Falsi passi per il Movimento 5 Stelle con l’europarlamentare Marco Valli in espulsione e il voto non unanime al decreto sicurezza.
Il Movimento 5 Stelle si vede attaccato su più lati, soprattutto per l’imminente espulsione di Marco Valli a causa di una laurea fantasma e del rifiuto di quattro grillini di votare all’approvazione o al dissenso del decreto sicurezza.
L’espulsione di Marco Valli
Un sospetto nato dal fatto che l’eurodeputato 5 stelle nel suo curriculum non faccia mai menzione all’università in cui ha conseguito la laurea. Si tratta di un’inchiesta portata avanti dal Sole24Ore che si domandava come mai non la nominasse, non la mettesse in qualche modo in risalto.
Il curriculum di Marco Valli era stato messo sul Parlamento Europeo e poi rimosso il 29 settembre 2017. Come mai?
Svelato l’arcano. Sembra infatti che Marco Valli non si sia laureato in Economia aziendale in un’università milanese, né abbia conseguito altre lauree, arriva così l’autosospensione. Ecco le sue parole di scuse su Facebook:
“In merito alle notizie sul mio curriculum pubblicate sulla stampa, desidero scusarmi prima di tutto con il Movimento 5 Stelle, coi cittadini, gli attivisti e i miei colleghi al Parlamento europeo per l’errore commesso e me ne assumo la responsabilità.”
I dissidenti grillini
Dopo l’espulsione di Marco Valli e la gaffe correlata, non ci voleva proprio la dissidenza di quattro grillini. De Falco, Nugnes, Fattori e Montero si sono astenuti dal voto per il decreto sicurezza-immigrazione voluto da Salvini e approvato con 163 sì e 59 no.
De Falco si è giustificato così: «Rendere questo decreto aderente al dettato costituzionale era un preciso dovere di questo Parlamento come ci ha ricordato la più alta carica dello Stato. In ogni caso confermo la mia fiducia a questo governo...». Paola Nugnes ha motivato la sua scelta con queste parole: «Tutti questi immigrati irregolari non spariranno certo per decreto». Elena Fattori, infine, ha detto: «Questo decreto è contro tutto quello che c’è nel programma dei Cinque Stelle».
Resta un fatto grave perché si trattava di un voto di fiducia al Governo. Possono incorrere in tre tipi di sanzione disciplinare: il richiamo; la sospensione; l’espulsione. Sarà il Collegio dei Probiviri, tutelatore sul rispetto dei doveri degli iscritti, a prendere la decisione se avviare un procedimento disciplinare. In caso positivo, l’interessato dovrà presentare entro 10 giorni le sue argomentazioni ed entro 90 giorni si verrà a conoscenza del verdetto. A salvarli potrà essere solo Beppe Grillo, l’unico che può indire una consultazione in Rete per sottoporre agli iscritti la proposta di annullamento o riforma della decisione.
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