Il M5S sarebbe pronto a espellere Davide Casaleggio utilizzando la legge Spazzacorrotti. La resa dei conti dopo le elezioni regionali e referendum.
Davide Casaleggio potrebbe essere espulso dal Movimento 5 Stelle. Questa è la notizia clamorosa che sta girando nelle ultime ore, con i parlamentari pentastellati sempre più agguerriti nei confronti del proprietario della piattaforma Rousseau.
Secondo diverse ricostruzioni la resa dei conti è prevista all’indomani delle elezioni regionali e referendum sul taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre.
M5S pronto a espellere Casaleggio. Ecco come
Non sembra quindi essere stata digerita da parte dei deputati e senatori l’appello di lunedì scorso in cui lo stesso Casaleggio intimava di pagare ai morosi la propria quota di 300 euro, spiegando come a causa della mancanza di queste entrate i servizi sarebbero stati presto ridotti.
Un’uscita pubblica che ha provocato la dura reazione degli esponenti 5 Stelle, i quali sono pronti a utilizzare la cosiddetta legge Spazzacorrotti contro il figlio di Gianroberto.
La mail segreta dei parlamentari
Nelle mail e chat private starebbe circolando un documento pronto a essere inviato a Casaleggio Jr. contenente una domanda con possibili ripercussioni nei suoi confronti per qualsiasi risposta data.
“Il presidente e tesoriere dell’ Associazione Rousseau - si legge nel testo - afferma sempre di essere un semplice attivista che lavora gratis per il M5S. Può confermare di essere attualmente iscritto al Movimento 5 Stelle?”.
Se il patron della Casaleggio Associati rispondesse affermativamente, l’Associazione Rousseau verrebbe equiparata ad un partito politico, di cui è il presidente e tesoriere. Di conseguenza dovrebbe essere sottoposto al giudizio dei Probiviri del Movimento e i contributi verrebbero bloccati immediatamente.
In caso Davide Casaleggio dichiarasse di non essere iscritto ai 5 Stelle, invece, gli eletti sarebbero pronti ad escluderlo dalle decisioni del Movimento, poiché si tratterebbe esclusivamente di un “fornitore di servizi”.
La resa dei conti dopo regionali e referendum
A nulla sono valse le parole di Beppe Grillo che nelle scorse ore aveva provato a calmare gli animi, sostenendo: “I cittadini devono poter dire la loro con sistemi tecnologici che noi per primi al mondo abbiamo fatto”.
“Non è una difesa di Rousseau - ha continuato il fondatore in collegamento al Senato - ma di una tecnologia che abbiamo fatto noi e dobbiamo ringraziare le persone che l’hanno fatta, Casaleggio padre e figlio”.
Dopo il 21 settembre ci potrebbero essere due soluzioni da parte dei portavoce per estromettere Davide Casaleggio dal comando: ottenere il controllo della piattaforma, oppure, come soluzione più drastica, uscire dal Movimento 5 Stelle e fondare un nuovo partito.
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