
Fontana, il suo ruolo nella vicenda dei camici in Lombardia
Come abbiamo anticipato, l’inchiesta milanese è uno sviluppo del caso camici, in cui la Procura indaga su una fornitura di attrezzature sanitarie che la società del cognato di Fontana, Andrea Dini, si assicurò dalla Regione Lombardia tramite la centrale acquisti Aria.
Dopo un’inchiesta della trasmissione di Rai 3 Report, la fornitura di camici venne tramutata in donazione, e Fontana cercò di compensare il cognato con 250mila euro provenienti dal conto svizzero adesso sotto esame.
Nel settembre scorso, i pm avevano parlato di un “coinvolgimento diffuso” del presidente della Lombardia.
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